OMOSESSUALITA' E PECCATO

diGianni Toffali

Buttiglione
per conservare il posto di commissario europeo, ha dovuto
scusarsi con gli omosessuali per aver usato impropriamente il
termine peccato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica al punto
2357 precisa: "Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta
le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione
ha sempre dichiarato che gli atti sessuali di omosessualità sono
intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale.
Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il
frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. In
nessun caso possono essere approvati". In effetti il termine
peccato non è menzionato, ma le locuzioni "gravi depravazioni" e
"atti intrinsecamente disordinati", seppur implicitamente, lo
includono. Se non fosse peccato, il suddetto punto non sarebbe
stato pubblicato e non avrebbe ragion d'essere. Solo una
questione terminologica dunque, tuttavia suggerita dalla
saggezza dei redattori del Catechismo per non colpevolizzare
eccessivamente chi pratica l'omosessualità. Ma soprattutto per
far comprendere che si può essere omosessuali, senza
necessariamente diventare peccatori. Infatti al punto 2359 il
Catechismo afferma che "Le persone omosessuali sono chiamate
alla castità". Nessuna condanna quindi per l'errante, ma solo
per l'errore.

Gli omosessuali sono "avvertiti", se riusciranno
ad indossare illibate cinture di castità, non saranno più
ascrivibili alle categorie dei peccatori e dei depravati. Un
solo problema: ma l'amore platonico, è di questo mondo?
Gianni Toffali


Gianni.Toffali@inwind.it



GdS - 30 X 2004 -
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Gianni Toffali
Fatti dello Spirito