IL RITO DI BEATIFICAZIONE

a cura di Alberto Gianoli

I riti di beatificazione sono atti propri del Papa e, fino al 2005, venivano celebrati quasi sempre a
Roma. In precedenza, fino al 1969, si svolgevano esclusivamente nella basilica di San Pietro in
Vaticano, a cura dei sacerdoti del capitolo della stessa chiesa. Mentre il Papa, che in quel giorno
pubblicava il “breve di beatificazione”, interveniva per un momento di preghiera in cui venerava il
nuovo beato.
Con San Paolo VI il rito solenne venne cambiato e da allora fu sempre presieduto dai papi, fino
all’intero pontificato di San Giovanni Paolo II. Le cose cambiarono nuovamente con Benedetto XVI,
che cominciò ad autorizzare le celebrazioni nelle diocesi di origine dei nuovi beati, così che potesse
esserci un maggior coinvolgimento dei fedeli, mantenendo a Roma solo le canonizzazioni dei nuovi
santi.
Presieduto da un delegato del Papa
Oggi le canonizzazioni continuano ad essere presiedute personalmente dal Papa, mentre è diventata
consuetudine che per le beatificazioni sia nominato un delegato, quasi sempre nella persona del
cardinale prefetto della Congregazione delle Cause dei santi. Così è anche per la celebrazione di
domenica 6 giugno prossima, quando a rappresentare papa Francesco interverrà il cardinale Marcello
Semeraro, da pochi mesi prefetto del dicastero che ha competenza per ciò che riguarda le procedure
che portano alla beatificazione e alla canonizzazione dei fedeli distintisi per santità di vita.
Il rito all’interno della celebrazione eucaristica
Il rito della beatificazione si svolge all’interno di una celebrazione liturgica e si inserisce nei riti di
ingresso, tra l’atto penitenziale e il canto dell’inno di lode. Domenica si aprirà con il vescovo,
monsignor Oscar Cantoni, che rivolgerà la petizione, a nome della Diocesi di Como e delle Suore
Figlie della Croce, perché il Santo Padre iscriva suor Maria Laura Mainetti nel numero dei beati.
Quindi, la postulatrice della causa di beatificazione, Francesca Consolini, proporrà un breve profilo
biografico della martire (riportato a pagina 5) e il cardinale Semeraro presenterà la lettera apostolica
con cui papa Francesco riconosce suor Maria Laura come beata. Del testo, in lingua latina, sarà offerta
una traduzione dal cancelliere vescovile, don Marco Nogara. Al termine della lettura, i fedeli presenti
daranno il loro assenso cantando l’amen, mentre sarà scoperta l’immagine della nuova Beata.
La realizzazione dell’arazzo con il volto di suor Maria Laura
L’arazzo, realizzato dalla Clerici Tessuto di Grandate, «è stato realizzato a partire da una fotografia ad
alta risoluzione – spiegano dalla ditta produttrice –. Si è scelto di utilizzare un tessuto di poliestere
molto pesante e resistente, dovendo poi, l’arazzo, essere esposto in un contesto all’aperto». La
stampa è stata realizzata con una tecnica particolare «chiamata stampa transfer – riferiscono dalla
Clerici Tessuto –: si procede stampando l’immagine su un supporto cartaceo con coloranti dispersi,
affine alla fibra di poliestere, trasferendola poi sul tessuto con una macchina, calandra per
trasferimento, che per mezzo di temperatura e pressione fissa l’immagine sul tessuto».UFFICIO STAMPA DELLA DIOCESI DI COMO
La reliquia e i ringraziamenti
Adornata di fiori, sarà quindi portata in presbiterio una teca, reliquiario che contiene una pietra intrisa
di sangue e raccolta in via Poiatengo, a Chiavenna, da una consorella di suor Maria Laura, nelle ore
dopo la scoperta del martirio. Il cardinale Semeraro venererà la reliquia con l’incensazione, mentre il
coro e l’assemblea si uniranno in un canto di gioia.
Il rito proprio della beatificazione, quindi, si concluderà con il ringraziamento che il vescovo Oscar, la
postulatrice Consolini e la superiora generale delle Figlie della Croce, suor Susana Felice,
rivolgeranno, per il tramite del cardinale Semeraro, a papa Francesco e, soprattutto, «al Padre di Gesù
Cristo e Padre nostro, al Dio tre volte santo». Cui sarà poi rivolto il canto dell’inno di lode «per aver
proclamato Beata la venerabile Serva di Dio Maria Laura Mainetti».
Un grande coro per animare la celebrazione
La celebrazione eucaristica con il solenne rito di beatificazione sarà animata da un centinaio di cantori
provenienti da tutto il territorio della Diocesi. A guidare il grande coro sarà il maestro Ezio Molinetti,
che da quasi quarant’anni è direttore della Corale Laurenziana, storica formazione chiavennasca di
voci polifoniche femminili. Assieme alla quale – presente con tutte le sue componenti – interverranno
alla celebrazione altri cantori provenienti da numerosi cori parrocchiali, come pure dalla Cappella
musicale della cattedrale di Como, dal Coro diocesano Jucundare e da quello della Scuola diocesana
di Musica e Sacra liturgia Luigi Picchi, che sarà rappresentata sia nella sezione di Como che in quella
di Sondrio. All’organo ci sarà il maestro Lorenzo Pestuggia.
Complesso lavoro di preparazione
Il lavoro di preparazione, visto anche il periodo di pandemia, è stato complesso e coordinarlo è
toccato a don Nicholas Negrini, responsabile della sezione Musica sacra dell’Ufficio diocesano per la
liturgia e maestro di cappella della cattedrale. Solo quattro le prove che si sono potute condurre in
presenza a Chiavenna, una a Como e due a Sondrio. Ma ogni cantore, già da settimane, ha ricevuto
le partiture polifoniche e, per ogni canto, le registrazioni da ascoltare online delle diverse voci. Sia
durante le prove che domenica, quando i cantori si ritroveranno già a partire dalle 9 del mattino,
saranno osservate scrupolosamente le norme anti covid, con attenzione al distanziamento
interpersonale e l’utilizzo della mascherina.
Don Nicholas, che durante la celebrazione guiderà l’assemblea e la sua partecipazione con il canto,
è soddisfatto del lavoro fin qui svolto e ricorda che «la beatificazione di suor Maria Laura Mainetti
scorre felicemente nell’alveo delle ultime celebrazioni diocesane come l’anno Innocenziano, la
canonizzazione di Luigi Guanella, la beatificazione di Nicolò Rusca e quella di Giovannina Franchi.
L’esperienza maturata è sicuramente tesoro da valorizzare». In particolare, per la celebrazione di
Chiavenna – sottolinea don Nicholas – «ci si inserisce in una linea di continuità con la beatificazione
di Nicolò Rusca e quella di Giovannina Franchi: quanto si è rivelato efficace in quelle occasioni viene
così ripreso».
La scelta dei canti
Per quanto riguarda la scelta dei canti si è voluto pensare a proposte che non siano utilizzabili solo
in occasione della beatificazione, «ma possano auspicabilmente diventare – spiega don Nicholas –
patrimonio comune delle nostre comunità cristiane. Per questo la scelta è quella di canti non
eccessivamente complicati sotto il profilo tecnico. Per quanto riguarda poi le parti dell’Ordinario, sarà
proposta la Messa Vaticano II di Luigi Picchi, come valorizzazione del repertorio diocesano,
conosciuto anche in ambito nazionale e non solo».
Nel repertorio individuato per la celebrazione e anche per il momento di preghiera e preparazione
che la precederà, una menzione particolare meritano due brani. Uno, “Croce di Cristo”, è stato scritto
dal vescovo, monsignor Oscar Cantoni, e musicato dal maestro Gioacchino Genovese. «In ricordo di
suor Maria Laura Mainetti nel giorno della sua beatificazione – si legge sulla partitura – e di tutti i
Santi, Martiri e Beati della Diocesi di Como e di tutta la Chiesa universale, a gloria della Santissima
Trinità Misericordia infinita, che li suscita in ogni tempo, testimoni gloriosi del suo eterno amore per
noi!».
Un canto scritto da monsignor Massimo Palombella e dedicato a suor Maria Laura
Significativo anche il canto alla presentazione dei doni: “Muore nel buio il chicco di grano. Inno alla
beata suor Maria Laura Mainetti”. Scritto dal maestro monsignor Massimo Palombella, dal 2010 al
2019 direttore alla Cappella musicale pontificia Sistina, prevede di essere introdotto dal suono di un
sestetto di ottoni provenienti proprio dalla Cappella Sistina. I quali accompagneranno con le loro
note anche altri brani della celebrazione. «L’inno, destinato ad una grande assemblea – spiega
l’autore, monsignor Palombella –, è composto da un breve ritornello con sei strofe, di cui l’ultima
dossologica. Il testo offre una sintesi della vita di suor Maria Laura Mainetti compresa in relazione
all’offerta della sua vita, al sacrificio, al martirio. Strofe e ritornello sono destinati immediatamente al
canto di tutta l’assemblea».
Nell’ottica di poter riprendere i canti anche al di fuori del contesto della beatificazione, «è offerta –
spiega Palombella – anche una versione par Coro a 3 voci dispari (soprano, contralto e baritono) con
una breve coda conclusiva. Si è cercato di proporre un’armonizzazione particolare al fine di rendere
interessanti e carichi di tensione movimenti melodici semplici - anche scontati - proprio per la loro
originale destinazione all’assemblea. Pur nella necessaria facilità, si è curata la diversificazione ritmica
di ogni battuta, istanza che appartiene intrinsecamente ad un colto gesto compositivo che, anche, e
soprattutto, nel canto assembleare, dovrebbe essere ricercato con molta attenzione».
La progettazione del palco
I fedeli presenti alla celebrazione saranno orientati verso il grande palco su cui si svolgerà l’azione
liturgica. La progettazione, allo scopo di realizzare uno spazio celebrativo dignitoso, liturgicamente
“performante” e, allo stesso tempo, di farlo con risorse contenute, è stata affidata all’architetto
Daniele Lissi. «Avevamo a disposizione – spiega – alcuni elementi del palco che, 25 anni fa, ospitò la
celebrazione con papa Giovanni Paolo II a Como, e precisamente il leggio - ambone, la cattedra e le
sedi vescovili. Mancava l’elemento principale, l’altare, e soprattutto serviva un’idea che armonizzasse
i vari poli liturgici. L’ispirazione è venuta dal principale “tesoro” del museo di arte sacra di Chiavenna, 
che fa parte del sistema museale diocesano: è la Pace di Chiavenna, esemplare eccezionale dell’arte
orafa medievale, risalente al IX secolo, che trae il suo nome dal fatto che in età moderna veniva offerta
al bacio dei fedeli al momento dello scambio della pace. In origine era però il fronte della legatura di
un evangeliario. La bellezza dell’opera è racchiusa nella croce gemmata e negli smalti vitrei: i colori,
le geometrie, le proporzioni sono state il punto di partenza del progetto. È nato così il basamento
dell’altare e il pannello centrale dell’ambone, con un elemento geometrico che si ripete e che riprende
colori e forme dell’opera antica, quadrati e losanghe tra il blu, il bianco, il verde e il celeste. Tutto
racchiuso in pannelli color oro, rimando al metallo prezioso con cui la Pace è realizzata, simbolo
iconico della gloria di Dio, che si manifesta nei santi».
Il progetto liturgico del palco – di notevoli dimensioni, ben 18 metri di larghezza e 12 di profondità
– è completato con la cattedra e con tutte le altre sedi vescovili poste attorno all’altare, a distanza
adeguata per rispettare le norme anti-covid.

PRESIDENTE E CONCELEBRANTI PRINCIPALI DELLA MESSA SOLENNE

1. S.Em.za cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi
2. S.E. Mons. Oscar Cantoni, vescovo di Como
3. S.E Mons. Dante Lafranconi, vescovo emerito di Cremona (originario della Diocesi di Como)
4. S.E. Mons. Marco Busca, vescovo di Mantova
5. S.E. Mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema
6. S.E. Mons. Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano
7. S.E. Mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona
8. S.E. Mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia
9. S.E. Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma
10. S.E. Mons. Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano
11. S.E. Mons. Luca Raimondi, vescovo ausiliare di Milano
12. S.E. Mons. Luciano Pacomio, vescovo emerito di Mondovì
13. S.E. Mons. Luigi Stucchi, vescovo ausiliare emerito di Milano
14. Rev.mo Padre Dom Ugo Tagni, abate emerito della Comunità cistercense (originario della Diocesi)
15. M.to Rev.do Mons. Jean-Paul Russeil, vicario generale dell’Arcidiocesi di Poitiers

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