La terra del Papa, una terra d'emigranti

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"Polonia, mia cara patria, [...] Dio t'innalza e ti tratta in
modo particolare, ma sappi essergliene riconoscente" (Diario di
S.Faustina, 1038).


Il 16 ottobre 1978 veniva eletto Pontefice di Roma Karol Wojtyla.
Era il primo Papa straniero eletto dopo 455 anni (dal 1523 -
Adriano VI,

fiammingo) e il primo papa polacco in assoluto nella storia
della Chiesa.

Il 254° del tradizionale elenco. Un papa con precedenti sportivi,
prete operaio, colto, anticonformista, che non gradendo il
protocollo, destò subito l'affetto del mondo dei fedeli e anche
di quello laico .


Provenendo da una Chiesa dell'Est dove allora fare il prete era
come fare il "combattente" in prima linea, e dove la gerarchia
della Curia o la deferenza in quei luoghi sacri così spogli
erano quasi anacronistica, il

nuovo Papa forte di queste esperienze rivoluzionò da subito i
rapporti

chiesa-fedeli non dimenticando mai la sua madre patria polacca .


L'otto giugno 1979 il Papa Giovanni Paolo II giungeva a Nowy Targ
durante il suo primo viaggio in Polonia nella sua terra natia,
la terra dei Monti Tatra, raccogliendo un milione di fedeli
provenienti,oltre che dal suo Paese da tutto il Centro Europa.


In quell'occasione affermò il suo amore per la sua terra "bella
e ricca di paesaggi ma terra difficile, pietrosa, montagnosa con
grande mancanza di terra coltivabile che portava talvolta
miseria, grande miseria" al punto di costringere la gente ad
emigrare " lontano, oltre la Polonia, oltre l’Oceano. .....dove
cercavano il lavoro e il pane, e lo trovavano." .


Egli benedisse tutti coloro che erano sparsi nel mondo, in
qualunque luogo fossero, con le parole : “Szczesc Boze”: Dio Vi
aiuti! Non dimenticate la vostra Patria d’origine, la famiglia,
la Chiesa, la preghiera e tutto ciò che avete portato da qui.
Perché nonostante abbiate dovuto emigrare per mancanza di beni
materiali, tuttavia avete portato con sé, di qua, un grande
patrimonio spirituale. Abbiate cura che, diventando ricchi
materialmente, non vi impoveriate spiritualmente: né voi, né i
vostri figli, né i vostri nipoti."


Ho visto per la prima il Papa a Mantova durante la sua visita
pastorale del 22 - 23 giugno 1991 . Mantova è la città dei
"Sacri Vasi" che ,secondo una tradizione risalente all' 804 ,
avvalorata dalla chiesa conterrebbero il sangue di Gesu' Cristo
raccolto e portato a Mantova da S. Longino, il soldato romano
che trafisse con la lancia il costato di Gesù morente sulla
Croce che convertitosi subì il martirio a causa della sua fede
il 2 dicembre del 37 d.C. e sepolto in contrada Cappadocia. Una
reliquia millenaria che portò nel corso dei secoli un continuo
afflusso in città di pellegrini che assieme a Papi e Imperatori
le resero omaggio.


Nel 1993 avendo siglato e sviluppato , in qualità di sindaco di
Roverbella(

MN) un gemellaggio con la città polacca di Nowy Targ ho potuto
apprendere la storia di Giovanni Paolo II e conoscerlo dalla
viva voce dei suoi corregionali, i quali mi hanno gratificato
facendomi cittadino onorario della città nel 1997.


Comprendendo la storia dei montanari dei Tatra e le doti morali
ed umane di quel popolo ,ho potuto capire da dove è partita la
vocazione e la storia di Karol Wojtyla.


Una storia tesa per secoli al raggiungimento dell'integrità
nazionale e della democrazia, pagata con prezzi altissimi prima
nella lotta contro il nazismo e successivamente contro il
totalitarismo sovietico, in cui il patriottismo si fondeva con i
valori della chiesa cattolica che tenne sempre unito nelle
avversità il popolo polacco.


Un popolo meraviglioso,quello dei Tatra, che ama l'Italia come
una seconda patria e che pratica realmente nella vita quotidiana
i principi cristiani a cui è stato educato. Per anni da allora
sono tornato nella città polacca di Nowy Targ il 3 maggio, festa
nazionale, per onorare la nostra amicizia con varie iniziative
culturali, sociali (ed anche gastronomiche nella miglior
tradizione mantovana).


Ho rivisto il Papa nel 1999 al Santuario di Ludzmierz ,vicino a
Nowy Targ, durante la sua visita in Polonia dal 5 al 17 giugno
1999. Un evento che è rimasto nel mio cuore e nella mia mente per
la tensione emotiva e spirituale che si respirava tra le decine
di migliaia di pellegrini presenti.

In quell'occasione ho appreso dalle persone presenti e dalle
loro storie il suo enorme contributo morale e di speranza che la
prima la sua elezione e poi il suo pontificato , ha dato alla
sua nazione e ai paesi dell'est precipitati in una crisi di
identità e di valori dopo il crollo del muro di Berlino.


Se vi è stata una transizione pressoché pacifica alla democrazia
lo dobbiamo,oltre che a Gorbaciov, certamente all'azione
equlibrata e conciliatrice di Papa Wojtyla e della Chiesa
cattolica, contraria all'ideologia del totalitarismo ma anche
quella del consumismo esasperato occidentale.


In questi giorni tristi mentre le sofferenze del Papa sembravano
arrivare ad un imminente e invitabile epilogo, come poi é stato, il mio pensiero
va a tutti i miei amici polacchi con cui sento ,oggi più che
mai, di condividere il loro commosso dolore per un Uomo che ha
dato e ci ha dato una speranza per un mondo migliore e di pace ,
al di là delle divisioni politiche ed ideologiche.
Daniele Marconcini

GdS 10 IV 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

Daniele Marconcini
Fatti dello Spirito