Ancora Roberto Bignoli, cantautore di musica cristiana
- Roberto Bignoli è uno dei massimi esponenti della musica
cristiana contemporanea, a livello internazionale, può
raccontare in breve come è diventato “cantautore di Dio”?
Prima
di diventare cantautore di Dio, ho ritrovato la fede, ho
scoperto che senza Dio la mia vita non aveva valore. Dopo un
passato travagliato, nel 1984 grazie all’ avvicinamento alla
Vergine Maria ed a un pellegrinaggio a Medjgorje, ho riscoperto
i valori di vita ed ho cominciato a riavvicinarmi alla Chiesa ed
ai Sacramenti, da questo momento è nato il desiderio di portare
in musica quanto di bello avevo ritrovato e quindi di diventare
strumento per l’evangelizzazione, senza però avere pretese ma
offrendo l’esperienza della mia vita come riferimento per
parlare della grandezza di Dio. Tutto questo è avvenuto negli
anni in modo graduale, ma sicuramente vissuto in prima persona.
In tutti questi anni ho fatto concerti in tutta Italia e
all’estero, inoltre nel 2001 ho avuto 2 awards a Washington in
USA come artista internazionale dell’anno e come canzone “Ho
bisogno di te” internazionale dell’anno, e non ultimo a Roma il
Golden Graal come riconoscimento del mio impegno nella nuova
evangelizzazione.
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La musica cristiana contemporanea è un fenomeno emergente in
tutto il mondo, secondo te di cosa c’è bisogno in Italia perché
diventi un fenomeno di massa?
Ci vorrebbe più volontà da parte
di tutti a credere in quello che si fa, ci vorrebbe più forza da
parte di molti a dichiarare la propria fede e a lottare affinché
la Parola di Dio emerga. La musica cristiana non è una musica
diversa dal genere di musica che abitualmente si ascolta ma sono
i contenuti diversi e sono diversi gli artisti. Per quelli che
sono i canoni attuali dei fenomeni di massa dubito che la musica
cristiana lo possa diventare, ma tutto può cambiare da un
momento all’altro, quindi non escludo che il futuro porti nuovi
orizzonti anche alla musica cristiana Italiana. Inoltre ci
vorrebbe anche maggiore professionalità sia per chi produce la
musica cristiana, sia per chi si propone. Ma manca soprattutto
un grande coraggio da parte della nostra chiesa istituzionale a
credere che anche la musica di ispirazione cristiana è un mezzo
di evangelizzazione importante soprattutto per il mondo
giovanile.
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La christian music è un valido strumento per evangelizzare, o
meglio per far conoscere Gesù Cristo, come e dove, poi, secondo
te è possibile che questa esperienza diventi una dinamica vera e
propria di fede alla sequela del Risorto?
“Ora andate
dappertutto” è se vogliamo così definirlo lo slogan della
Diocesi di Milano, credo che sia la risposta alla tua domanda,
c’è bisogno di raggiungere ogni luogo per poter veramente
portare il messaggio di Gesù Cristo e quale mezzo se non la
musica che arriva diretto ai giovani ma anche alla gente.
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Non credi che cantare (come spesso accade) dei “valori” o di
realtà che comunque non facciano strettamente riferimento a una
lode al Signore possa far ricalcare gli echi del mondo?
Sicuramente cantare dei valori è sempre positivo, ma non è
positivo se chi li canta poi non li pratica nella propria vita,
è l’esempio e la testimonianza che danno credibilità. Con questo
non mi sento migliore di altri né perfetto e so di avere anche
limiti e contraddizioni ma forse il punto vincente è che credo
profondamente nei valori di cui canto e parlo.
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Vi è una corrente di pensiero (che io a dire il vero condivido
abbastanza), che è molto rigorosa, nel senso che dice che la
musica cristiana deve essere prevalentemente di Lode e
Adorazione e non cantare di altro perché al centro deve esserci
il Signore e solo a Lui va la Gloria, tu cosa ne pensi? Come in
tutte le cose credo che non ci debba essere l’integralismo, ma
sicuramente se parliamo di musica cristiana, i temi devono
essere inerenti allo spirito di Gesù e del Vangelo, se ci
discostiamo troppo dal fulcro rischiamo di diventare noi i
protagonisti. Spero di non cadere in questo inganno.
C’è anche un animato dibattito secondo il quale l’uso
“improprio” o “distorto” di strumenti e generi musicali,
risponda alla sfera carnale dell’uomo e non a quella spirituale
come il cristianesimo richiederebbe. Il riferimento è in
particolare alle Lettere di San Paolo, con particolare
riferimento a Galati 5.
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San Paolo specifica in Efesini capitolo 5, versetto 19 che i
cristiani si devono intrattenere a cantare Salmi, Inni e cantici
spirituali. Spirituali indica la natura di questi cantici, ed
essendo la Parola di Dio, vera, attuale, eterna, immutabile, che
produce quello che dice, bisognerebbe rifarsi al Vangelo di
Giovanni: “Dio è spirito e i veri adoratori devono adorarlo in
spirito e verità” (Gv capitolo 4, versetto 23), e siccome la
stessa Parola di Dio dice che l’uomo è fatto a lode della Sua
Gloria, sembra che vi sia per il cristiano una sola possibilità
per cantare. Qual è il tuo parere?
Beh sicuramente bisogna stare
attenti però bisogna anche non confondere la musica cristiana
con quella liturgica che sono due cose molto diverse.
Chiaramente non si può confondere il messaggio cristiano e
meglio ancora del Vangelo con altre influenze spirituali perché
se ne perderebbe completamente il senso e lo spirito.
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Sembra che nel mondo si siano ormai delineati preminentemente
due filoni: uno di Lode e Adorazione (diversificato anche a
seconda delle diverse confessioni e denominazioni), e l’altro
che può dare un tono e un colore alla vita del cristiano, e che
segue un po’ i discussi e discutibili generi musicali mondani.
Cosa ne pensi?
Come già ti dicevo penso che l’errore sia nel
mescolare la musica liturgica con quella cristiana, non sono la
stessa cosa e sono sicuramente due mezzi entrambi importanti ma
con una destinazione differente. Inoltre la musica di lode e
adorazione viene usata spesso in momenti di preghiera di tipo
carismatico mentre gli altri generi musicali vedi il rock pop rap di musica cristiana etc spesso sono suonati e proposti nei
teatri, piazze, pub discoteche direi in quei luoghi dove
sicuramente la parola di Dio non viene annunciata ma dove è
necessario portarla, anche se ultimamente ci sono gruppi
carismatici soprattutto USA e Inghilterra che sono riusciti a
portare la musica di Lode e Adorazione anche al di fuori dei
loro convegni ed incontri di preghiera.
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Si sta anche delineando, soprattutto con il cantante Marco
Barrientos (Aliento produccisiones), un grande ministero di
canti e musica per una guarigione interiore, o comunque che può
effettivamente suscitare un “incontro ravvicinato con Dio”,
d’altro canto si tratta dei primi riuscitissimi tentativi di
riappropriarsi di un terreno “ceduto” da anni e anni alla new
age. Qual è il tuo punto di vista?
Per quanto riguarda questo
argomento sono sempre molto prudente, non eludo che ci sia la
possibilità di guarigione attraverso la musica perché a Dio
tutto è possibile, ma sono dell’idea che l’albero si vede dai
frutti, credo che comunque chi pensa di avere questo dono, per
poter essere veramente di Dio a mio parere deve essere un uomo
di Dio, cioè ripieno totalmente di Dio, la sua vita quindi il
più coerente possibile con la vita di Gesù e il suo legame ai
Sacramenti deve essere la sua forza, dopodiché se così fosse
ringraziamo il Signore che anche attraverso questo ministero
raggiunge i malati per guarirli..
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Io esprimo questo concetto: se la musica cristiana contemporanea
non è accompagnata da un risveglio spirituale e popolare di
massa, rimarrà un fenomeno ancora troppo sommerso. Soprattutto
in Italia dove c’è una certa religiosità ma che non significa
affatto spiritualità?
Qual è il tuo parere nel merito? E’ vero
in Italia in particolare esiste la tradizione religiosa, ma poi
in fondo ognuno continua la propria vita normale. Cosa intendo?
A vedere la domenica le chiese piene uno pensa guarda quanti
cristiani, ma appena usciti ognuno riveste la propria vita. Non
vuole essere una critica ma il punto di partenza, cioè che non
sappiamo coltivare la fede dentro di noi come una grande grazia
che il Cielo ci ha donato. questo chiaramente lascia un senso di
torpore che non permette di collaborare all’unità cristiana e
quindi diventare una massa di persone che credono in un ideale
comune.
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La musica è sempre stato un veicolo privilegiato per
l’aggregazione, la condivisione, tra i giovani e in generale tra
le persone. Perché, specialmente in Italia vi è ancora tanta
divisione nella musica cristiana? L’ecumenismo e l’unità dei
cristiani non può ricominciare anche e soprattutto dalla musica?
Purtroppo la musica da sola non fa miracoli, c’è ancora tanta
gente anche ai vertici della chiesa o nelle diocesi o parrocchie
che non capisce l’importanza di questo mezzo di evangelizzazione
che a volte viene rifiutato, o addirittura ostacolato. E’ chiaro
che se non c’è aiuto da parte della Chiesa a raggiungere molti
giovani è anche chiaro che il messaggio trova delle barriere che
non sempre supera e quindi vediamo crescere in maniera molto
forte e vincente la musica cristiana all’interno della chiesa
evangelica dove i pastori sono i primi sostenitori e propagatori
del messaggio cristiano attraverso la musica, hanno capito che i
giovani rispondono fortemente a questo linguaggio e quindi è
supportato da professionalità e da mezzi sofisticati per la
propagazione dei lavori discografici, oltre ad avere un sostegno
pieno e totale da tutta la stampa e mass media evangelici,
ancora più forte se usciamo dall’Italia.
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Di cosa c’è bisogno perché come in America del Nord o Latina e
altri Paesi del mondo, anche in Italia la musica cristiana
contemporanea abbia un mercato vero e proprio con negozi,
articoli di abbigliamento, e quanto altro può ruotare intorno al
fenomeno. Come già detto in molti punti dell’intervista per
essere vincenti c’è bisogno di professionalità , di convinzione
e di avere il coraggio di annunciare la buona novella con forza
e credibilità tenendo sempre però come fulcro il Vangelo e un
legame forte con la propria Chiesa.
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Come vedi il panorama dell’informazione in questo campo? Negli
ultimi anni grazie ad alcuni siti come Informusic, Papaboys, Il
mio Dio canta giovane, Korazym, Giovani org, e tanti altri la
musica cristiana si è fatta conoscere e continua a farsi
conoscere. Anche se non è sempre facile raggiungere la stampa
cattolica mentre un ottima risposta la stiamo raggiungendo nella
stampa cosiddetta secolare. Sicuramente il risultato è positivo
se tu pensi che solo 5 anni fa quando cercavi notizie di musica
cristiana in Italia trovavi poco e nulla, oggi ci sono pagine e
pagine di recensioni, articoli etc sulla musica cristiana.
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Come secondo te i grandi mass media, la stampa e la stampa
specializzata, potrebbero parlare della christian music?
Semplicemente trattandola nella sua veste:di musica senza
soffermarsi o spaventarsi dalla parola cristiana, anche perché i
mass media quando parlan di musica trasgressiva, satanica o hard
o comunque generi negativi e non comuni al pubblico non si
pongono il problema né di scrivere né di parlarne anzi in alcuni
casi viene esaltata, pertanto nulla di male se anche la musica
cristiana venisse proposta con la stessa attenzione
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Come è possibile non cadere nella tentazione del divismo? Molti
dicono che se al centro c’è solo il Signore, ispirati e guidati
dal solo Spirito Santo, e non dalle proprie idee, convizioni,
progetti, realtà ecc, si evita con maggiore possibilità di
cadere nell’idolatria. Qual è il tuo pensiero?
Tutto sta nella misura in cui tu credi veramente in Dio e non in
te stesso, a questo punto sai vincere la tentazione…
IMC
GdS - 20 II 2004 -
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