LA CENSURA DI CERTE IMMAGINI
Non è vero come dice qualcuno che il magmatico
calderone mediatico sia un tritatutto asservito a poteri di
parte, finalizzato a provocare manipolazione, indottrinamento e
opinioni tendenziose. Le foto delle torture e dell'esecuzione di Nick Berg ipocritamente centellinate con il contagocce dai
media, non hanno reso un buon servizio all'opinione pubblica. La
censura delle immagini forti storpia la realtà, la blinda in una
illusoria bambagia, in un mondo rosato, ove appare vero solo ciò
che si vede. La realtà è altra, con tutte le sue crudezze
visibili e nascoste, e chiudere gli occhi non serve a cambiarla.
Tutta la storia umana è costellata di abominevoli violenze. Ci
si è mai scandalizzati per gli orrori del passato documentate su
foto, raffigurazioni e dipinti del passato? Che significa questa
delicatezza di stomaco, questo pseudo-moralismo da preservazione
(dalle immagini) dell'ultima ora? La visione delle immagini
violente non è voyeurismo, ma liberazione, coscientizzazione e
presa d'atto delle realtà umane. Solo le immagini rendono un
servizio alla verità, le parole, quelle scritte, molto meno.
Gianni Toffali
Gianni.Toffali@inwind.it
GdS - 20 V 2004 -
www.gazzettadisondrio.it