GIORNATA DELL’ADESIONE ALL’ AZIONE CATTOLICA

Distribuiti centomila volantini per proseguire le riflessioni di Verona

L’8 dicembre è stata per l’Azione cattolica la giornata del “sì”, in cui i soci rinnovano o scelgono per la prima volta di aderire all’associazione. La Giornata dell’adesione è uno dei momenti forti dell’anno per i laici di Ac, che organizzano, all’interno delle comunità in cui sono presenti come gruppi parrocchiali, incontri di riflessione e di festa. Inoltre il giorno dell’Immacolata rappresenta la chiusura ufficiale della “campagna di tesseramento” e iscrizione che avviene con la benedizione e la consegna delle tessere durante le messe. Lo scorso anno pastorale sono stati 10.820 gli iscritti all’associazione sul territorio diocesano. Tra le iniziative che caratterizzeranno la giornata momenti di festa e di riflessione, oltre a incontri unitari tra adulti, giovani e ragazzi.

La giornata dell’adesione è vissuta in modo personale da chi si impegna pubblicamente davanti alla propria comunità, ma anche come spazio privilegiato del gruppo per far conoscere la realtà dell’Azione cattolica e il suo lavoro nella chiesa locale e diocesana. Quest’anno la festa è stata caratterizzata da un’iniziativa particolare: la presidenza diocesana ha ricordato che la Giornata dell’adesione si celebrava a ridosso del IV Convegno ecclesiale che ha visto delegati provenienti da tutta Italia riunirsi a Verona.

Per questo motivo l’Ac ha invitato tutti i soci a portare e approfondire nelle proprie comunità parrocchiali le intuizioni del Convegno ecclesiale, e ha preparato per l’occasione un volantino, intitolato “Una Chiesa che vive la speranza per il bene di tutti”, distribuito l’8 dicembre in centomila copie.

“Mettere in atto esercizi di speranza significa riempire di Vangelo le proprie giornate, esige un sapere pratico, un incremento di sapienza cristiana”, si legge nel volantino. Ma oltre alla speranza si sottolinea anche il ruolo dei laici, e sono le parole di Paola Bignardi, già presidente dell’Ac nazionale, a farlo: “alla comunità chiediamo che dia valore alla nostra vocazione non solo quando ci impegniamo come catechisti o animatori, ma che riconosca il valore della nostra fede spesa nelle situazioni di ogni giorno, quando il nostro impegno non contribuisce direttamente a sostenere le iniziative pastorali”. Un’altra grande attenzione va ai più deboli, alla necessità “dell’ascolto e dell’accoglienza delle attuali forme della fragilità” e di “riscoprire e rilanciare la sfida dell’educazione come vera passione per le donne e gli uomini del nostro tempo”.

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