FATTI DELLO SPIRITO: VITA EXTRATERRESTRE, GESU' CRISTO REDENTORE E LA RELIGIONE CATTOLICA

COME E' FATTO IL NOSTRO MONDO: UNA RISPOSTA NUOVA

ESISTE VITA FUORI DELLA TERRA?: UNA RISPOSTA NUOVA

Appendice: Vita extraterrestre, Gesù Cristo Redentore e la religione cattolica


Saggio in esclusiva per La Gazzetta di Sondrio - Traduzione a cura del giornale


Vita extraterrestre, Gesù Cristo Redentore e la religione cattolica


Qualcuno sostiene che tra lo studioso dell'universo fisico e il trascendente, salvo posizioni aprioristicamente fideistiche, vi sia una divisione netta, anzi taluni la ritengono contrapposizione.

Una nota astronoma, interpellata in proposito, aveva più o meno risposto di avere esplorato l'universo per tutta la vita senza però trovare traccia di Dio.

In verità appare curiosa questa posizione, o pretesa, di poter trovare Dio, o sue tracce, con un radiotelescopio od altro strumento, o magari definendolo con un modello matematico.

Lo studioso, credente o no che sia, non ha Dio come oggetto, principale o anche accessorio, delle sue ricerche o delle sue speculazioni scientifiche. 

Per il credente, per la definizione stessa di Dio, è dogma la inconoscibilità. Per usare di una similitudine, solo qualitativa, un cieco dalla nascita non ha né potrà mai avere la rappresentazione fedele di un arcobaleno, così come esso appare a noi.

Per il non credente sarebbe invece il colmo indagare sul nulla.

L'intellettuale, e non più lo studioso della materia, può però permettersi un ragionamento logico di fronte ad un problema particolare che riguarda larga parte dell'Occidente, quella a religione cristiana.

La scoperta di un'altra forma di vita intelligente - o anche la stessa ipotesi che ne possa esistere una - potrebbe porre al credente l'interrogativo sulla Redenzione visto che Gesù Cristo, sempre per i credenti, è sceso sulla Terra facendosi Uomo e non contestualmente sul pianeta X, dimora di una eventuale altra forma di vita.

L'argomento non è nuovo anche se qualche risposta data lascia al minimo perplessi, tanto da far dire che qualcuno si è cimentato nella fanta-religione, sia pure a modo suo a fin di bene.

Esiste una sola risposta logica per il credente, partendo cartesianamente dal primo anello della catena: il peccato originale. Questo non è lo strappo di Adamo che la simbologia vuole abbia colto la mela, frutto proibito, mangiandola con Eva e bruciandosi così l'esistenza nel Paradiso Terrestre.

Il peccato originale sta nel diventar lo spirito materia, e quindi l'universale che diviene caducità. 

Vale per l'uomo, ma anche per l'alieno raziocinante, sia microscopico o gigantesco, fatto di carbonio o di silicio, ominide o fluttuante.

Le rappresentazioni religiose sono diverse, ma questo connotato resta comune.

Nessun contrasto ha da esservi tra scienza e religione. Non solo, ma anche nessuna commistione.

Sbaglia lo studioso che voglia usare la scienza per dimostrare l'inesistenza di Dio, sbaglia chi voglia portare la scienza a supporto documentale della sua fede.

Due sfere diverse, che forse meriterebbero l'enunciazione di un "Principio di esclusione" dedicato. 

Non serve però al credente che ha dentro di sé la speranza per la sua certezza di Dio. 

Non serve al non credente perché, a sua volta, ha dentro di sé la certezza del nulla.

In fin dei conti entrambe le posizioni sono fideistiche, su due campi opposti, ed è giusto restino come le due rotaie di uno stesso binario, liberi tutti, ma ciascuno nel suo campo, di argomentare sulla propria credenza, nel si o nel no.

La presente appendice non ha alcun interesse per quelli del no, ma soltanto per quelli del si, - categoria cui lo scrivente appartiene -, ai quali la trattazione dei grandi temi della natura dell'universo e della possibilità di vita extraterrestre sarebbe altrimenti apparsa parziale, monca.


Saggio in esclusiva per La Gazzetta di Sondrio - Traduzione a cura del giornale

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GdS - agosto 2001

 

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