Papa Francesco a Venezia 28 aprile 2024
Papa Francesco a Venezia:
una giornata di intense emozioni tra arte e spiritualità
di Diana Barrows
Una giornata storica per il mondo dell’arte e per Venezia che attendeva da tempo l’arrivo del Santo Padre nella cittè lagunare.
Tre i principali momenti che hanno segnato la visita di Papa Francesco a Venezia. Prima nel carcere femminile della Giudecca, poi alla basilica della Salute per l'incontro con i ragazzi del Triveneto, infine a San Marco per la messa davanti a 10.500 fedeli che lo attendevano dal primo mattino.
Il Pontefice giunto in elicottero da Roma è atterrato direttamente nell'isituto penitenziario femminile della Giudecca, ha incontrato le detenute, poi spostandosi nella Chiesa di Santa Maria Maddalena delle convertite, la cappella della casa di reclusione, Francesco ha incontrato gli artisti che hanno esposto le proprie creazioni al Padiglione Vaticano, parte della Biennale Arte. A seguire un incontro con i ragazzi davanti alla Basilica della Salute e la Messa a San Marco.
Papa Francesco commenta su Venezia, «che da sempre è luogo di incontro e di scambio culturale», è «chiamata ad essere segno di bellezza accessibile a tutti, a partire dagli ultimi, segno di fraternità e di cura per la nostra casa comune»
Per la prima volta nella storia un pontefice va in visita alla Biennale di Venezia: Papa Francesco ha visitato il Padiglione della Santa Sede situato nel carcere femminile della Giudecca ed ha incontrato le detenute.
La Sua visita è la prima che un Papa dedica alla Biennale d’Arte, e come tale costituisce una tappa storica”. Lo ha detto il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e Commissario del Padiglione della Santa Sede alla Biennale d’Arte di Venezia.
La mostra inizia dalla facciata esterna del carcere. Maurizio Cattelan ha realizzato qui un affresco di grandi dimensioni di forte impatto emotivo.
“Father”, è la pianta di due piedi nudi in proporzioni gigantesche, profondamente segnati dalla fatica del cammino. È un’immagine sofferente, che si rifà al Cristo morto di Mantegna.
Cattelan, noto per le sue opere provocatorie si dimostra anche un artista sociale e spirituale che lavora su persone emarginate.
Concluso l’incontro con le Detenute nel Cortile interno della Casa di Reclusione, il Santo Padre Francesco ha raggiunto la Chiesa della Maddalena (Cappella del Carcere) per l’incontro con gli Artisti.
Il Santo Padre ha pronunciato il Suo discorso:
DISCORSO DEL SANTO PADRE – INCONTRO CON GLI ARTISTI
« Care Artiste e cari Artisti!
Ho molto desiderato venire alla Biennale d’Arte di Venezia per contraccambiare una visita, com’è buona abitudine tra amici. Nel giugno scorso, infatti, ho avuto la gioia di accogliere un folto gruppo di artisti nella Cappella Sistina. Ora sono io a venire “a casa vostra” per incontrarvi personalmente, per sentirmi ancora più vicino a voi e, in questo modo, ringraziarvi di quello che siete e che fate. E nello stesso tempo da qui vorrei mandare a tutti questo messaggio: il mondo ha bisogno di artisti. Lo dimostra la moltitudine di persone di ogni età che frequentano luoghi ed eventi d’arte; mi piace ricordare tra questi le Vatican Chapels, primo Padiglione della Santa Sede realizzato sei anni fa sull’Isola di San Giorgio, in collaborazione con la Fondazione Cini, nell’ambito della Biennale di Architettura.»
«Vi confesso che accanto a voi non mi sento un estraneo: mi sento a casa. E penso che in realtà questo valga per ogni essere umano, perché, a tutti gli effetti, l’arte riveste lo statuto di “città rifugio”, un’entità che disobbedisce al regime di violenza e discriminazione per creare forme di appartenenza umana capaci di riconoscere, includere, proteggere, abbracciare tutti. Tutti, a cominciare dagli ultimi.»
«Il titolo del padiglione in cui ci troviamo è “Con i miei occhi”. Abbiamo tutti bisogno di essere guardati e di osare guardare noi stessi. In questo, Gesù è il Maestro perenne: Egli guarda tutti con l’intensità di un amore che non giudica, ma sa essere vicino e incoraggiare. E direi che l’arte ci educa a questo tipo di sguardo, non possessivo, non oggettivante, ma nemmeno indifferente, superficiale; ci educa a uno sguardo contemplativo. Gli artisti sono nel mondo, ma sono chiamati ad andare oltre. Ad esempio, oggi più che mai è urgente che sappiano distinguere chiaramente l’arte dal mercato. Certo, il mercato promuove e canonizza, ma c’è sempre il rischio che “vampirizzi” la creatività, rubi l’innocenza e, infine, istruisca freddamente sul da farsi.»
IL PAPA: "LE DONNE ARTISTE INSEGNANO", CITA FRIDA KHALO ED ALTRE
«Oggi abbiamo scelto di ritrovarci tutti insieme qui, nel carcere femminile della Giudecca. È vero che nessuno ha il monopolio del dolore umano. Ma ci sono una gioia e una sofferenza che si uniscono nel femminile in una forma unica e di cui dobbiamo metterci in ascolto, perché hanno qualcosa di importante da insegnarci. Penso ad artiste come Frida Khalo, Corita Kent o Louise Bourgeois e tante altre. Mi auguro con tutto il cuore che l’arte contemporanea possa aprire il nostro sguardo, aiutandoci a valorizzare adeguatamente il contributo delle donne, come coprotagoniste dell’avventura umana.»
«Care Artiste e cari Artisti, ricordo l’interrogativo indirizzato da Gesù alle folle, a proposito di Giovanni il Battista: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere?» (Mt 11,7-8). Conserviamo questa domanda nel cuore, nel nostro cuore. Essa ci spinge verso il futuro.
Grazie! Vi porto nella preghiera. E per favore, pregate per me. Grazie.»
“DALLE PAROLE DEL SANTO PADRE, L’ARTE COME ATTO DI POESIA E DI VERITÀ, E UNA RIFLESSIONE SULLA POVERTÀ.”
il Presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, ha presenziato, insieme al Curatore della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, Adriano Pedrosa, alla visita di Papa Francesco al Padiglione della Santa Sede, intitolato Con i miei occhi - commissario il cardinale José Tolentino de Mendonça, curatori Chiara Parisi e Bruno Racine – nella Casa di detenzione femminile della Giudecca e alla successiva Santa Messa in Piazza San Marco.
Nell'occasione il Presidente Buttafuoco ha dichiarato: “Il titolo della 60. Esposizione Internazionale d’Arte è Stranieri Ovunque, e mi ha colpito come il Santo Padre, oggi all’interno del carcere, abbia evocato un concetto che è parallelo a questa semina dell’odio che ci affligge. Così come esiste la xenofobia, ovvero la paura dello straniero, esiste qualcosa di diverso e di più profondo che è la paura della povertà. Ci siamo sforzati di capire come questa povertà, che l’altro Francesco ad Assisi aveva elevato a Madonna, sia diventata invece nel nostro orizzonte contemporaneo una sorta di continuo rancore, dettato anche dal consumismo, da un’impostazione della vita fugace. Dimentichiamo invece il sentimento primo del nostro incontro verso l’altro. Noi incontriamo l’altro perché, poveri dentro di noi, vogliamo riempire noi stessi dell’altro con l’incontro e il dialogo. Ciò è coerente con un’impostazione dove La Biennale, come istituzione, diventi il punto alto di intersezione dei raggi di una stessa luce, che in questo contesto ci richiamino non solo verso lo straniero che è in noi, ma soprattutto verso la povertà che è in noi. Il tempo della miseria invoca l’atto di poesia, l’atto d’arte, l’atto di verità: quello che abbiamo vissuto oggi”.
“Con i miei occhi – ha proseguito il Presidente Buttafuoco – è un titolo, quello del Padiglione della Santa Sede, che, al pari di Stranieri Ovunque, ci indica l’esatta lente attraverso cui guardare lo straniero per eccellenza, ovvero noi stessi. Carcere, malattia e calamità sono tre elementi che sono stati evocati. Dalle calamità si vede il coraggio della ricostruzione. Dalla malattia ne consegue la ricerca. Dal carcere, ed è un interrogativo, cosa emerge? Con Franco Basaglia la nostra civiltà ci ha liberato dai manicomi. La nostra civiltà giuridica deve ora condurci a cancellare il carcere. L’arte lo fa con un atto di poesia”.