Su "Il Settimanale della Diocesi di Como alcune riflessioni del Vescovo mons. Alessandro Maggiolini sul Cinquecentenario dell'Apparizione a Tirano da Enrica Lattanzi

da Enrica Lattanzi

"E’ evidente che non si possa inferire un’immagine della
situazione religiosa attuale a partire da un solo santuario
mariano, sia pure un santuario diocesano con mezzo millennio di
storia alle spalle. Tanto più che l’analisi cadrebbe esattamente
nell’anno cinque volte centenario, quando si sono organizzate
iniziative di grande caratura culturale e religiosa. E,
tuttavia, si possono emettere almeno alcuni spunti di
riflessione che aiutino a comprendere la contingenza attuale che
vive la fede cristiana.

La fede. Qualcuno vorrebbe derubricare il termine fede,
sostituendolo con sentimento religioso o religiosità popolare.
Ma l’operazione è anche troppo sbrigativa. Il pericolo di
prendere la devozione come momento consolatorio è palese; eppure
c’è una consolazione che comunica una responsabilità forte e
dolce nei confronti del Signore e nei confronti dei fratelli e
della società. Una madre non si limita mai ad asciugare le
lacrime: sa anche indicare delle mete da raggiungere e
comunicare un vigore strenuo per raggiungerle. Senza dire che la
Madonna non può mai essere staccata dal Signore Gesù e attira
anche per la sua tenerezza femminile, verginale, sponsale e
materna. Con la serietà che intride questi sentimenti e dà il
coraggio perfino della santità. Gli intellettuali di complemento
– da non confondere con gli intelligenti – possono snobbare le
pratiche di pietà mariana. Ma forse essi pure hanno il santino
nel portafogli e la paura di cadere nelle mani di Dio: mani
misericordiose, del resto.

Almeno mezzo milione di persone quest’anno hanno varcato la
soglia del santuario. E non solo per ammirare le opere d’arte
che pur ci sono. Tappa fissa è l’altare dell’apparizione che
tutti vanno a visitare, e moltissimi si inginocchiano a
esprimere – a bisbigliare col cuore che trema, poiché le
sofferenze più intime si dicono e addirittura si riconoscono a
fatica -: si inginocchiano a esprimere le proprie sofferenze
guardando l’immagine di Maria e sperando di “bene avere”,
girando attorno all’altare e venerando la pietra ubi steterunt
pedes Mariae. Per riconoscere che non si è di fronte a un vuoto
sentimentalismo, basti pensare all’ininterrotto esercizio del
sacramento della penitenza, che risaputamene non è impresa
facile: esige umiltà e voglia di cambiare la vita. A ciò si
aggiunga il fatto che la Madonna di Tirano è invocata
soprattutto a protezione della famiglia. E’ ciò che ho suggerito
all’inizio dell’anno giubilare. E, forse, non c’è nulla, nella
società attuale, più urgente di questa ripresa morale,
ecclesiastica e sociale. La Madonna di Tirano risponde a
esigenze attualissime: mostra come la definitività della scelta
sponsale e genitoriale non è qualcosa che limita la libertà, ma
un legame che libera la libertà e costringe, magari soffrendo,
magari piangendo, a superare i momenti di prova che si vivono
sempre in una casa.

Nel tempio mariano si operano autentiche conversioni, si avverte
che occorre unire il dolore nostro al dolore del Signore Gesù,
ci si impegna per una crescita incessante nella vita di grazia.

Si aggiunga che Maria non è soltanto la protettrice dei singoli
credenti: è anche l’immagine e la protezione della Chiesa
universale e locale: la Diocesi, cioè. Non deve passare
inosservato il fatto che il santuario di Tirano sia stato
elevato, con il consenso del papa, a santuario diocesano. La
Diocesi di Como che si estende in tutta la provincia di Sondrio
e in parte delle provincie di Como, Lecco, Varese, deve rendersi
sempre più consapevole che la Madonna di Tirano protegge questa
realtà misteriosa abitata dallo Spirito e formante il Corpo di
Cristo, e al tempo stesso non deve dimenticare che vive sotto la
protezione di una Madre potentissima: di una onnipotenza
supplice.

Ciò non significa che si tolga lustro e rilevanza ad altri
santuari quali Gallivaggio, Grosotto, Dongo, Ossuccio, Caravate
ecc. Significa soltanto che a Tirano c’è un punto di attrazione
particolarissimo della devozione mariana: un punto da cui si
irraggiano tanti templi dove Maria custodisce le nostre case e
ci conduce a Cristo.

Una postilla. Come si sa, la diocesi ha acquistato le case di
fronte al santuario di Tirano: la vecchia e il fabbricato dove
alloggiano coloro che vogliono recuperarsi dalla schiavitù della
droga. A questo scopo la Chiesa di Como ha dato fondo quasi
totalmente a delle riserve che le sono venute da benefattori:
quasi quattro miliardi e trecento milioni di vecchie lire. Si
voleva e si vuole predisporre qualche forma di ospitalità per i
pellegrini e un salone per raduni illustrativi del monumento
artistico e per collocarvi una penitenzieria che renda meno
angusto lo spazio dei confessionali che si trovano in santuario.
Pur avendo, i padri serviti, inviato una lettera di disdetta
alla Cooperativa il Gabbiano, prima di cedere gli stabili, tale
Cooperativa non dà segno di liberare i locali e di spostarsi
altrove. Confidiamo nella buona volontà e nella lealtà degli
interessati.

La Madonna ci assista e ci benedica.

Benedico anch’io tutti i diocesani e i pellegrini".
Alessandro Maggiolini, Vescovo


da
Enrica Lattanzi


GdS - 30 IX 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

Fatti dello Spirito