Religioni e culture tra conflitto e dialogo Gli incontri di Palermo Temi e personaggi - La ricerca - L'appello di pace

Temi e personaggi - La ricerca - L'appello di pace



Temi e
personaggi


A
Palermo, nei giorni 1-2-3 settembre, incontri di straordinario
interesse su questo tema iniziati nella Cattedrale di Palermo
con una
Celebrazione Eucaristica presieduta dal Card. Salvatore De Giorgi, Arcivescovo di Palermo

alla presenza dei rappresentanti delle Chiese e comunità
cristiane con omelie del
Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo di Palermo e del
Reverendo Ishmael Noko, Segretario Generale della Federazione
Luterana Mondiale. L'Assemblea d’inaugurazione sul tema
“Religioni e culture tra conflitto e dialogo” é stata presieduta
dal Cardinale
Roger Etchegaray con un
Messaggio di S.S. Giovanni Paolo II.

Temi nelle diverse giornate con relatore di altissimo livello
internazionale:

Dopo l’11 settembre: è inevitabile un conflitto di civiltà?

La penna e la pace: scrittori a confronto

Un’anima per l’Europa: cristiani a confronto

La preghiera alla radice della pace

Israeliani e palestinesi: dialogo per il futuro

Le tre religioni e il libro

Cristiani più uniti in un mondo globalizzato

Legge e libertà nelle religioni monoteiste

Frontiere etiche

La guerra dei media

Medio Oriente tra conflitto e dialogo: il caso del Libano

La cultura della violenza e le religioni

Mozambico: 10 anni di pace

Monachesimo: una risorsa di fede e di dialogo

Le religioni tra “locale” e “globale”

Europa e Africa: una comunità di destino

Conflitti e riconciliazione

Il Concilio Vaticano II: quale dialogo con gli altri

Occidente e America Latina

Immigrazione e futuro

Terzo Millennio senza pena di morte?

L’uomo e la donna di fronte all’Eterno

L’Asia e la pace: il contributo delle religioni orientali


La ricerca

Cercare insieme una via praticabile e
globale di sviluppo è interesse comune di Africa e Europa. Dal
meeting interreligioso della Comunità di Sant’Egidio a Palermo
emerge come necessaria una solidarietà di destino tra i due
continenti, vicini per storia, cultura e perché appartengono
allo stesso spazio geografico. L’ansia di dignità e riscatto di
tanti africani si scontra con una povertà crescente, anche in
termini di ambiente, come si evidenzia a Johannesburg in questi
stessi giorni. Il rischio è la crescita di un terreno di coltura
su cui possono fermentare posizioni fondamentaliste o etniciste,
capaci di produrre crisi e conflitti.

All’incontro internazionale “Religioni e culture tra conflitto e
dialogo”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, il tema é
stato affrontato sotto diverse angolature. A conclusione
l'appello che pubblichiamo:


L'APPELLO DI PACE


Questo l'appello conclusivo:

Come pellegrini ci siamo riuniti a Palermo per invocare da Dio,
all’inizio del nuovo millennio, il grande dono della pace. Siamo
uomini e donne di religioni diverse, provenienti da tante parti
del mondo, con l’unico anelito alla pace tra tutti i popoli.

Questo nuovo secolo, già al suo inizio è stato segnato dalla
violenza. Molti uomini e molte donne, presi dalla paura per il
futuro, si sono lasciati trascinare nella rassegnazione e nel
pessimismo. Noi, come uomini di religione e come cercatori di
pace, siamo consapevoli dell’enorme potenziale di male che è
racchiuso nel nostro mondo. E’ facile lasciarsi trascinare dalla
violenza, dallo scontro degli uni contro gli altri,
dall’opposizione di un mondo contro un altro, dallo scontro di
una religione e di una cultura contro un’altra.

Siamo stati raggiunti dalle montagne di sofferenza e di lamenti,
a volte silenziosi, di milioni di poveri senza acqua, senza
medicine, senza sicurezza, senza cibo, senza libertà, senza
terra, senza i fondamentali diritti umani. E conosciamo i rischi
di una vita quotidiana segnata dalla paura e dalla diffidenza
verso l’altro: il dolore del mondo ci impone di cercare assieme,
credenti e non, le vie della pace e della solidarietà.

Il mondo intero ha bisogno di speranza. La speranza di poter
vivere con l’altro, la speranza di non essere dominati dalla
memoria dei torti subiti, la speranza di costruire un mondo in
cui tutti possano vivere con dignità. La globalizzazione non può
essere solo la libera circolazione dei beni; deve essere anche
globalizzazione della solidarietà, del dialogo, della giustizia
e della sicurezza per tutti.

Ci siamo interrogati anche sulle nostre responsabilità di uomini
e di donne di religione. Non vogliamo cedere alla tentazione del
pessimismo che spinge tanti a chiudersi. Sentiamo ancor più
urgente in questo tempo, la necessità di proseguire con
decisione la via del dialogo. E’ la via per superare la
divisione e i conflitti. E’ la via per non lasciare il mondo in
balia di una globalizzazione senza volto che inevitabilmente
diviene crudele. Il dialogo non lascia indifesi: protegge. Non
indebolisce: rafforza. Spinge tutti a vedere il meglio
dell’altro e a radicarsi nel meglio di sé. Il dialogo trasforma
l’estraneo in amico e libera dal demone della violenza. Nulla è
mai perduto con il dialogo. Ed è medicina che cura nel profondo,
che libera dalla patologia della memoria, che apre al futuro. A
Dio chiediamo di fare crescere nel mondo l’arte del dialogo e
del convivere. Il mondo intero ne ha bisogno. Non è il conflitto
che salva.

Sappiamo che ci sono coloro che invocano il nome di Dio per
giustificare l’odio e la violenza. Noi ancor più solennemente di
ieri affermiamo: le religioni non giustificano mai l’odio e la
violenza; il nome di Dio è pace. Nessuno può invocarlo per
benedire la propria guerra. Solo la pace rende culto a Dio. Il
culto dell’odio genera violenza e umilia la speranza.

A chi uccide e fa la guerra in nome di Dio diciamo: “Fermatevi!
Non uccidete! La violenza è una sconfitta per tutti! Discutiamo
insieme e Dio ci illuminerà!”. A chi calpesta l’uomo e il
pianeta diciamo: “In nome di Dio, rispettate il creato e ogni
creatura! La loro vita è il vostro futuro e la nostra speranza”.

Raccolti assieme a Palermo, nel cuore del Mediterraneo, come
umili pellegrini di pace, vogliamo dire al mondo intero che
nessun conflitto, nessuno odio, nessun rancore può resistere
alla preghiera, al perdono e all’amore. Per questo chiediamo
perdono e perdoniamo. E Dio trasformerà la diffidenza e la paura
in fiducia e amicizia.

Conceda Dio al nostro secolo il dono meraviglioso della pace.
Comunità di Sant’Egidio


GdS - 8 IX 2002 -
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