Papa Francesco 'Ratzingeriano'

Riceviamo:

Il nuovo Pontefice ha voluto chiamarsi Francesco. All'indomani della sua elezione, coloro che hanno scambiato la chiesa per un'agenzia etica filantropica concorrenziale all'ONU che dovrebbe occuparsi di pace, di giustizia e di problematiche sociali, hanno cantato vittoria. Una buona fetta di cattolici è convinta (non è chiaro se per ignoranza o malafede) che la teologia "francescana" prediliga le questioni umane a quelle spirituali. L'equivoco nasce da certa bibliografia che ha dipinto San Francesco d'Assisi come un sempliciotto pacifista che nel tempo libero parlava con gli animali e giocava a scopone con i compagni di merenda della mezza luna. In realtà, i suoi sermoni erano più simili alle scudisciate di Savonarola che ai "volemose ben" del papa buono, della luna e delle carezze ai bambini. "Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e dalle preoccupazioni di questo mondo, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di lui, sono maledetti e saranno dimenticati da lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte. E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori saranno i tormenti che dovranno patire all'inferno", proferì San Francesco ai reggitori dei popoli del suo tempo. Altro che rottura con i vecchi schemi ratzingeriani, la continuità teologica con l'ex pastore tedesco è dunque assicurata.

Gianni Toffali

Fatti dello Spirito