Discoteche chiuse alle tre: una scelta giusta

L'iniziativa del Governo sulla chiusura delle discoteche
alle tre di notte e sul divieto di vendita di alcolici
dopo le due è sicuramente un passo importante verso una
nuova, e più giusta, concezione del divertimento dei
giovani.

La discoteca, di per sé, rappresenta una risposta a un
comprensibile desiderio dei ragazzi: quello di riunirsi
per trascorrere qualche ora ballando, incontrando altri
amici.

Questo è il punto di partenza che spinge tanti giovani a
frequentare certi locali. Il punto d'arrivo, purtroppo,
è ben diverso. Si inizia con un semplice desiderio di
ballare, e si finisce con il consumare droga, alcolici o
morire in automobile, sulla strada del ritorno a casa.

La discoteca nasce come strumento di svago. Un modo come
un altro per divertirsi un po', dopo una settimana
trascorsa a studiare o a lavorare. E quindi, dovrebbe
rappresentare una parentesi di riposo.

Oggi, purtroppo, in molti locali, accade l'esatto
contrario. I ragazzi, dopo una notte passata a ballare,
sono stanchissimi. Letteralmente sconvolti e tutt'altro
che riposati. Ciò significa che qualcosa non funziona.
La voglia di divertimento dei ragazzi viene spesso
tradita da alcuni gestori di locali irresponsabili, che
fingono di non vedere ciò che accade nella propria
discoteca.

Ovviamente, non bisogna generalizzare. Non tutti i
locali da ballo rappresentano un rischio. Tuttavia, è
giusto intervenire con freni e regole, all'insegna di
quella sana "cultura del limite" che deve essere alla
base di ogni civiltà.

Quindi: "Sì" al divertimento, ma "No" all'eccesso. Ben
venga la chiusura anticipata dei locali e il divieto
degli alcolici dopo le tre. Oltre a questo, sarà
sicuramente utile moderare il volume della musica e
attenuare le luci psichedeliche.

Andando a ballare, i ragazzi manifestano un sano
desiderio di dialogo e di comunicazione. Hanno voglia di
stare assieme a qualcuno. Ma poi, si ritrovano soli.

La musica assordante, infatti, impedisce di parlare. E
così, pur essendo circondati da tante persone, i giovani
rimangono muti, privati della possibilità di dialogare.
E' come se ognuno ballasse dentro la propria campana di
vetro, isolato dal resto del mondo. Il risultato è uno
stato di stordimento che, a volte, si accompagna al
consumo di droghe ed alcolici.

Il fenomeno delle stragi del sabato sera è strettamente
collegato a un certo stile di vita "al contrario", in
cui la notte prende il posto del giorno. Le funzioni
dell'organismo, infatti, sono scandite e regolate da
precisi orologi biologici, che non possono assolutamente
essere sconvolti.

La chiusura anticipata dei locali contribuirà
sicuramente a recuperare questo equilibrio e ad evitare
le corse notturne da un locale all'altro.

Ovviamente, non bisogna fermarsi qui. C'è ancora molto
da fare, soprattutto nel campo della prevenzione della
droga. Il principale strumento di autodistruzione delle
nuove generazioni, spesso associato al suono assordante
e martellante della musica, si chiama "ecstasy".

E' una pillola che si ingerisce con facilità e non desta
le preoccupazioni di altri tipi di droga (come, ad
esempio, il rischio di contrarre l'Aids).

Chi consuma l'ecstasy crede quasi di assumere dei
"superpoteri", come certi personaggi dei fumetti. In
realtà, l'unico vero potere ce l'ha la droga, ed è
quello di rendere lentamente schiavi.

Le droghe degli anni Sessanta e Settanta mascheravano il
loro volto di morte con degli ideali, spesso vissuti in
buona fede dai giovani: la pace, il rifiuto del
consumismo e la fratellanza universale.

La droga, anche in quegli anni, uccideva i ragazzi. Ma
lo faceva nascondendosi dietro una parvenza di nobiltà e
di grandi ideali. Oggi, invece, non si preoccupa più di
questo. Si mostra a viso scoperto e non ha paura di
esprimere ciò che è realmente.

L'ecstasy, infatti, è lo specchio del nulla più
assoluto. Rappresenta perfettamente il senso di vuoto
dei nostri tempi: un semplice, banale, egoistico
desiderio di piacere.

Il vero dramma è che i giovani non sono assolutamente
consapevoli delle terribili conseguenze di questo nuovo
tipo di droga. Non a caso, l'ecstasy viene offerta sotto
forma di pastiglie che hanno un'apparenza simpatica,
accattivante, affascinante.

Alcune pillole raffigurano disegni che si ispirano ai
personaggi dei fumetti e dei cartoni animati. Ad
esempio: Superman, Batman, Snoopy, Popeye (Braccio di
Ferro), Fred e Barney (i due protagonisti della serie
Flintstones), Mammolo, Dotto (i nani di Biancaneve) e
altri.

Ci sono, poi, immagini di animali (colomba, cane, gatto,
passerotto, bulldog, rondine, toro, cavallo), o simboli
grafici di marche di automobili e sigarette. Altre
volte, le pillole vengono semplicemente definite con
nomi di donna, di gruppi rock o con parole che fanno
riferimento al sesso.

C'è ancora molta strada da fare per "illuminare la
notte". L'iniziativa sulla chiusura anticipata e sulla
vendita degli alcolici è solo l'inizio. Bisogna andare
avanti e continuare ad agire con coraggio,
nell'interesse dei giovani e del futuro del mondo in cui
viviamo.
Carlo Climati


E-mail: md3416@mclink.it


GdS - 8 VII 2003 -
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Carlo Climati
Fatti dello Spirito