Limitare la libertà religiosa? No, assolutamente. Ma regola per tutti!
I RADICALI
La legge sul governo del territorio, approvata dal
Consiglio Regionale, ha riscritto la legge regionale sul
finanziamento degli edifici di culto limitando, di fatto,
l’accesso ai fondi alla sola Chiesa cattolica, e ciò in aperto
contrasto con la consolidata giurisprudenza costituzionale in
materia di libertà religiosa e pari dignità di tutte le
confessioni.
“Con il voto di oggi, che lascia fortissimi dubbi di legittimità
costituzionale – dichiara Alessandro Litta Modignani, capogruppo
dei Radicali in Consiglio Regionale – si è voluto fare un
duplice regalo: da un lato a quelle forze che cavalcano l’ondata
dell’intolleranza religiosa; dall’altro a quei gruppi di potere,
presenti anche all’interno dell’ “istituzione Chiesa”, che
premono per ottenere sempre più privilegi e regalie”.
“Le condizioni imposte alle altre confessioni per accedere ai
finanziamenti previsti per la Chiesa cattolica sono a dir poco
vessatorie: dalla “presenza diffusa, organizzata e stabile
nell’ambito del comune”, alla “previa stipulazione di apposita
convenzione con il comune” fino all’accertamento dei parametri
aleatori e discrezionali della consistenza ed ‘incidenza
sociale’”.
“Di fatto – aggiunge Federico Fischer dell’Associazione radicale
Enzo Tortora – l'astratta, ma nei fatti impraticabile,
estensione del diritto di accesso ai contributi alle altre
confessioni religiose è puro fumo negli occhi, che non attenua
l'incostituzionalità della normativa. Tra l’altro, le opere
religiose realizzate con i fondi pubblici potranno essere
facilmente distolte dalla loro originaria destinazione.
Questa legge non può che far gridare allo scandalo tutti coloro
che considerano la liberà religiosa come un bene da difendere a
beneficio di tutti e non soltanto nella speranza di trarne
rendite di posizione”.
NOI
Fin qui i radicali. Ora diciamo la nostra.
Deve essere data la possibilità a chiunque di erigere il tempio
della religione che professa e avendo al riguardo quota-parte
dei fondi destinati al culto.
Il principio deve essere codificato.
Naturalmente questo quando
sarà stabilito il principio di parità per cui in tutti i Paesi
che coltivano relazioni con l'Italia, scambi e commerciali e
anche di persone,varrà lo stesso principio. E non ci riferiamo
solo a Stati arabi et similia.
Perché i Radicali, come Partito transnazionale, non vanno in
Arabia e altri Paesi a manifestare per la parità religiosa?
a.f.
GdS - 20 II 2005 -
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