OPERAI DI TERNI, IL NOSTRO CUORE BATTE CON IL VOSTRO! REVOCARE I LICENZIAMENTI E’ UN OBBLIGO MORALE

di Giancarlo Padula

I Papaboys, i
cristiani tutti, dicono agli operai della Società Terni che
rischiano il licenziamento, ai padri di famiglia, alle loro
spose e ai loro bambini: “Siamo con voi”!

“…Ho sentito vibrare le ansie e le aspirazioni di tutti voi e d
ho visto e ricordato il momento particolarmente difficile di
crisi industriale attraversato da questa regione, ma anche la
grande tradizione operaia, condivido apertamente ci accenni
fatti tanto al triste fenomeno della disoccupazione…” Queste
alcune delle parole espresse dal Santo Padre Giovanni Paolo II,
il 19 marzo 1981, in occasione della sua visita alle Acciaierie
di Terni. E oggi, ventitré anni dopo, esse risuonano come
profetiche, tanto che in questi giorni, ben 900 operai del
Reparto Magnetico dell’Ast, rischiano seriamente il posto di
lavoro perché la società proprietaria del reparto, la tedesca
Thyssen Krupp, ha annunciato la chiusura. Novecento padri di
famiglia che rischiano la disoccupazione, una esperienza
fortemente drammatica e involutiva che Terni e i ternani hanno
più volte sperimentato, nel corso della storia industriale di
questa zona dell’Italia. All’epoca il Papa, rispondendo
all’invito rivoltogli da parte degli operai delle Acciaierie di
“continuare ad impegnarsi con il cuore di lavoratore, per la
dignità dell’uomo e di tutti gli uomini” disse: “Il Papa è con
voi, dalla vostra parte, ogni volta che si tratti di difendere
la giustizia violata, di scongiurare le minacce portate alla
pace, di promuovere i diritti onesti di ciascuno ed il bene
comune di tutti”. Gesù è stato un grande lavoratore, ha faticato
sudore, anche se la sua famiglia non sarebbe stata di veri e
propri carpentieri, ma di quelli che oggi possiamo chiamare
geometri. La Parola di Dio dall’Antico al Nuovo Testamento
esalta il lavoro dell’uomo, l’opera delle sue mani e la giusta
ricompensa per questo. Al di là dunque delle contingenze
economiche e dei mercati, noi Papaboys ci stringiamo accanto ai
padri di famiglia che rischiano di perdere il posto. Ribadiamo
che la nostra solidarietà è in merito alla problematica, senza
entrare nello specifico delle forme con le quali le
rappresentanze sindacali vogliano far valere i diritti dei
lavoratori. Possiamo anche comprendere le esigenze aziendali che
devono competere sui mercati, ma invitiamo anche a tutelare
l’occupazione. I Papaboys ribadiscono comunque che il loro
ideale economico è la “politica”, o meglio dinamica evangelica
del dare, non per il profitto, ma per una cultura, appunto, del
dare. Nei giorni scorsi anche i Vescovi dell’Umbria si sono
schierati dalla parte dei lavoratori, chiedendo la revoca dei
licenziamenti: hanno espresso la loro “vicinanza ai lavoratori e
alle loro famiglie minacciati nel loro diritto di mantenere
un’occupazione stabile che garantisca un futuro sereno e
dignitoso in difesa dei posti di lavoro “. I vescovi umbri hanno
rivolto “un pressante appello al Governo nazionale, alle
Istituzioni regionali e locali, alle parti sociali e alla stessa
Multinazionale, affinché non siano usati solo parametri
utilitaristici ma orientati secondo coscienza ad un’attenta
valutazione della situazione, avendo ben presente che revocare i
licenziamenti è soprattutto una responsabilità morale, non
eludibile, specialmente quando assume certe dimensioni e diventa
una vera calamità sociale, anche perché il Reparto ha notevoli
capacità produttive”.

Intanto martedì sera c’è stato un primo incontro con i
rappresentanti del Governo, che è stato aggiornato, mentre
intorno al 23-forse 27 febbraio si sapranno le decisioni
ufficiali e definitive della società proprietaria del
“Magnetico”. Nel frattempo si avvia una trattativa con il
Ministero delle Unità Produttive. Oggi a Terni si svolgerà uno
sciopero generale promosso dalle organizzazioni sindacali le
quali affermano “la nostra città non può permettersi di perdere
un patrimonio carico di storia e di professionalità fondamentale
per l’economia di tutta la Regione”. La mobilitazione è per
“difendere l’occupazione, per non smantellare siti produttivi,
per un’idea dello sviluppo basato sulla qualità e non sulla
compressione dei diritti, per un rapporto diverso con tutte le
multinazionali del nostro territorio”. Lo stabilimento ternano,
primo in Italia e terzo in Europa per la produzione di acciai
speciali, unico sito produttivo di acciaio magnetico in Italia,
è stato costituito a seguito della ristrutturazione industriale
societaria del gruppo Ilva. Da 1994 è un’azienda di Thyssen
Krupp Stainless, il più grande fornitore mondiale di acciaio
inossidabile piano.

“L’annuncio della chiusura del reparto di produzione acciaio
magnetico”, ha detto il vescovo di Terni, Monsignor Vincenzo
Paglia, “è uno dei momenti più difficili per Terni negli ultimi
40 anni, un momento drammatico, che tocca il cuore della città,
ma che riguarda anche l’intero Paese. Chiudere uno stabilimento
che produce e va bene, dismettere la produzione di un reparto tra
i più efficienti, che metterebbe in crisi tante famiglie ternane,
non può non trovare una reazione sdegnata da parte dell’intera
società civile e religiosa. La soluzione della chiusura, presa
dalla dirigenza tedesca, in modo unilaterale e soggetta
unicamente alle leggi del mercato senza tenere in alcun conto
altri fattori umani, sociali e occupazionali è davvero
inaccettabile. C’è un problema umano che non può essere
disatteso dalla fredda logica economica. E’ necessario portare
il dibattito a livello governativo per trovare una soluzione e
dare speranza alle famiglie.

In questo senso già sono stati
attivati diversi canali e personalmente, ho preso contatti a
livello nazionale e internazionale”.

Giancarlo Padula



GdS - 10 II 2004 -
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Giancarlo Padula
Fatti dello Spirito