FATTI DELLO SPIRITO: SOLDI ALLA SCUOLA PRIVATA

Ogni volta che si parla di intervento statale a favore della scuola privata apriti Cielo! Tuoni, fulmini e saette.

Nella polemica va poi a finire che sia i sostenitori che i contrari scivolino via nel ghiaccio delle polemiche e finiscano entrambi fuori strada.

Muovendoci con i piedi per terra, senza ghiaccio ma su un terreno ruvido che impedisce ogni scivolata, d'un lato o dall'altro, cerchiamo di esaminare il problema in modo obiettivo.

Punto di partenza é naturalmente la Costituzione, dato che si tratta della legge fondamentale dello Stato.

All'art. 33 il 3° comma recita: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". 

Chiunque può quindi aprire una scuola privata ma sa che deve provvedere al suo sostentamento senza intervento dello Stato. E' quello, in definitiva, che sostengono i contrari )ma c'è però anche dell'altro, che vedremo più avanti).

Ci sono però due altri aspetti da considerare.

Il primo é il diritto di chiunque, purché "capace e meritevole", di accedere ai più alti gradi dell'istruzione (Art. 34 della Costituzione). E, sempre in base alla Costituzione, "La Repubblica rende effettivo questo diritto" in vari modi, comunque "per concorso". Il diritto allo studio dunque. Questo é di chiunque, sia che frequenti la scuola pubblica che la scuola privata. Ogni provvedimento, in particolare finanziario, in questa direzione non consente differenze in merito. Ecco quindi il dianzi accennato secondo richiamo alla Carta Costituzionale. Il quarto comma dell'art. 34 infatti così recita: "La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. Trattamento scolastico equipollente si ha non solo se sono uguali i programmi, la didattica, i liberi di testo, gli orari e quant'altro di questo tipo, ma se sono assicurate all'alunno le stesse condizioni indipendentemente dal fatto che la scuola sia pubblica o privata.

Il secondo riguarda un problema abbastanza vistoso nel nostro Paese. Ci sono migliaia di sezioni scolastiche, in particolare di scuole materne, private, in gran parte gestite da istituzioni religiose. Per la maggior parte di esse non ricorre l'art. --- della Costituzione. Infatti esse stanno sopperendo ad una lacuna dello Stato, stanno cioé svolgendo un servizio sostitutivo di quello pubblico per mettere tutti i cittadini nelle stesse condizioni. Se dovessero improvvisamente chiudere tutte queste strutture delle due l'una: o un gran mnumero di cittadini verrebbe discriminato in quanto non potrebbe usufruire dello stesso servizio che lo Stato garantisce là ove é presente con proprie scuole, oppure da un momento all'altro servirebbe un gigantesco sforzo pubblico sia per l'impianto di nuove strutture che per la gestione delle stesse.

Questa sarebbe soluzione "ideologica" ma certamente non intelligente, se non altro sotto il profilo finanziario.

Rebus sic stantibus la soluzione é quella del buon senso e della buona amministrazione del denaro pubblico, che é fornito da tutti noi (anche se magari da qualcuno in modo poco rispondente alla giustizia fiscale...).

Lo Stato richieda, giusttamente, che nel privato i bambini abbiano lo stesso trattamento che nel pubblico, dai programmi, agli orari, al calendario, all'intervento delle componenti della scuola, alla stessa tabella dietologica per la refezione. In cambio, tramite convenzionamento, assicuri una copertura finanziaria che sarà sempre grandemente inferiore a quello che lo Stato dovrebbe mettere in preventivo se agisse direttamente.

Questo sistema fu messo in funzione (Comune e non Stato) a Sondrio sul finire degli anni settanta. E funzionò egregiamente. Senza contese ideologiche ma con buon senso di tutti e sana amministrazione.

 

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