Correttezza professionale: ma che Liberazione é? Felice intuizione del quotidiano “Liberazione”: che pone sullo stesso piano il Papa e l'ayatollah Khomeini

di Papaboys

MA CHE LIBERAZIONE E'?

Alla felice intuizione del quotidiano
“Liberazione” che pone sullo stesso piano il Papa e l'ayatollah Khomeini pubblicando anche un fotomontaggio che li ritrae
insieme con la scritta “coppia di fatto” (iniziativa offensiva,
blasfema e speculare. E idiota. ndr), i Papaboys, indignati, rispondono.

È
assurdo e irrispettoso paragonare chi si batte per il dialogo
interreligioso e per la pace a chi invece utilizza le religioni
per alimentare lo scontro di civiltà e legittimare la violenza.
È ingiusto anche solo fare paragoni tra chi impone un duro
ordine alla società con il proprio potere religioso e chi invece
si limita a proporre valori e idee che rendono l’Uomo degno di
tale nome, poiché consapevole della sua dignità e dei suoi
diritti. È inoltre una grave mancanza nei confronti della
libertà di parola quella di attaccare in questo vile modo il
rappresentante di una religione, e per di più la massima
autorità morale che resista agli interessi di parte e che tuteli
i deboli e i diritti dei popoli in tutto il mondo. Questo è il
frutto di una campagna dai toni esasperati nei confronti della
Chiesa e delle sue istituzioni che non hanno diritto di parola.
In questo contesto si inseriscono anche i fischi al cardinale Ruini. Sorge spontaneo un dubbio: ma se la Chiesa ha torto, non
è più facile zittirla con delle argomentazioni serie, che
apportino un contributo importante nel dibattito etico-politico?
Perché invece molti vorrebbero imbavagliare la Chiesa quando
parla di aborto, diritti dell’embrione, bioetica e coppie di
fatto?


Benedetto XVI°, parlando del relativismo, non vuole certo minare
alle basi del vivere civile con l’imposizione delle norme
cristiane alla vita politica di tutti i cittadini, anche quelli
non cristiani. Semplicemente la religione non può limitarsi alla
sfera privata ma ha necessariamente anche una ricaduta su quella
pubblica. In questo modo non si vuole imporre nulla, ma
dibattere e magari mettere ai voti dei cittadini le proposte di
legge. Il clamoroso fallimento del referendum, millantato come
una campagna per la libertà contro il fanatismo e
l’oscurantismo, ha dimostrato da che parte sta la gente. La voce
della Chiesa, che è la voce non solo dei credenti ma anche degli
uomini di buona volontà, è spesso una voce scomoda, fuori dal
coro. Per questo i politici pretenderebbero di zittirla, di
confinare la religione a una sfera prettamente privata, incapace
di orientare il comportamento concreto dei cittadini e la
politica, dimenticando che la democrazia e i valori di dignità e
libertà dell’uomo sono figli del Cristianesimo.

Comunicato ricevuto dalla redazione di Papaboys
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GdS - 30 IX 2005 -
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