CHIAVENNA. Una croce per don Novi nel 150° dalla morte
La mattina di giovedì 11 aprile 1872 don Francesco Novi, 46 anni, di cui gli ultimi venti passati a Chiavenna come canonico di San Lorenzo, stava salendo verso Sommarovina lungo il sentiero che parte da Scandolera di Mese. Doveva assistere agli esami alla scuola elementare di lassù, in qualità di ispettore scolastico. Giunto circa a metà strada, si deve essere fermato per prendere fiato e forse anche per bere un sorso d’acqua alla fontana, quando un attacco cardiaco stroncò la sua giovane vita. Era nato il 12 febbraio 1826 a Lanzo Intelvi e, una volta ordinato prete a Como nel 1852, fu destinato come canonico a Chiavenna. Dieci anni dopo apriva il primo asilo infantile, allo scopo – come dice lo statuto sottoscritto dal re Vittorio Emanuele II e dal capo del governo Urbano Rattazzi – di “informare il cuore degli infanti all’amore di Dio, della virtù e della patria, aprire la loro mente ai principii di scienza, rinvigorire le loro membra ed abituarle al lavoro, cosicché diventino un giorno degni onorati cittadini”. Un’ottantina di bambini già al primo anno e, fra loro, i poveri e gli orfani avevano accesso gratuito. La sede comprese anche l’ex ospizio presso San Lorenzo, già esistente nel XII secolo: ospiterà anche le scuole elementari e dal 1978 la scuola media “Bertacchi”.
In riconoscenza del bene fatto a Chiavenna dal Novi, sul luogo della morte, in località Scarpatécc, fu posta una croce in ferro che, con il tempo, è andata perduta. Per rimediarvi quest’anno, nel 150° anniversario della morte, il Centro di studi storici valchiavennaschi, guidato da Guido Scaramellini, in collaborazione con il Cai locale, presieduto da Michele Balatti, ha provveduto a collocarne un’altra, trovata nei pressi abbandonata e a fissarla più o meno dove il prete finì di vivere, in località Scarpatéc. La accompagna una nuova targa in bronzo che lo ricorda.
A lui Chiavenna ha anche dedicato tre anni dopo la prematura scomparsa un busto in marmo bianco, opera di Luigi Pagani, attivo a Milano. Fu collocato al centro del cortile dell’asilo e nel 1922 fu fatto cadere, per cui si sbeccò in più punti (oggi è al museo del Paradiso). Fu allora rimodellato da Costantino Magni e rifatto in bronzo da Nando e Ameto Triaca, Passò nel 1968 nel cortile sul retro della nuova sede delle elementari e nel 2011 è stato opportunamente ricollocato in luogo più visibile, all’inizio della via dedicata al canonico, dalla parte di piazza don Bormetti, dov’è oggi, montato sopra l’originaria colonna cilindrica in marmo nero di Varenna.