CHI ERA DON BOSCO

diMario Pulimanti

Eccomi qui.

Io sono un ex allievo salesiano romano, avendo
frequentato non solo le scuole salesiane, ma anche -e fin da
piccolissimo- gli oratori del Testaccio. Ma chi era Don Bosco e,
soprattutto, è ancora attuale la sua figura? Ritengo che, per
meglio rispondere a queste domande, sia necessario tracciare,
prima, una breve panoramica sulla sua vita.

Il piccolo Giovanni
Bosco è nato il 16 agosto 1815 in una famiglia contadina molto
povera a Becchi Castelnuovo d'Asti (oggi si chiama Castelnuovo
Don Bosco). Purtroppo rimane orfano di padre a soli due anni.
Divenuto sacerdote, arriva a Torino nel 1841 e comincia a girare
per questa città per farsi un'idea delle condizioni morali dei
giovani, rimanendone a tal punto sconvolto, da decidersi subito
ad aiutare i ragazzi a cercare lavoro e tentando di far ottenere
condizioni migliori a chi già lavora. Ed è in questo modo che
nasce così nella periferia torinese il primo oratorio.

Il
problema di accogliere non per alcune ore bensì a tempo pieno
ragazzi senza casa diventa fondamentale ma si apre un problema
di natura finanziaria che Don Bosco tenta di risolvere, cercando
benefattori. E la sua prima benefattrice è mamma Margherita che
vende tutto quello che possiede (anche la fede!) per sfamare i
ragazzi.

Costituisce anche la "Società di San Francesco di Sales"
che darà vita all'omonimo ordine dei Salesiani. I Salesiani
danno ai giovani non solo pane e una casa, ma procurano loro
istruzione professionale e religiosa, possibilità di inserirsi
nella vita sociale e buoni contratti di lavoro.

Nel 1872 fonda,
poi, la Congregazione femminile delle figlie di Maria
Ausiliatrice, detta delle Suore Salesiane.

E’ il 31 gennaio 1888
quando muore a Torino, circondato dall’amore di tutti quelli che
lo avevano conosciuto. Alla sua morte gli oratori salesiani sono
ben 250. Don Bosco viene dichiarato venerabile nel 1907, Beato
nel 1929 e Santo nel giorno di Pasqua, 1 aprile 1934. Dalla Sua
vita si può ben constatare che la sua missione principale è
stata quella di aiutare i ragazzi bisognosi, fornendo loro un
alloggio, qualcosa da mangiare, e lezioni per imparare un
lavoro.

Don Bosco ha speso la sua vita per i giovani, in ogni
attimo. Per Lui non esisteva niente altro. Un uomo che ha
ascoltato con cuore aperto e disponibile quello che Dio gli ha
detto, un uomo che guardava sempre più in là di quello che stava
realizzando in quel momento e non si accontentava ma voleva di
più per i suoi giovani e desiderava che tutto non finisse con
lui, che potesse essere lo stesso per quelli che dopo di lui
sarebbero venuti. La figura di Don Bosco, così determinata,
attiva e dedita ai ragazzi, la sua grinta di andare avanti e
superare gli ostacoli, fa sì che anche oggi Don Bosco ci appare
come un vero uomo di Dio il quale con la sua forza spirituale e
amore per il prossimo ha veramente saputo offrire la sua vita
per il prossimo. Il coraggio di affrontare ostacoli per aiutare
ragazzi poveri e senza amore. Offrire loro non solo aiuti
materiali ma aperto i lori cuori all`amore di Gesu`. "Alza lo
sguardo al cielo e non sarai mai solo" era solito ripetere. Dio
non ci lascia mai soli.

Siamo nel 2005, sono trascorsi
centodiciassette anni dalla sua morte, ma il messaggio che Don
Bosco rivolge ai ragazzi di oggi è sempre attuale: «Io ero una
persona come te. Ho voluto dare un senso pieno alla mia vita.
Con l'aiuto di Dio ho rinunciato ad avere una famiglia mia per
diventare papà, fratello, amico di chi non aveva papà, fratelli,
amici. Se vuoi essere come me, andremo insieme a spendere la
vita in una favela sudamericana, tra i lebbrosi dell'India, o
nella periferia di una città italiana, dove troveremo tanti
poveri, anche se nascosti: poveri di affetto, di senso della
vita, poveri che hanno bisogno di Dio e di te per vivere. Ma se
anche non ti senti di rischiare la vita com'io l'ho rischiata,
ti ricordo una verità importantissima: la vita, questo grande
dono che Dio ci ha dato, bisogna spenderla, e spenderla bene. La
spenderai bene non chiudendoti nell'egoismo, ma aprendoti
all'amore, all'impegno per chi è più povero di te».
Questo
messaggio è ancora più attuale adesso, all’indomani della
tragedia causata dallo Tsunami
thailandese, che ha lasciato
orfani migliaia di bambini e ragazzi emarginati che hanno
bisogno dell'attenzione, del sostegno e soprattutto dell'amore
di chi è adesso pronto a vivere accanto a loro per offrire la
forza e la speranza di un futuro, anche in questo angolo
sperduto del sud est asiatico. Del resto salvare migliaia di
ragazzi dalla povertà e dall'ignoranza: questo è stato il senso
profondo della vita di Don Bosco. A guidarlo nella sua ostinata
e infaticabile attività, la convinzione che "i giovani non solo
devono essere amati, ma devono anche sentire di essere amati".

E questo è stato il suo grande insegnamento: aiutare coloro che
soffrono e prodigarsi con tutte le sue forze per aiutarli.
Infatti lo spirito di Don Bosco, ormai presente in tutto il
mondo, fa sì che anche ai nostri giorni sarebbe opportuno da
parte di tutti noi rivolgere grande attenzione alla gioventù: il
futuro del mondo. Ed è per l’insegnamento che Lui mi ha dato ed
per l’uomo che non sarei mai diventato senza di Lui che mi fa
ora dire ancora più forte: Grazie Don Bosco!

Mario Pulimanti



GdS - 10 I 2005 -
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Mario Pulimanti
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