La laiciTA'
Caro Direttore, credo che ai tanti radicali, atei,
comunisti e pseudo-laici che hanno plaudito alla
sentenza di Ofena, non faccia male tornare sui banchi di
scuola. Questi signori, nonostante alcuni rivestano
funzioni politico istituzionali, devono ancora
apprendere i rudimenti della lingua italiana.
La declamata suprema laicità dello Stato (evidentemente
uno slogan che hanno imparato a memoria come le tabelline), non significa epurazione di ogni forma di
religiosità simbolica o reale dal panorama pubblico, ma
esattamente il suo contrario. Ovvero la valorizzazione e
la massima visibilità e trasparenza di tutte le
espressioni religiose di un Paese. Ma non è certo che
per i suddetti signori siano spuntate le orecchie
d’asino a solo motivo di uno scarso impegno scolastico.
La verità è ben altra! Hanno deliberatamente piegato,
manipolato e distorto in cattiva fede, le pur nobili
intenzioni del supremo principio della laicità dello
Stato, trasformandolo in suprema ideologia laicista
anticattolica!
La solidarietà espressa ad
un’integralista provocatore come Adel Smith è la
migliore garanzia della loro disonestà intellettuale e
morale.
Gianni
Toffali
Gianni.Toffali@inwind
GdS - 8 XI 2003 -
www.gazzettadisondrio.it