RIFLESSIONI SU MARTE

Le tracce
d'acqua scoperte su Marte nelle settimane scorse, hanno
raggiunto il probabile unico obiettivo: galvanizzare l'interesse
delle masse. L'equazione: acqua uguale vita, verità assiomatica
di cui l'opinione pubblica è oramai imbevuta, è in realtà una
delle bufale più riuscite di questo secolo. Non è difficile
intuire i registi del grande bluff. E' noto che agenzie spaziali
e istituti di ricerca per farsi finanziare dai governi,
abbisognano di popolarità: nessuna scoperta, nessuna
approvazione, nessun "foraggio". Ma sin qui nulla di male, anche
gli scienziati devono pur campare. Ma il falso scientifico
rivendica anche altri padri, meno nobili e più ideologici. Chi
sostiene che la presenza d’acqua generi automaticamente principi
di vita, vorrebbe far credere che la vita non è stata creata da
un'entità superiore, ma frutto del caos e di una combinazione
casuale, chimico molecolare della materia. Ma la scienza seria e
non ideologica (per fortuna non tutti gli scienziati negano
Dio), ha dimostrato l'infondatezza delle teorie materialiste
"antitrascendentali". Solo per motivazioni ideologiche prive di
buon senso e di ragione, si può supporre che dal brodo
primordiale del big bang, la vita sia scaturita in modo autonomo
ed indipendente senza l’intervento di una mente superiore o di
un “grande orologiaio”. La scienza anche qualora riuscisse a
spiegare alla perfezione i meccanismi dell’evoluzione della
vita, ci svelerebbe solo il come, ma non il più importante,
perchè. E’ vero, le risposte “ultime”, teologiche e filosofiche
non sono di sua spettanza, ma la scienza non deve a sua volta
invadere con atteggiamenti assiomatici, ruoli e risposte che non
può e non deve dare. Una scienza onnipotente diventa scientismo.
La vita è mistero che va oltre alchimie da laboratorio, sonde
spaziali e speculazioni strumentali. Ma non illudiamoci, gli
ipotetici cugini marziani, come le bugie umane, hanno le gambe
corte, e cadranno ben presto nella polvere, dissolvendosi come i
sogni al mattino.

Gianni
Toffali



GdS - 30 III 2004 -
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Gianni Toffali
Fatti dello Spirito