3 10 SACRALITÀ DELLA VITA E TESTAMENTO BIOLOGICO. UN DIBATTITO A DUE VOCI PRESSO IL CENTRO EVANGELICO DI CULTURA

Venerdì 19, ore 18.00, a Sondrio, presso il Centro evangelico di cultura (Via Malta, 16), avrà luogo un dibattito su «"Sacralità" della vita e "testamento biologico". Dimensioni incompatibili?». Interverranno

• Prof. Ermanno Genre, docente di Teologia pratica presso la Facoltà valdese di Teologia (Roma)

• Dr. Donato Valenti, responsabile Unità operativa cure palliative Azienda ospedaliera della Valtellina e Valchiavenna

Il problema che ruota intorno a queste due dimensioni di una questione esistenziale, e non punto ideologica, è di estrema attualità. Le drammatiche vicende di Piergiorgio Welby prima e di Eluana Englaro poi hanno toccato il nervo scoperto di un vuoto legislativo che va riempito.

È in esame in sede parlamentare, in questi giorni, il progetto di legge sulle «Direttive anticipate di volontà» (o «Disposizioni di fine vita»; il cosiddetto «testamento biologico»), che sta già facendo discutere.

Il dibattito nel Paese vede, da un lato, l'atteggiamento fermo delle gerarchie vaticane e la Cei su «valori non negoziabili» e, dall'altro, quello delle forze politiche e di governo arroccate sulle medesime posizioni e non sensibili al dettato costituzionale dell'articolo 32 («La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»).

Nel variegato panorama del protestantesimo italiano, la Chiesa valdese - in modo particolare - ha preso posizione favorevole circa le direttive anticipate di volontà (non confondendo - anzi, distinguendo rigorosamente - con la questione altra dell'eutanasia), anche mettendo in discussione il principio della sacralità della vita. Ciò, per far sapere al mondo politico e alla cosiddetta società civile di un'altra concezione etica cristiana oltre a quella cattolico-romana: più che di sacralità della vita bisognerebbe parlare del «senso evangelico della vita» (ovvero, di una vita non soltanto biologica), di «rispetto per le persone», di «rispetto per la dignità» di ognuno, del rifiuto di una «vita a ogni costo» e della vita come dono divino (elemento comune a molte religioni) - della quale perciò - in quanto tale - deve rispondere il singolo individuo in termini di responsabilità davanti a Dio e non già davanti a istituzioni.

Diversi documenti e dichiarazioni ufficiali hanno ribadito, negli anni, dette posizioni (anche segnatamente ad altre questioni cosiddette "eticamente sensibili" [dall'eutanasia alla ricerca sulle cellule staminali (agosto 2009)]). In modo specifico, un ordine del giorno approvato dal Sinodo della Chiesa valdese-Unione delle Chiese valdesi e metodiste (agosto 2007), che recita:

«Il Sinodo ritiene che debba essere mantenuta alta e costante l'attenzione sulle conseguenze etiche poste dagli incessanti sviluppi delle scienze e delle tecniche nonché delle loro applicazioni. In particolare ritiene che vi sia ormai una priorità nell'approvazione di una legge sulle direttive anticipate di fine vita, anche conosciute come "testamento biologico". La sempre maggiore efficacia della medicina - unitamente a molteplici altri fattori - permette infatti di prolungare sensibilmente il corso dell'esistenza umana senza però garantire, al tempo stesso, la piena conservazione delle capacità di intendere e di volere della persona. Poiché la cura del malato, in ogni suo aspetto, deve sempre presupporre il suo consenso - fatta eccezione per le situazioni di necessità e di urgenza - nessuno, neppure i parenti, è abilitato a esprimere la volontà del paziente in vece sua. È principio di civiltà dare voce, attraverso una legge, alle scelte delle persone compiute con coscienza e volontà e in previsione di una futura incapacità nell'esprimere validamente il suo pensiero. L'approvazione di una legge sulle direttive anticipate costituirebbe, tra l'altro, semplice adempimento della Convenzione di Oviedo del 1997, già ratificata dallo Stato italiano, e in particolare dell'art. 9 laddove si afferma che "i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte del paziente che, al momento dell'intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà, saranno tenuti in considerazione"».

Diverse comunità valdesi (fra cui Trieste, Milano, Genova, Napoli) hanno preso l'iniziativa di aprire un registro dei testamenti biologici, riscuotendo - soprattutto, di recente (novembre 2009), Milano (oltre duecento in sole quattro mezze giornate in due mesi) - notevole successo, anche oltre i confini regionali.

Si possono scaricare i testi delle conferenze del Centro andando sul sito www.ilbernina.ch [sezione la parol

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