Sondrio al Family Day. Cronaca e impressioni
IL CIRCOLO LA CROCE SONDRIO AL FAMILY DAY 2016 ALL’INSEGNA DELL’AMORE PER DIFENDERE LA FAMIGLIA E I BAMBINI
Il Circolo La Croce di Sondrio venerdì sera alle 21 è partito da Sondrio con un pullman per partecipare al Family Day di sabato 30 gennaio al Circo Massimo di Roma, manifestazione contro l’approvazione del DDL Cirinnà sulle unioni civili e la stepchild adoption.
Dopo una breve sosta per la Santa Messa, presso la Basilica Papale San Paolo fuori dalle mura, il nostro gruppo della provincia di Sondrio ha raggiunto per primi il catino del Circo Massimo dove ha preso posto in prima fila già alle 9 di sabato mattina.
Poi, pian piano,sono arrivati una fiumana di famiglie, di persone, con passeggini, bambini, plaid e pranzi al sacco. Il Family Day al Circo Massimo è diventato così un gigantesco ritrovo all'aperto per le famiglie. Ragazzi con la chitarra che cantavano "Risorgerò" e c’era chi esibiva dei cartelli con "No alle unioni civili", ecc. La piazza del Family day è così lievitata di partecipazione e nel pomeriggio ha segnato il parto di un movimento italiano venuto a Roma per Amore per difendere la famiglia e i bambini. Striscioni, cori e accenti apocalittici con incorporati messaggi al governo a non sdoganare, per nessun motivo, le unioni civili. "#Renziciricorderemo" recitava lo striscione che, meglio di altri, illustrava gli umori del Circo Massimo e anche le pulsioni di un palco0. Il terzo Family Day è stato, soprattutto, imponente.
Ad aprire la manifestazione Massimo Gandolfini, organizzatore della manifestazione con il Comitato Difendiamo i nostri figli. Dal palco poi sono stati esposti casi esteri di uteri in affitto (con interventi rigorosamente contro): in scaletta tre testimonianze, una americana, una croata e una ungherese.
"A noi la battaglia, a Dio la gloria!" chiude il suo intervento il neurochirurgo bresciano Massimo Gandolfini, leader della piazza che si oppone a a tutto: unioni civili, stepchild adopion, affido rafforzato.
Tutti cavalli di Troia per attentare "all'unicità della famiglia", quella tradizionale con "papà e mamma", rappresentata in molti striscioni con due bambini, "maschietto e femminuccia", secondo un'Italia che riafferma la sua idea di futuro, con accenti forti e toni biblici. La protesta in rima per bloccare "senza se senza ma il ddl Cirinnà" si dipana in un pomeriggio mite ed all’insegna della amore verso tutti e tutto.
Popolano il Circo Massimo Le sentinelle in piedi, Alleanza Cattolica, Comunione e Liberazione, Scienza e Vita, Neocatecumenali, Rinnovamento per lo Spirito, Movimento per la Vita, il Forum delle Famiglie, Casa Pound, ecc. Politica in fibrillazione e con presenza trasversale. Si va dal nuovo centrodestra di governo a quello di opposizione. Ecco il ministro Luciano Galletti, l'ex ministro Maurizio Lupi (per Angelino Alfano è presente la moglie ma si dice "d'accordo in tutto e per tutto"), Maurizio Sacconi e Nico D'Ascola (Ap), Maurizio Gasparri ed Elisabetta Gardini (Forza Italia), Roberto Maroni (Lega nord). E poi Giorgia Meloni, Renato Schifani, Roberto Formigoni, Renato Brunetta e Carlo Giovanardi, Beppe Fioroni, ecc,.
Occupano la scena le Regioni pro Life (Lombardia, Veneto e Liguria) con i loro Gonfaloni sul palco e tutte le regioni vengono citate una ad una - con chiamata stile ola – come manifestazione di popolo, "nata dal basso, spontaneamente".
"Renzi ci ricorderemo" recita lo striscione più visibile dal palco di una mobilitazione che nelle parole del promotore Massimo Gandolfini (Difendiamo i nostri figli) è un monito al premier contro l'approvazione della legge sulle unioni civili: "Siamo laici e votiamo tutti i partiti politici. Seguiremo passo dopo passo la discussione sul disegno di legge e vedremo chi ci aiuta e chi ci oscura".
I promotori vogliono allontanare ogni sospetto di manifestare contro i gay: "Non siamo in guerra con nessuno, ci appelliamo a una legge laica che è l'art 3 della Costituzione contro le discriminazioni".
Mario Adinolfi, molto conosciuto e acclamato come una star, rincara la sfida al presidente del Consiglio e galvanizza la folla: "Siete arrivati in pullman con i bambini in braccio e avete cambiato la storia di questo paese. Una piazza così non si era mai vista. Il palazzo vi ascolti". “Oggi diciamo che i diritti civili esistono e sono i diritti dei bambini, i bambini non si pagano. Il DDL Cirinnà vuole mettere il cartellino del prezzo sul ventre delle madri!”
Dalle prime file si alza una selva di cartelli che ripetono: "Sbagliato è sbagliato anche se dovesse passare la legge". A pochi metri di distanza un enorme manifesto: "Cirinnò". E fogli incartonati scritti a pennarello: "Renzi sciagura dell'Italia".
Prende la parola l’avv. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita, a cui seguono altri interventi tra cui quello di Costanza Miriano (Comitato organizzatore) e Massimo Gandolfini (coordinatore Comitato organizzatore) che, per la loro bellezza e perché danno tutte le risposte a chi avesse ancora dei dubbi, trascrivo integralmente.
Intervento di Costanza Miriano (Comitato organizzativo)
Sono sicura che se siete venuti qui partendo di notte, attraversando il mare e le montagne, rinunciando magari ai soldi per un vestito nuovo, non è solo per dire no a una legge sbagliata. Siamo qui perché la vita è una cosa seria, e quando è minacciata abbiamo il dovere di alzarci in piedi, non con rabbia ma da risorti.
Siamo qui a dire che la famiglia è il vero bene dell’uomo, di ogni uomo, è un patrimonio di tutti, e le leggi che la feriscono sono una sconfitta per l’umanità, tutta.
Noi non siamo qui a combattere per i principi, noi siamo qui per le persone, per la loro carne e per la loro anima. La famiglia è l’unione di un uomo e di una donna aperti alla vita, e non c’è bisogno di essere cristiani per capirlo. La famiglia è il luogo in cui i bambini imparano a voler bene, vedendo i genitori che continuamente, ogni giorno si perdonano per il fatto di essere così diversi, maschio e femmina.
Ma se il pensiero unico nella parte ricca del mondo cerca di dire un’altra cosa, noi cristiani vogliamo continuare a dire la verità dell’uomo.
La verità di ogni uomo è Cristo, anche per chi non lo conosce ancora, e noi abbiamo la gioia di annunciarlo, con umiltà e con fermezza, senza giudicare ma raccontando quello che ha guarito e salvato le nostre vite ferite.
Noi donne abbiamo un compito speciale. Le nostre viscere sanno cosa vuol dire custodire la vita. Anche quelle che non hanno avuto la gioia di essere madri hanno il compito di chinarsi sulla vita quando è più debole e di aiutarla a crescere. Noi donne, a cui Dio ha affidato l’uomo, dobbiamo aiutarlo ad alzare lo sguardo, a vedere il bene e la bellezza a cui ogni uomo è chiamato. Riprendiamoci questo ruolo che stiamo dimenticando per emanciparci, torniamo a essere vere donne capaci di accoglienza, e se lo faremo i nostri uomini torneranno a essere capaci di grandezza.
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Quello che avrei voluto aggiungere se avessi avuto più tempo, invece è:
Ci dicono che siamo in ritardo, che dobbiamo far presto ad approvare questa legge per metterci alla pari. Ma alla pari con chi? Quali sono i paesi che stanno avanti?
Quelli che vogliono che a nessun bambino down sia permesso di vivere?
Quelli che vogliono l’eutanasia per i bambini malati e i vecchi improduttivi?
L’aborto sempre, anche al sesto mese?
Quelli stanno avanti nel declino di questa Europa in cui si nasce sempre di meno e ci si suicida sempre di più?
Noi siamo l’Italia e fermeremo questa ondata che sta sconfiggendo l’umanità. A noi che fondavamo il diritto quando i barbari ancora si tingevano la faccia, non ce ne importa niente se “ce lo chiede l’Europa”. Ce lo chieda pure, ma noi diciamo no.
Fermiamo questa legge che chiama diritti i desideri,
fermiamo questa legge che chiama civili pratiche barbare come l’utero in affitto,
fermiamo questa legge che non vuole il vero bene delle persone omosessuali (e tanti sono qui con noi),
e metteremo un fronte nel cuore dell’Europa. Fermeremo la sconfitta dell’umanità nella culla della civiltà occidentale.
E un’altra cosa che avrei voluto dire è questa:
La battaglia per la verità sull’uomo e sulla donna è una battaglia del bene contro il male, e non sarò mai abbastanza grata a Kiko Arguello, senza il quale niente di questa meravigliosa avventura sarebbe cominciato, per aver ricordato che stiamo combattendo una battaglia di natura escatologica.
Intervento conclusivo di MASSIMO GANDOLFINI (Coordinatore Comitato organizzativo)
"Ogni tanto si sente dire che l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa, perché in Europa occidentale è l’unico Stato che non ha una legislazione riguardante le unioni civili.
Chiariamo un concetto: io reputo che l’Italia non è il fanalino di coda ma il faro che indica la civiltà all’Europa perché è profondamente incivile programmare la nascita di un bambino orfano e io credo che il movimento femminista, che io ebbi modo di conoscere negli anni Settanta all’università e che si batté per l’emancipazione e per la tutela e il rispetto e la dignità della donna, dovrebbe vomitare di fronte all’idea che si possa comprare l’utero di una donna. Il rapporto che esiste fra il bambino e la mamma è un rapporto totale, non è soltanto un rapporto biologico, la mamma non passa al bambino soltanto il sangue e le sostanze nutritizie di cui ha bisogno, ma la mamma stabilisce con il bambino la prima relazione primordiale che esiste fra due persone. Tutti noi abbiamo conosciuto la prima relazione nell’utero della nostra madre. L’utero di una donna non è un forno all’interno del quale costruire un manufatto, la mamma del bambino, che cresce con questa abominevole pratica dell’utero in affitto, è la donna che lo ha gestato dentro di sé per nove mesi.
Vorrei ricordare a tutti voi che siete qui che non tanto tempo fa il Parlamento ha approvato una legge sul cosiddetto “benessere animale” per la quale quando una cagnolina nel canile fa i suoi cuccioletti, quando sono nati si ha l’obbligo di mantenere i cuccioli attaccati alla madre per tre mesi perché deve consolidarsi questo rapporto materno. Com’è possibile rispettare i cagnolini, mentre un bambino viene strappato dall’utero della madre? Questa è inciviltà pura e questo va detto: non è possibile che esista una classe politica ideologica che è pronta a negare tutto questo.
Non si può trasformare il desiderio in un diritto. Uno psichiatra vivente di area non cattolica ha scritto un bellissimo libro di cui faccio una citazione a memoria. Lui considera l’uomo come un essere desiderante. Arriva a dire che noi viviamo perché desideriamo e desideriamo perché viviamo E che cosa desideriamo? Sempre un nostro vantaggio. Ma da uomo onesto intellettualmente dice anche che il desiderio ha un limite, se non ci accorgiamo che non stiamo mettendo limite al desiderio, quest’uomo andrà incontro, e sono parole sue, alla psicosi, alla nevrosi, alla follia. Oggi stiamo vivendo in una società che, non ponendosi più limite, sta diventando una società folle.
Questo disegno di legge Cirinnà, che non è accettabile dalla prima all’ultima parola, rende assolutamente necessario che si debba fare un’operazione radicale: non si tratta di mettere a posto qualcosina o di cambiare tre o quattro paroline per renderlo accettabile, non si può fare un’operazione di maquillage, ma deve essere totalmente respinto.
Lo diciamo con assoluta chiarezza, onestà e lealtà. Quando qualcuno cerca di modificare [il disegno di legge] per cui non parla più di stepchild adoption, l’adozione del figliastro che tutti sappiamo bene cosa vuol dire (l’utero in affitto e tutto quello che ci sta dietro) e si inventa nuovi istituti giuridici come l’“affido rafforzato”: questo non è nient’altro che un vero e proprio tentativo di far passare in maniera surrettizia una condizione che è esattamente identica all’adozione. È inutile usare la parola affido. La legge italiana stabilisce che l’affido nasce nel momento in cui esiste una famiglia che si trova in condizione di disagio e criticità e allora, per il grande benessere del bambino, questo bambino viene allontanato dalla famiglia e viene dato a un’altra famiglia che lo possa accudire e allevare ed aiutare e nel frattempo si spera che la condizione di origine della famiglia possa essere in qualche misura sanata.
Ma quando si profila una sorta di “affido rafforzato”, per cui il bambino viene tolto non da una famiglia, perché questa famiglia già non c’è, e viene messo in una condizione per la quale l’affido dura fino al compimento del diciottesimo anni, dopodiché sarà il ragazzo a 18 anni a decidere, capiamo tutti che è un’adozione mascherata da affido. Ed è per questo che è inaccettabile.
Si possono fare delle mediazioni su alcune strutture, ma quando viene messa in discussione la verità stessa dell’uomo, la sua antropologia, non si possono fare mediazioni. Se si compone e accetta una legge per la quale le unioni civili sono sostanzialmente, dal punto di vista strutturale, omologate alla famiglia, società naturale fondata sul matrimonio, si fa un enorme confusione per cui non esisterà più la famiglia, ma esisteranno modelli variabili e confusi di famiglie. E chi saranno le vittime principali? I nostri figli. Perché le legge ha il valore e la potenza di poter cambiare la cultura di un popolo. Bisogna stare molto attenti quando si approvano delle leggi distruttive.
Pensate alla nostra Costituzione, è stata scritta negli anni immediatamente successivi alla guerra, nel ’47-’48, e sappiamo tutti che erano presenti nell’assemblea costituente punti di vista, culture, tradizioni, religioni, persone che provenivano da storie addirittura opposte. Si trovò un virtuoso equilibrio sulla famiglia, strappando la famiglia da quelle formazioni sociali nelle quali si esplica la personalità dell’uomo. Perché si è fatta questa operazione? Perché non andiamo a leggere gli atti della costituente? Se lo facessimo scopriremmo che la famiglia è stata estrapolata dalle formazioni sociali perché la famiglia ha un valore assolutamente unico, che non può essere equiparato a nient’altro e i padri costituenti hanno voluto chiamarla “società naturale fondata sul matrimonio”.
Cosa vuol dire naturale?
Innanzitutto che lo Stato stesso, la legislazione stessa, il diritto stesso prende atto di qualcosa che lo precede, lo riconosce e lo garantisce. E naturale, cari amici, vuol dire che esiste soltanto una relazione affettiva che ha la possibilità di determinare la procreazione della specie umana ed è il rapporto fra un uomo e una donna uniti da un legame affettivo talmente alto che dobbiamo avere il coraggio di chiamare con la parola che gli compete: un amore talmente alto che richiede anche una complementarietà dei corpi. Ed è da questa complementarietà che scaturisce la scintilla della vita. Tutti noi siamo nati da un uomo e una donna, questo significa società naturale. Le altre sono delle alchimie più o meno mediche e tecnoscientifiche ma che vanno a violare nel profondo l’istituzione stessa, la natura stessa dell’uomo.
Ai giovani vorrei dare una parola, permettetelo, sopratutto a quelli che non hanno ancora chiara la vostra missione e vocazione: quello che facciamo oggi contrastando questa legge ha un enorme valore antropologico, l’uomo è caratterizzato da tante attività nella sua vita, abbiamo tante forme nelle quali esplicitare il nostro carattere, inventiva, capacità. La natura umana è caratterizzata da tantissime funzioni. Quando abbiamo fame mangiamo, quando abbiamo sete beviamo, quando abbiamo freddo ci copriamo e così via, ma la sessualità non è una funzione fra le tante. Perché alla sessualità è legata la scintilla della vita e la scintilla della vita ha bisogno di una fusione di corpi che conosce inizialmente un rapporto che significa amore. E l’amore, cari giovani, significa avere la capacità di spendersi e donarsi per un altro al punto tale che da questo può nascere una vita nuova. Dobbiamo dirlo con forza: il sesso non è il piacere sessuale, il sesso è la procreazione, la trasmissione della vita, è una creatura nuova, è un dono di Dio. Il sesso ci fa partecipi dell’opera creatrice di Dio.
È per questo, carissimi amici, che vogliamo dare una parola molto chiara anche ai parlamentari che ci stanno cercando. Una parola seria perché le televisioni mi chiedono: «Ma in fondo che bisogno c’è di riunire una piazza?». Perché è l’unico modo civile e onesto per noi che siamo gente povera, che non ha nessuna lobby multinazionale potente a difenderci, che veniamo qui con i nostri soldi ed è l’unico modo che abbiamo per poter mostrare realmente qual è il comune sentire degli italiani. Noi non vogliamo ghettizzare nessuno, non vogliamo mancare di rispetto a nessuno e fare guerra a nessuno, ma vogliamo dire con assoluta chiarezza che il tessuto della nazione sono queste famiglie, questa lealtà, questa onestà e che queste famiglie vanno sostenute.
Abbiamo un welfare nei confronti della famiglia che fa davvero ampi buchi, provate a pensare cosa sarebbe stata la crisi economica se non ci fosse stata la forza del tessuto familiare. I nonni che si sono interessati dei figli perché hanno perso il lavoro. Le famiglie che si interessano dei ragazzi perché in condizione di disoccupazione e crisi. Questo è l’enorme tessuto che verrebbe scombinato dall’idea che possano esistere forme di relazione affettiva per cui già oggi si parla della possibilità di poligamia, poliandria e così via (l’altra sera ero a “Virus” e ne ho sentite di tutti i colori). Questo è lo stravolgimento dell’essenza e della natura umana e noi a questo dobbiamo con tutte le forze opporci, mostrando il volto bello della famiglia, questo tipo di solidarietà dentro la famiglia e fra le famiglie.
Allora cosa vogliamo dire ai nostri amici? Sono sicuro che qui è rappresentato tutto il popolo di Dio e italiano, quindi gli elettori di tutti i partiti. Allora ascoltate bene: vanno aperti gli occhi e dovete guardare con assoluta lealtà e chiarezza chi sono coloro che vi stanno aiutando e a chi sono coloro che invece vi oscurano. E vogliamo mandare un grande messaggio: guardate che i passaggi di questa legge, noi li seguiremo minuto per minuto e vedremo benissimo chi ha raccolto il messaggio di questa piazza o chi invece l’ha preso e se lo è messo sotto i tacchi.
Dovremmo tutti avere ben chiaro che esistono delle condizioni nella democrazia parlamentare rappresentativa per le quali ognuno di noi può far sentire la propria voce ed è il momento delle elezioni. Dobbiamo ricordarci chi davvero si è messo dalla parte della famiglia, dalla parte della tutela dei bambini, dalla parte del diritto di un bambino ad avere un papà e una mamma. E chi invece, magari travestendosi in altro modo, si è dimenticato di questo diritto rendendo possibile l’abominevole pratica dell’utero in affitto. Perché è una balla quella di dire che questo riguarderà i bambini futuri e non di oggi.
Allora guardiamo i dati: i bambini che oggi vivono nelle condizioni di essere in una famiglia, diciamo così omogenitoriale, e lo dice, non Massimo Gandolfini, ma l’Istat sono 528. L’altra sera ho sentito uno che ha sparato la solita cifra, 100 mila bambini che stanno vivendo in famiglie omogenitoriali. Ma state scherzando? Come si fa ad elevare a verità una menzogna di questo genere? Se si approva una legge che permette un segmento, l’ulteriore segmento si realizzerà immediatamente. Perché è chiaro che se il partner omosessuale andrà in un altro paese a fare l’utero in affitto e tornerà a casa, a quel punto bisognerà prendersi cura di quella condizione e il meccanismo della “stepchild adoption” renderà di fatto legittimo e possibile l’utero in affitto.
Un altro appello vorremmo lanciare alla classe politica anche con una piccola parola provocatoria. Ma l’Italia è un paese ricchissimo? Cioè si trova in una condizione per la quale ha un surplus di denaro e risorse che non sa dove mettere e quindi potremmo, ad esempio, allargare la possibilità della pensione e tutte queste cose che sapete? Allora andiamo ancora a guardare l’Istat per evitare di sparare a caso: in Italia ci sono un milione e 420 mila famiglia su 14 milioni di famiglie che vivono al di sotto del livello di soglia di povertà. Allora, un sano principio di giustizia vuole che le risorse vengano allocate innanzitutto dove esiste la miseria per cercare di togliere quelle famiglie dalla miseria e non per cercare di compiere e di realizzare capricci altrui.
Ed è questo l’altro messaggio che vogliamo lanciare ai nostri parlamentari e alla classe dirigente. Stavo dicendo poc’anzi che tutte le volte che possiamo esercitare il nostro diritto democratico di elezione e di voto dovremmo avere ben chiaro chi stiamo votando e la persona che stiamo votando. Sì, la persona, anche se a volte si dice che le elezioni amministrative contano di meno e che sono quelle politiche che contano… Non è così, perché al governo di una Regione, al governo di un Comune che ci sia una persona che ha un sentire come quello che abbiamo cercato di rappresentare oggi o una di sentire opposto non è l’identica cosa.
Guardate i fatti della storia: com’è stato possibile bloccare l’introduzione di fatto del matrimonio gay attraversi le registrazioni nei vari registri comunali se non grazie anche a prese di posizioni coraggiose, ma rigorose e rispettose della legge? Quando si è avuto il coraggio di dire che questo in Italia non è fattibile. Grazie al coraggio di singoli sindaci che hanno avuto il coraggio di dire: “Questo in Italia non si fa”.
Vorrei soltanto concludere con una parola certamente più alta della mia. È stato molto bello che il Santo Padre, papa Francesco, abbia rivolto a tutti noi delle parole che sono di un peso altissimo e ci riconducono nell’intimo più profondo della coscienza. E vorremmo anche fare un appello alla coscienza dei parlamentari. Se davvero ci sarà la possibilità che possono esprimersi secondo coscienza, mi permetto di dire: «Valutate bene la vostra coscienza, perché un giorno delle azioni che farete dovrete rendere conto». Papa Francesco ci ha ricordato che la Chiesa ha indicato al mondo che non può esserci confusione fra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione.
L’ultima parola la voglio lasciare a san Giovanni Paolo II: è un incoraggiamento a tutti noi. Cari amici, siamo delle formichine è vero non abbiamo nessun potentato economico alle spalle, è vero, ma abbiamo certamente qualcuno che ci ascolta e sopratutto abbiate la certezza di questo: diceva madre Teresa di Calcutta che tante piccole gocce fanno l’oceano pacifico. «Non vi spaventi la difficoltà del compito. La storia dell’Europa dimostra che non di rado salti qualitativi della sua cultura sono stati propiziati dalla testimonianza spesso pagata con il sacrificio personale di pochi coraggiosi, perché la forza della verità si impone, perché è la verità».
Tanti mali che oggi la nostra Italia, e anche la nostra Europa, sta patendo ci sono perché, tanti anni fa, ha apostatato le radici giudeo-cristiane dell’Europa. Allora non ci spaventi il compito. Siamo delle formichine, ma tutti quanti insieme possiamo costituire davvero un’alta voce di ordine morale e anche un’alta voce di ordine sociale e politico. Perché davvero non possiamo mai dire che tutto è perduto.
A noi la battaglia, a Dio la gloria. (cui segue l’applauso lunghissimo di 2 milioni di persone)
Poi il Family Day 2016 si chiude nel modo migliore con le note di “Nessun Dorma”, celeberrima aria della Turandot di Puccini, cantata dal famoso tenore Francesco Grollo e da tutti i presenti.
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Si segnala: " http://www.gazzettadisondrio.it/speciali/01022016/unioni-civili-egoismo-... " (NdD)