Cardinale Cantoni: poco fa (10.9) le Ordinazioni Diaconali a Como

Oggi sabato 10 settembre, in Cattedrale a Como, alle 10, il cardinale Oscar Cantoni ha presieduto il solenne rito di ordinazione per quattro giovani diaconi: Alessio Cifani, Tommaso Daminato, Roberto Stimamiglio e Simone Tettamanti.
Riportiamo qui di seguito il testo dell’omelia di S.E.R. cardinale Oscar Cantoni.

Cari Alessio, Tommaso, Simone, Roberto,
mi rivolgo a voi come figli amati e preziosi, miei prossimi collaboratori nel ministero.
State per entrare nel nostro presbiterio, la famiglia dei diaconi e dei presbiteri.
Vi accogliamo con grande speranza, perché con le vostre giovani forze, con l'entusiasmo che non è solo ottimismo, ma proviene dalla fede, frutto dello Spirito Santo che opera in voi, immettete un supplemento di gioia messianica.
Essa capovolge la logica del mondo, i valori del successo e della riuscita. Ci fa vivere in un altro stile, secondo la legge del dono. Tutto ciò che non è donato è perso. Se invece si vive donando, si entra nella logica del Regno di Dio, dove si possiede per sempre, per l’eternità, tutto ciò che si dà. E voi donate non i vostri beni, ma voi stessi. Ed è una gioia immensa.

Non considerate il dono del Diaconato come una realtà in transizione, come una sola condizione in vista poi del presbiterato.
Voi divenite diaconi, ossia immagine vivente del Cristo servo. E questa è una condizione permanente, che struttura la vostra personalità e determina il vostro agire, il modo di vivere il vangelo, nel quale specchiarvi continuamente per cogliere la fisionomia intima di Cristo, servo obbediente e fedele del Padre e degli uomini, suoi fratelli.
Con la vostra perseveranza nella preghiera, sarete aiutati dallo Spirito Santo alla mai compiuta identificazione con il Signore Gesù.

"Siamo i vostri servitori", abbiamo ascoltato in s. Paolo ai Corinzi. È espressione della vostra disponibilità a tutto campo, che vi obbliga a non mai far pesare a chiunque il prezzo del vostro servizio!

Oggi, a imitazione della povera vedova del Vangelo (i poveri sono i nostri maestri!) date tutto voi stessi, vi consegnate cioè interamente, con tutte le energie vitali, al Signore e alla Chiesa, sua sposa.
È un gesto di piena consapevolezza, una offerta del tutto libera. Questo è il significato e il valore primario del celibato, che non è un sottrarsi dalle responsabilità e dagli impegni che l’amore comporta, ma segno di un dono che si dilata verso tutti, senza escludere chi non è amato e chi non è amabile.

Infine, con la vostra disponibilità all'obbedienza, dichiarate pubblicamente che Cristo e la sua Chiesa possono veramente contare su di voi.
Siate fedeli, anche in futuro, a questa promessa, così da non cercare mai il vostro utile o soluzioni di comodo. Vivete senza pretese di raggiungere ciò che in precedenza vi siete fissati e senza nessuna aspettativa, perché questa è l'immagine del vero obbediente, come ci ricorda s.  Francesco d’Assisi: "colui che non giudica perché sia rimosso, non si cura dove sia messo, non insiste per essere trasferito. Innalzato ad una carica, mantiene l'umiltà che gli è abituale. Più è onorato e più si reputa indegno". (Vita seconda, T. Da Celano, 736).

Carissimi, vivete secondo questi suggerimenti che come buon padre vi ho indicato, quale espressione del mio sincero affetto e stima per voi, e siate pieni di consolazione per la gioia di appartenere totalmente al Signore e di essere parte preziosa e irrinunciabile della Comunità cristiana.

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