Padre Ugo Decensi addio. Lascia l'OMG, l'avventura iniziata a Poxoreo in Mato Grosso (Brasile)

Al nostro ricordo associamo quello di Guido Visini uno dei primi volontari dell'OMG

Padre Ugo Decensi addio
94 anni non spesi bene ma benissimo lungo un percorso che partendo da Polaggia, sesto figlio di papà Vincenzo, lo ha portato a rendere l'anima al Signore a quasi 11.000 km da qui, in Lima, capitale peruviana. 11.000 km percorsi si quello che è diventato un binario ove corre un flusso continuo di autentica solidarietà, reale, concreta, esemplare.
I casi della vita.
Correva l'anno 1955 e i salesiani organizzarono particolari esercizi spirituali a San Vito di Cadore con una cinquantina di partecipanti. Fra questi sette valtellinesi dell'Oratorio S. Rocco di Sondrio alla guida del Toni Bertini, vignaiolo DOC, allora colonna dell'Oratorio e della sua Filodrammatica. Quegli esercizi di solito non erano rose e fiori perchè fra preghiere e riflessioni di ore ne passavano parecchie per cui dopo un po', absit iniuria verbis, inevitabilmente cominciava a correre una certa insofferenza. Lassù, a San Vito a guidare l'iniziativa c'era un giovane prete, anzi un giovane salesiano dai modi innovativi lontani rispetto a quelli un po' bruschi di quell'icona che era il Don Borghino, Sant'uomo, o rispetto alla flemma del Don Mirabelli o ancora alla finezza del Don Scalvini. Quel 31enne di Polaggia era riuscito a trasformare giorni costantemente di severo impegno in qualcosa di diverso, quasi una scampagnata alternando l'approfondimento a momenti di svago con i numerosi turisti. Non solo. Volle portare il gruppo, quasi tutti gente di pianura, in una traversata da brivido ad alta quota dal Cadore al Carnia con Messa conclusiva quasi a mezzanotte prima di  cenare e senza alcuna insofferenza dato l'orario,
Perchè questi ricordi?  Per una questione di fondo. Per quello che allora si comprese, per quello che sarebbe stato confermato nei decenni successivi. Quel 31enne di Polaggia che aveva avviato e diretto l'iniziativa, a sorpresa, veniva visto da tutti, o quasi, “un prete di un altro pianeta”. Basta guardarsi intorno oggi, vedere in questi giorni a Sondrio i giovani del Mato Grosso che stanno raccogliendo ancora una volta tutto quello che una diffusa affettuosa solidarietà mette a disposizione, sentire i racconti di quello che si passa in zone poverissime nelle quali con Padre Ugo è arrivata e si è dispiegata, nel concreto, la Legge dell'amore.
L'ESPERIENZA DI GUIDO VISINI
“Quando lo incontravi ti gettava addosso il suo sguardo profondo, ascetico e profetico. Sì, perché l’ho sempre considerato un profeta. Un profeta per quello che predicava, un profeta per quello che faceva, un profeta perché ti incantava e ti trascinava. “Cosa stai facendo per i poveri” ti chiedeva; sei giovane, dona un po’ del tuo tempo a servizio del terzo mondo che soffre. Ha educato migliaia di giovani nella sua lunga vita. Cominciò, giovane prete salesiano, ad Arese nella casa dove venivano mandati dal tribunale dei minori di Milano i ragazzi difficili, con precedenti penali, con difficoltà ad inserirsi nel mondo così detto normale. Don Ugo per 20 anni fu illuminato educatore di questi giovani sbandati finchè nel 1967, con don Luigi Melesi e don Bruno Ravasio diedero inizio  “all’operazione Mato Grosso” (OMG). Fu in quell’anno, che tramite un’amica, ebbi modo di conoscerlo e ne fui subito affascinato dalle sue visioni, dal suo modo di scuotere la tua coscienza, dai progetti che aveva per andare in soccorso ai poveri dell’America Latina. Si chiama OMG perché questa avventura iniziò a Poxoreo in Mato Grosso (Brasile) dove operava il missionario salesiano don Pedro Melesi (fratello di don Luigi recentemente scomparso). La prima spedizione con 24 ragazzi, soprattutto del milanese, partì nella tarda primavera dal porto di Genova diretta verso il Brasile. Portavano con sè materiali meccanici, elettrici  e strumentazione edile per aiutare don Pedro nelle necessità della missione. Restarono per 4 mesi e fu un vero successo di entusiasmo. Le notizie che giungevano stimolavano anche noi a fare delle scelte, anche dure e di sacrificio, per i poveri. Don Ugo, che in quel periodo era ricoverato all’ospedale di S. Corona di Pietra Ligure, faceva da megafono alle notizie che arrivavano da laggiù scrivendo più di 50 lettere al giorno. Il suo carisma ti coinvolgeva e ti conquistava, tant’è che 1968 partii anch’io per l’Ecuador a Sucua, (missione  iniziata il 2° anno dell’OMG). In quell’anno eravamo in 3 di Sondrio: don Rosa direttore dell’oratorio S. Rocco, Roberto Bartesaghi e il sottoscritto. Don Ugo ci disse che uno dei tre doveva andare in Ecuador ed io scelsi quella destinazione (e là da Quito in un vecchissimo aereo con motore il fiamme - ndr). Furono 4 mesi di intenso lavoro; 23 giovani, provenienti da tante parti d’Italia che avevano accolto l’invito di don Ugo. Questi diceva: “anziché
Protestare (era il 1968) , contestare sporcatevi le mani aiuitando chi ne ha bisogno”. Da allora l’OMG è cresciuta e si è allargata ad altre Nazioni dell’America Latina ed ancor oggi opera con più di 2000 volontari (fra Sud America e Italia). Tanti giovani che sono andati in quelle terre vi sono rimasti e sono diventati educatori e responsabili delle scuole in cui, oltre ad apprendere notizie generali, si apprende un mestiere una professione. Don Ugo nel 1976, nonostante la sua non buona salute, decise di occuparsi in prima persona della missione in Perù a Chacas nella cordigliera delle Ande dove è rimasto fino a poco tempo fa. Lì costruì scuole, una centrale elettrica, laboratori di falegnameria, di meccanica di agricoltura e di sartoria. Quanti dovranno ringraziarlo per aver appreso una professione che gli permetterà una vita migliore. Nell’ultimo periodo si è trasferito poi a Lima dove è morto, perché l’aria rarefatta delle Ande non si addiceva alla sua salute alla sua età. Verrà sepolto, come da suo volere, nella cordigliera delle Ande a Chacas a 3500 mt.s.m. Don Ugo, con lungimiranza ha già provveduto a dare una struttura solida all’operazione Mato Grosso che continuerà ad operare nel suo segno e secondo il suo esempio e i suoi insegnamenti. Noi che siamo stati affascinati, trascinati e coinvolti  dalla sua personalità e dal suo esempio lo piangiamo ricordandolo per il bene che ha fatto anche a noi. Ciao Don Ugo, amico fraterno e maestro di vita. Grazie Signore per avermelo fatto incontrare e percorso assieme un tratto della vita.

 

Guido Visini
Fatti dello Spirito