Il pensiero del Papa su magia e occultismo

diGiancarlo Padula

Mentre sta per uscire in Italia il primo libro sul Papa Santo,
“Io, Karol, il Papa operaio”, il giornalista e scrittore
Giancarlo Padula, da anni impegnato con la sua attività
giornalistica e con i suoi libri, oltre nella evangelizzazione,
nella lotta contro magia e occultismo, in queste ore fa un
appello ricordando il pensiero del Santo Padre scomparso.

<<La mobilitazione di popolo che continua in queste ore intorno
al Papa Santo, Giovanni Paolo II,>>, afferma Padula, <<sollecita
la coscienza e la memoria. In Italia, purtroppo, ben 12 milioni
di persone, moltissime delle quali facenti parte del gregge
cristiano cattolico non sanno che leggere l’oroscopo,
frequentare maghi, sensitivi, medium, indovini, che praticare lo
spiritismo è un grave peccato. Queste pratiche, insieme alla
diffusione delle sètte soprattutto in “odor” di zolfo,
contravvengono a ben 150 versetti della Parola di Dio che è il
fondamento della Chiesa Cattolica, come ricorda la Dei Verbum,
Costituzione Dogmatica del Concilio Vaticano II, come ricorda il
Primo Comandamento: “Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro
Dio all’infuori di me” e il pensiero di Papa Wojtyla in materia.
E’ molto importante, ai fini della conoscenza, in quanto molte
delle pratiche citate vengono fatte a causa della non conoscenza
della problematica e della confusione che si ingenera nel
varcare il confine del “senso religioso” innato nell’uomo.

Ecco
il pensiero del Papa Santo>>:


11 ottobre 1992

"La superstizione è la deviazione del sentimento religioso e
delle pratiche che esso impone. Può anche presentarsi mascherata
sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio, quando si
attribuisce un'importanza in qualche misura magica a certe
pratiche. Tutte le forme di divinazione sono da respingere:
ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre
pratiche che a torto si ritiene che "svelino" l'avvenire. La
consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia,
l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di
veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di
dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed
insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste.
Sono in contraddizione con l'onore e il rispetto, congiunto a
timore amante, che dobbiamo a Dio solo. Tutte le pratiche di
magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere
le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un
potere soprannaturale sul prossimo - fosse anche per procurargli
la salute - sono gravemente contrarie alla virtù della
religione. Tali pratiche sono ancora più da condannare quando si
accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in
esse si ricorre all'intervento dei demoni. Anche portare amuleti
è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie
o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli. Il
ricorso a pratiche mediche dette tradizionali non legittima né
l'invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento della
credulità altrui. A Simone il mago, che voleva acquistare il
potere spirituale che vedeva all'opera negli Apostoli, Pietro
risponde: "Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai
osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio".


Il 23 dicembre 2000, in occasione del Giubileo, una delegazione
di 80 persone del comitato Familiari Vittime delle
Sètte è stata ricevuta da Giovanni Paolo II.

"Carissimi Fratelli e Sorelle! Sono lieto di porgere il mio
cordiale benvenuto a questo incontro, che risente dell’atmosfera
spirituale del Natale ormai imminente. Il grande mistero
dell’incarnazione che ci apprestiamo a celebrare con particolare
solennità al culmine del Grande Giubileo, costituisce una
occasione propizia per rinnovare la nostra fede nel Figlio di
Dio nato a Betlemme duemila anni fa. Il Giubileo va verso il suo
termine. E’ importante che in questo tratto dell’anno giubilare
ogni credente ponga un impegno più intenso nel purificare e
rafforzare la propria fede di fronte ai pericoli ed alle insidie
che possono minacciarla in questi tempi. E fra le insidie, non
ci sono forse anche quelle forme aberranti del sentimento
religioso, che sfruttano i bisogni e le aspirazioni più profonde
dell’animo umano, proponendo prospettive di appagamento
illusorie e fallaci? Purtroppo numerose famiglie sono state
toccate da questo triste problema, a motivo di coinvolgimento di
qualcuno dei suoi membri, in particolare i figli, spesso più
fragili ed esposti a tali rischi. Da tempo la Chiesa guarda con
preoccupazione a queste problematiche, che toccano il cuore
della vita dei cristiani. Il diffondersi delle “sette” deve
costituire per i credenti uno stimolo ad approfondire le
convinzioni di fede. Solo una più forte testimonianza dei valori
cristiani ed un saldo rinnovamento dell’impegno pastorale potrà
essere una valida risposta a questa sfida. Solo una fede
profonda e vissuta con coerenza, costituisce un antidoto
efficace a così pericolose deviazioni del sentimento e della
pratica religiosa".


Nel Te Deum del 31 dicembre 2001, Giovanni Paolo II è
intervenuto sull'imprescrutabilità del futuro.

"Signore, è questo il tempo? Quante volte l’uomo si pone questo
interrogativo, specie nei momenti drammatici della storia! È
vivo nell’uomo il desiderio di conoscere il senso e la dinamica
degli eventi individuali e comunitari in cui si trova implicato.
Vorrebbe sapere "prima" quel che succederà "poi", così da non
essere colto di sorpresa. Anche gli Apostoli non si sono
mostrati insensibili a questo desiderio. Gesù, però, non ha mai
assecondato questa curiosità. Quando gli è stata posta questa
domanda, egli ha risposto che soltanto il Padre celeste conosce
e scandisce i tempi e i momenti. Gesù ci esorta a non
investigare inutilmente su ciò che è riservato a Dio, che è
appunto il corso degli eventi, ma a utilizzare il tempo che
ciascuno ha a disposizione - il presente - operando con amore
filiale per la diffusione del Vangelo in ogni angolo del
pianeta". (Tal Telefono Antiplagio contro le truffe dei maghi e
delle Sette)
Giancarlo Padula



GdS - 20 IV 2005 -
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Giancarlo Padula
Fatti dello Spirito