UNA CITTÀ PER I RAGAZZI - Educare all’ecologia integrale
L'11 novembre partirà la nuova rassegna "La città dei ragazzi" edizione 2021-22 che ha per titolo "EDUCARE ALL'ECOLOGIA INTEGRALE - Alla ricerca dell’equilibrio nel rapporto con sé stessi, gli altri ed il mondo".
Come gli scorsi anni, gli argomenti trattati ed il livello dei relatori sono di assoluto valore. Ci spiace però dover svolgere gli incontri ancora sulla piattaforma Zoom e non in presenza, ma le difficoltà organizzative ci hanno indotto a ripercorrere questa via. Invitiamo tutti gli insegnanti e gli educatori ad iscriversi per poter ottenere l'attestato di partecipazione rilasciato da Diesse Lombardia. Attendovi tutti il prossimo 11 novembre alle ore 20:45
Silvio Ciccarone e Gianantonio Spagnolin, "Associazione Family Day - Difendiamo i Nostri Figli" Sondrio --- EMAIL: sondrio@difendiamoinostrifigli.it
Il Family Day – Difendiamo i Nostri Figli APS di Sondrio propone una nuova edizione degli incontri
sull’educazione dedicati a genitori ed insegnanti “La città dei ragazzi”, intitolata quest’anno “Educare
all’ecologia integrale - Alla ricerca dell’equilibrio nel rapporto con sé stessi, gli altri ed il mondo”.
Il tema ecologico negli ultimi decenni è salito via via nella scala delle priorità dei governi e
dell’opinione pubblica fino a divenire il primo dell’agenda internazionale, scalzato solo dalla pandemia
causata dal COVID-19.
Questo crescente interesse ha effetti su tutti gli ambiti dell’agire umano: dalla politica, all’economia,
alla religione, alla convivenza umana, all’educazione delle nuove generazioni. Abbiamo per questo
deciso di occuparcene, affinché l’emergenza ecologica sia compresa in tutti i suoi aspetti e non in
modo riduttivo, per poterne trarre i debiti, fondamentali insegnamenti.
L’atteggiamento umano, soprattutto a partire dalla rivoluzione industriale, è stato improntato ad
uno sfruttamento delle risorse naturali, una vera e propria predazione alla ricerca di sempre più
prodotti e servizi che aumentassero il benessere materiale. L’uomo ha dimenticato la responsabilità
verso il mondo naturale, che va coltivato e protetto, non meramente sfruttato.
I nostri figli, i nostri studenti, sono sempre più stimolati a pensare alle tematiche ambientali, sin
dall’infanzia. Il rischio, che a nostro modo di vedere è evidente, è che questi temi, lungi dall’essere
occasione di un atteggiamento più rispettoso e pensoso verso il mondo che ci circonda, divenga
piuttosto una nuova ideologia. Grande è il contrasto tra l’attenzione al problema del degrado
dell’ambiente ed il consumismo sfrenato, cui non si intende rinunciare, che ne è la prima causa.
Dunque, invece di ripensare il nostro rapporto con il mondo, rivedendo la concezione materialistica
che ne causa le ferite, si preferisce vedere l’uomo in quanto tale come causa di tutti i mali e così
approdare ad una concezione nichilista che induce l’uomo ad isolarsi, a vedere l’altro come nemico,
anziché ricchezza, e colpire in modo miope ed indiscriminato la natalità - con tutti i problemi che la
denatalità porterà alla parte del mondo più ricca nei prossimi decenni - e la famiglia come luogo in
cui la vita trova accoglienza quale esito di una donazione reciproca.
Questo atteggiamento conduce all’assenza del desiderio di costruire la propria vita sull’amore, alla
cultura di morte che considera aborto ed eutanasia dei diritti, delle conquiste civili e vede nella
precarietà dei rapporti affettivi un accrescimento della libertà personale.
S. Paolo VI, in un discorso alla FAO del 1970, affermava: «i progressi scientifici più straordinari, le
prodezze tecniche più strabilianti, la crescita economica più prodigiosa, se non sono congiunte ad
un autentico progresso sociale e morale, si rivolgono, in definitiva, contro l’uomo».
S. Giovanni Paolo II invitava ad una conversione ecologica globale. Ma nello stesso tempo faceva
notare che si mette poco impegno per «salvaguardare le condizioni morali di un’autentica ecologia
umana» (Centesimus annus, 1991).
Benedetto XVI ha ricordato che il mondo non può essere analizzato solo isolando uno dei suoi aspetti,
perché “il libro della natura è uno e indivisibile” e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia,
le relazioni sociali, e altri aspetti. Di conseguenza, «il degrado della natura è strettamente connesso
alla cultura che modella la convivenza umana» (Caritas in veritate, 2009).
Papa Francesco afferma chiaramente che «Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza
di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità, difficilmente si sapranno ascoltare
le grida della natura stessa. Tutto è connesso. Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà
e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola» (Laudato si’,
2015).
L’ecologia integrale è questa, una presa di coscienza che tout se tient, che non è possibile
affrontare e risolvere la crisi ecologica del mondo naturale senza guardare il tutto. Cambiare
il comportamento nei confronti della natura implica cambiare l’atteggiamento dell’uomo nei
confronti di sé stesso, prendere coscienza della propria identità, dei propri limiti e della
propria grandezza.
Questo è il filo conduttore della rassegna, che affronta sia temi incentrati sulle politiche ambientali
e le loro ripercussioni sociali, sia temi educativi e psicologici svolti alla luce della “ricerca
dell’equilibrio nel rapporto con sé stessi, gli altri ed il mondo”.