Ricordo di Graziella Fumagalli, una vita per gli ultimi

diCooperativa Oltre

Domenica 22 ottobre 1995, Giornata missionaria mondiale, venne
uccisa a  Merca la dottoressa
Graziella Fumagalli. Nella città somala dirigeva dall’anno
precedente, per  conto di Caritas Italiana,
un Centro antitubercolare che era stato avviato da Annalena
Tonelli  (volontaria romagnola, anche
lei uccisa in Somalia nel 2002) e che l’Organizzazione mondiale
della sanità aveva indicato come
esperienza modello per la lotta alla Tbc nel Corno d’Africa.
Graziella aveva sempre desiderato, anche negli anni del lavoro
in fabbrica,  di dedicarsi alle persone
più povere e fragili. Il suo sacrificio ha costituito una
limpida prova di fede e dedizione al prossimo,
ma anche il culmine di una vocazione perseguita con tenacia e
convinzione: la sua esperienza in
Africa si può definire autenticamente missionaria, pur essendo
stata  condotta con gli strumenti
rigorosi della scienza medica, e la tragica fine della sua vita
ha avuto la  forza testimoniale del
martirio, anche se il motivo primo della sua uccisione non è
stata la sua  fede cristiana.
A dieci anni dalla sua morte, Caritas Italiana e Caritas
Ambrosiana, mentre rinnovano vicinanza e
stima alla famiglia Fumagalli, intendono pregare per Graziella e
fare  memoria del suo servizio ai
poveri. Ciò accadrà in due occasioni pubbliche, promosse insieme
alla  parrocchia e al comune di
Casatenovo, con il supporto del settimanale Il Resegone e di
radio Circuito Marconi:
• sabato 22 ottobre Messa di suffragio per Graziella Fumagallichiesa parrocchiale S. Giorgio, Casatenovo (Lc), ore 18
concelebrano don Roberto Davanzo (direttore Caritas Ambrosiana),
don Giancarlo Perego
(responsabile area nazionale di Caritas Italiana) e don Sergio
Zambenetti (parroco di
Casatenovo); sarà presente una delegazione di Caritas Italiana
• mercoledì 9 no vembre “Ho nascosto il mio volto”,
commemorazione pubblica
di Graziella Fumagalli
sala civica Graziella Fumagalli, villa Mariani, Galgiana di
Casatenovo (Lc), ore 20.45
partecipano S. E. monsignor Giorgio Bertin (vescovo di Gibuti e 
amministratore apostolico di
Mogadiscio) e monsignor Vittorio Nozza (direttore di Caritas
Italiana); introduce S. E.
monsignor Giuseppe Merisi (vicario episcopale della zona
pastorale di Lecco e presidente della
Fondazione Caritas Ambrosiana); coordina Luciano Scalettari
(giornalista di Famiglia

Cristiana); saluti di rappresentanti delle amministrazioni
locali.

Milano, giovedì 13 ottobre 2005

Ufficio stampa: cooperativa Oltre, tel. 02.67.47.90.17

Nota biografica

Graziella Fumagalli nasce a Casatenovo, nella Brianza lecchese,
nel 1944. Terza di nove fratelli,
vive un’infanzia non ricca ma felice. Entra in fabbrica all’età
di 15 anni:  prima operaia, poi
impiegata in una tessitura, non smarrisce il filo della sua
vocazione. Così  nel 1967 lascia la

fabbrica, si iscrive a un liceo, si trasferisce a Milano, si
mantiene con lavori  serali. Si laurea in
medicina nel 1980, l’anno dopo è assistente al Policlinico di
Milano, nel   1985 si reca in Francia per 
specializzarsi in chirurgia pediatrica. Stimata da colleghi e
pazienti, nel 1989 compie la svolta che

aveva immaginato fin da ragazza: parte per l’Africa, prima in
Guinea Bissau con l’ong Mani Tese,
poi in Mozambico con Aispo. Nel 1994 si accorda con Caritas
Italiana: da luglio sostituisce al Tb
Centre di Merca, sud Somalia, nel ruolo di capoprogetto,
Annalena Tonelli, che aveva creato la
struttura anti-tubercolosi. L’ospedale, sotto la guida di
Graziella, raggiunge un elevato standard di
qualità e l’Oms lo indica come esperienza-modello per la lotta
alla Tbc in Somalia. Ma le ombre
non mancano: Merca è un porto di transito dei loschi traffici
legati alla guerra civile, e le mire
sull’ospedale, che è anche il centro di lavoro ed economico più
rilevante del distretto, non tardano a
manifestarsi. Graziella viene uccisa da un commando di quattro
sicari, in circostanze mai
completamente accertate, il 22 ottobre 1995, Giornata
missionaria mondiale, all’interno del Tb
Centre. La sua storia e il senso della sua testimonianza umana e
di fede sono raccolti nel libro Ho

nascosto il mio volto, promosso da Caritas Italiana ed edito da
Emi.

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