Si è conclusa una giornata di riflessione sul tema: "Le cellule staminali; un nuovo strumento terapeutico?"

diCarlo Climati

Si è conclusa a Roma, presso l’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum, una giornata di riflessione riservata ai Vescovi
sul tema “Le cellule staminali: un nuovo strumento
terapeutico?”, organizzata dalla Facoltà di Bioetica dell’Ateneo
Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con l’Istituto
Sacerdos dello stesso Ateneo, per la formazione permanente del
clero.


L’argomento è stato affrontato da diversi punti di vista:
scientifico, filosofico, etico, sociale e giuridico. Sono
intervenuti: Salvatore Mancuso, Direttore del Dipartimento per
la tutela della salute della donna e della vita nascente
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Angelo Vescovi,
Condirettore dell’Institute for Stem Cell Research dell’Ospedale
San Raffaele di Milano, P.Ramon Lucas Lucas, L.C., Docente di
Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Ateneo
Pontificio Regina Apostolorum, Mons. Elio Sgreccia,
Vice-Presidente della Pontificia Accademia Pro Vita, Luca
Marini, Docente di Diritto internazionale presso l’Università La
Sapienza di Roma e Membro del Comitato Nazionale per la
Bioetica, P. Gabriel Gonzales, L.C., Direttore dell’Istituto
Sacerdos, P. Gonzalo Miranda, L.C., Decano della Facoltà di
Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, e P. Paolo
Scarafoni, L.C., Rettore dell’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum.

P. Gonzalo Miranda, L.C. ha introdotto l’incontro ponendo alcuni
interrogativi etici, sottolineando la necessità di riconoscere
l’uguale dignità di ogni essere umano. Bisogna chiedersi se è
lecito usare embrioni umani, uccidendoli allo scopo di ottenere
cellule staminali che possano essere utilizzate terapeuticamente
per il bene di altre persone.


Fra i vari relatori, Salvatore Mancuso ha evidenziato che ci
troviamo di fronte ad un nuovo scenario per la medicina,
riferendosi alle possibilità e alle prospettive delle “unità di
terapie cellulari”.

Si tratta di gruppi di lavoro che fanno ricerca sulle cellule
staminali adulte. Buoni risultati, che lasciano ben sperare per
il futuro, sono stati ottenuti con il trapianto in utero e la
terapia rigenerativa.


Angelo Vescovi ha sottolineato la necessità di evitare
atteggiamenti di tipo ideologico e di fare maggiore riferimento
ai dati scientifici reali. Pensare che le cellule staminali
embrionali siano migliori delle adulte, in quanto proliferano di
più, significa banalizzare il problema. Il futuro sta
nell’intervenire sulle cellule staminali dello stesso individuo
malato, andando ad attivare quelle che l’organismo ha già.


Dall’incontro è emerso che la ricerca sulle cellule staminali
adulte dovrà andare avanti non solo per ragioni etiche, ma anche
per il fatto che esse sono più promettenti e rappresentano la
base per poter sviluppare, attraverso lo studio del loro
comportamento, altre terapie. Hanno dato maggiori risultati in
meno tempo ed agiscono nel mantenimento e nella rigenerazione
dei tessuti.

Per quanto riguarda le cellule staminali embrionali, la
questione sta nel riuscire a trovare strade alternative per
ottenere questo tipo di cellule senza distruggere embrioni.
Alcuni studi stanno già dando i primi risultati in questo senso.

Carlo Climati



GdS - 20 IX 2004 -
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Carlo Climati
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