FATTI DELLO SPIRITO: CROCEFISSO NELLE SCUOLE E EXTRACOMUNITARI

A Melara via il Crocefisso dall'aula - Aboliamo anche il Natale. Intolleranza talebana - La legge sulla discriminazione - La scuola é laica - E la reciprocità? Superiori all'Islam.


A MELARA
VIA IL CROCEFISSO DALL'AULA


Nella scuola media di Melara (Spezia) all'arrivo di uno scolaro rom,
la docente, supplente, di italiano ha trovato una forma geniale
di "attività di accoglienza" nulla trovando di meglio che
togliere quello che per lei forse é un arcaico e ingombrante
arredo, il crocefisso.

Si fosse trattato o si trattasse di mettere il Crocefisso in un'aula frequentata
anche da ebrei, islamici, indù ecc., il problema avrebbe potuto
o potrebbe porsi.
Non "dovrebbe" ma "potrebbe", non un dovere ma un'opportunità.
Questo alla luce
della nostra cultura, anche religiosa, (schema XIII
del Concilio Ecumenico Vaticano secondo).

Il caso é diverso. Il Crocefisso c'era prima che arrivasse in
quell'aula, come può capitare in altre aule, l'extracomunitario di turno.


Un caso come il riposo festivo che in Italia é quello del giorno
considerato tale dalla religione cattolica, la domenica.

Il
musulmano venuto in Italia fa festa la domenica non il giorno
della sua religione che é il venerdì.

L'ebreo venuto in Italia
fa festa la domenica non il giorno della sua religione che é il
sabato.

Se c'é bisogno di una trasfusione di sangue al figlio di
chi per pratica religiosa non ne vuol sapere, in Italia scatta il TSO e la
trasfusione si fa.

Da che mondo é mondo quando si va a casa d'altri ci si adegua.
Non capita che sono quelli di casa a doversi adeguare.
Il musulmano che entra in una scuola italiana sa che il
Crocefisso c'é. Non é un insulto a lui lasciarlo. E' un insulto
per tutti gli altri - persino fosse uno solo - toglierlo.


Per quanto concerne l'eliminazione del Crocefisso il
Provveditore agli Studi di La Spezia, Roberto Bacchioni  ha
così commentato: "Questo gesto è stato fatto per far capire
semplicemente al bambino che la scuola dove faceva ingresso non
è un istituto coranico dove l'abitudine è quella di insegnare
solo il catechismo, un gesto nato solo per tranquillizzarlo"
.
Il mondo é bello perché é vario e comprende anche gli
arrampicatori sugli specchi. Evidentemente per questo signor
Bacchioni, che delle due facce della medaglia ne vede una sola,
non contano gli altri che possono anche prendere male la cosa...

Fortuna che la Preside della scuola non era così bizantina come
il Provveditore - anzi, oggi dirigente scolastico provinciale ..

Le cronache ci dicono che la professoressa si é anche rivolta al
suo parroco "che l'ha rassicurata". Un parroco intelligente di
fronte ad un atto sventato.

ABOLIAMO
ANCHE IL NATALE, LA SCUOLA E' LAICA


Alcune maestre del Biellese hanno deciso di non far intonare più
i tradizionali canti, in occasione delle feste di Natale, per
rispettare la diversa fede di una decina di bimbi figli di
musulmani o atei. Motivo di questa decisione il fatto
che "compito di una scuola laica, com'è quella italiana, è
insegnare i valori della pace e della fratellanza".

Le maestre hanno così invocato "la laicità della scuola",
dimostrando una abissale ignoranza, almeno sulla religione. Se
esse sono così sensibili "ai valori della pace e della
fratellanza" il massimo in proposito é proprio fornito dal
Cattolicesimo, con la legge dell'amore. Ne facciano riferimento
pur non considerandola da un punto di vista religioso, ma solo
culturale.

E poi, scusate, cosa vieterebbe loro di far intonare, come
sempre, i canti natalizi ad alcuni, versetti coranici ai
musulmani e La Vispa Teresa agli atei?


INTOLLERANZA TALEBANA


Sembra grossa la cosa che stiamo per dire, ma se ci si pensa a
fondo non lo é poi così tanto.

I talebani hanno incarcerato otto
volontari umanitari occidentali perché avevano la Bibbia.


Privare alcuni di un Crocefisso o dei canti natalizi di sempre é
poi così distante dall'atto dei talebani?


Apparentemente quel gesto viene presentato come simbolo di tolleranza e di
volontà di integrazione. Nella sostanza é atto di
discriminazione
verso chi, contrariamente a loro, in quel
simbolo o in quei canti ci vede qualcosa di grande.

LA LEGGE
SULLA "DISCRIMINAZIONE"


Discriminazione.

Nel 1998 é entrato in vigore il Decreto Legislativo 286/1998
cheall'art. 43 "Discriminazione per motivi razziali, etnici,
nazionali o religiosi (Legge 6 marzo 1998, n. 40, art. 41)",
stabilisce:

1. Ai fini del presente capo, costituisce discriminazione ogni
comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una
distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla
razza, il colore, l'ascendenza o l'origine nazionale o etnica,
le convinzioni e le pratiche religiose, e che abbia lo scopo o
l'effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento,
il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti
umani e delle libertà fondamentali in campo politico economico,
sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica.


Questo articolo calza perfettamente al caso nostro.

Torniamo a quanto detto all'inizio.
Il musulmano che arriva in Italia si adegua. Il calendario é il
nostro e non quello dell'Egira, la festa non é il venerdì, nel
Ramadan parte delle regole non le può osservare, deve avere il
documento con la fotografia (in alcuni Paesi le foto non sono
ammesse in ragione di convinzioni religiose), entrando in aula
trova il Crocefisso, che per lui non suona offesa se lo
considera come altre cose appese, quadri, foto, carte ecc.
Non c' nessuna discriminazione in tutto questo.

Ma se in classe arriva uno solo, e quella che dovrebbe essere
l'educatrice si affretta a togliere quello che per altri non é
un arredo ma un simbolo, questo - si rilegga l'art. citato del
D.Lvo 286, questo sì che costituisce discriminazione nei
confronti degli scolari italiani!


E LA
RECIPROCITA'? SUPERIORI ALL'ISLAM


Poi c'é la questione, su cui spesso e volentieri si sorvola, quella
della reciprocità. Sorvolare su questo aspetto paradossalmente é
manifestare una superiorità nei confronti dell'ISLAM.

Sorvolare su questo aspetto é come dire che noi, con la nostra
cultura, dobbiamo dimostrare quanto siamo tolleranti. Tolleranza
quindi perché ci consideriamo superiori a quei "barbari" che non
ne hanno.

Non seguiamo la docente di Melara o le maestre del Biellese ed
altri ancora visto che ogni tanto c'é qualcuno che fa queste
scoperte.

Noi  vogliamo l'uguaglianza, senza primi o ultimi della classe.
La reciprocità é però la prima conseguenza.
In realtà in questi episodi c' talora superficialità, ma
spesso ideologia.

Del resto fa specie che nel coacervo di manifestazioni seguite all'11
settembre non ve ne siano state a favore di quegli otto
occidentali in galera per avere con sé la Bibbia...
Efeso


GdS - 14 XI 2001

Efeso
Fatti dello Spirito