IL MONDO CANTA MARIA
Il Mondo canta Maria -
E il Gloria di Sal Solo ricorda l’Irlanda -
«La canzone cristiana non fa rima con chiesa» -
Dana Scallon protagonista al palasport e famosa per
avere cantato per il Pontefice
Se qualcuno ancora pensa che un festival di
musica cristiana equivalga a sentire canti di chiesa si
sbaglia di grosso. Per rendersene conto bastava fare un
salto al palasport "don Bosco", l'altra sera in
occasione della quarta edizione de "Il mondo canta Maria",
rassegna internazionale di musica cristiana che anno
dopo anno porta nella nostra città sempre più gente.
Nonostante cento metri più in là andasse in scena la
mitica Pfm, lo spettacolo promosso da Radio Kolbe con la
collaborazione del Comune di Schio può infatti essere
considerato un successo, per numero di partecipanti di
ogni età e non solo scledensi, e per l'entusiasmo
palpabile sulle tribune e nel parterre del palazzetto.
E se non è certo un segreto che il festival sia legato a
filo doppio con il movimento nato sulla scia delle
apparizioni di S. Martino, va però detto che tra la
folla molte erano le persone semplicemente curiose o
attratte da una profonda fede cristiana che non implica
necessariamente l'appartenenza ad un gruppo particolare.
Anche perché, a prescindere dal testo delle canzoni, la
musica è stata di ottimo livello, spaziando dal pop
venato di rock alle ballate e alle melodie che
richiamano i canti popolari. Non a caso alcuni degli
artisti presenti hanno fama internazionale, chi, come
Sal Solo, per essere stato la voce solista dei Classic
Noveaux e soprattutto dei Rockets prima di passare alla
musica cristiana, chi come Dana per aver cantato ai
meeting della gioventù di fronte al Papa e a centinaia
di migliaia di ragazzi.
Ovvio e quasi d'obbligo che poi, oltre allo spettacolo,
ampio spazio sia stato dato alle parole degli ospiti che
a Schio sono venuti per cantare ma anche per raccontare
la propria esperienza, per portare un messaggio di fede
in un momento tutt'altro che sereno per l'umanità, o per
parlare di temi scottanti come l'aborto. Il tutto senza
comunque togliere spazio alla musica, protagonista
assoluta e indiscussa della serata, con le tonalità
quasi new age della statunitense Annie Karto, o la
melodia di Frà Gianni che ricalca fedelmente la miglior
tradizione della musica leggera italiana. E ancora, il
gioioso "Gloria" di Sal Solo e le ballate di Dana
intrise sì di fede ma anche di splendide atmosfere
irlandesi.
Il pubblico ha apprezzato ed è difficile dargli torto.
DANA=AUDACE
Dana vuol dire audace, ma ascoltando l'artista irlandese
che l'altra sera ha cantato sul palco del "don Bosco"
più che audacia vengono in mente le parole coerenza e
tenacia. Coerente con la fede che da sempre caratterizza
la sua famiglia e il suo mondo, tenace per il modo in
cui porta in giro il suo messaggio, con la musica e
attraverso il ruolo di europarlamentare.
Nei ricordi di giovinezza di Dana Scallon c'è la
vittoria, la prima per la sua Irlanda, al Concorso
eurovisione della canzone del 1970, lo stesso anno in
cui partecipò Julio Iglesias, ma solo dieci anni dopo
matura la svolta della sua vita, il passaggio dalla
musica leggera che l'aveva resa famosa alla composizione
di brani cristiani. Al punto che oggi le sue più grandi
emozioni canore sono legate alle Giornate mondiali della
gioventù con il Papa.
- Lei è abituata alle folle ma ha deciso di cantare a
Schio davanti a un pubblico numeroso ma non oceanico.
Che effetto le fa?
«Esattamente lo stesso che stare davanti a migliaia di
persone. Non mi interessano i numeri ma la sincerità e
la cristianità di chi mi sta di fronte: il mio messaggio
d'amore è sempre lo stesso, indipendentemente da quanta
gente viene per ascoltarlo».
- Il festival è giunto alla quarta edizione e continua a
crescere. Quali sono secondo lei le ragioni di questo
successo?
«Il merito va innanzitutto agli organizzatori perché
stando qui ho notato che a Schio la gente s'impegna
molto per ciò in cui crede. Per mettere in piedi una
manifestazione come questa ci vuole una buona dose di
cristianità, che quando c'è basta da sola a decretare il
successo di certi appuntamenti».
- Schio però non è luogo qualunque. Non crede che le
presunte apparizioni della Madonna a San Martino
contribuiscano non poco ad attirare gente anche in
occasione di un appuntamento di carattere non
strettamente religioso come può essere un concerto? «I
fatti in questione sono senz'altro affascinanti e non
fatico a credere che la gente abbia una motivazione in
più per arrivare fin qui, ma mi pare poco ridurre tutto
a questo. Io per esempio non sapevo nulla di san Martino
fino a poco tempo fa e non è certo questa la ragione che
mi ha spinta ad accettare l'invito degli organizzatori;
è l'eterno dilemma del riuscire a credere senza vedere,
e mi piace pensare che la maggior parte dei cristiani
scelga di partecipare ad alcuni eventi per condividere
la sua fede con gli altri e non in nome di qualche
miracolo o apparizione».
- In contemporanea alla serata cristiana, in città si è
svolto un altro concerto, molto atteso ma di tutt'altro
tenore. In termini di pubblico poteva essere rischioso
andare in scena lo stesso giorno, e invece?
«E invece è andata bene e non mi sorprende affatto
perché in tanti hanno ormai capito che canzone cristiana
non fa rima con canzone di chiesa. Ci sono molte
sfaccettature, proprio come nel rock o nella musica
leggera».
Elisa Morici
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GdS - 18 V 2003 -
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