Ricordo del dott. Baiocchi, primo direttore della Fondazione Fojanini

Il giorno 16 agosto è venuto a mancare il dott. Alberto Baiocchi, figura nota nel mondo dell’agricoltura valtellinese e non solo.

Baiocchi, di origine piemontese, arriva in Valtellina molto giovane inviato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in seguito al lascito della struttura da parte della famiglia Fojanini; in pochi anni ne diventa direttore, carica che manterrà fino alla data di pensionamento avvenuta nell’anno 1999.
In breve tempo, attento alle esigenze del territorio e di tutto il mondo agricolo con particolare affezione al mondo viti-vinicolo, ha saputo trasformare la Fojanini da azienda agricola in centro di sperimentazione, adempiendo egregiamente alle volontà della famiglia Fojanini.
Enologo carismatico e lungimirante, Baiocchi, o il “Duttur” come affettuosamente veniva chiamato dagli agricoltori di questa valle, si è subito fatto conoscere e volere bene da tutto il mondo agricolo, dalle grandi realtà produttive al piccolo viticoltore.  
Negli anni e con determinazione ha saputo fare della Fondazione Fojanini il polo di attrazione di tutto il mondo agricolo provinciale: dai viticoltori, ai frutticoltori, agli apicoltori fino ai comparti minori, ruolo che la Fondazione svolge tuttora.
Ha saputo guidare, in modo battagliero, le scelte politiche in campo agricolo, in difesa del territorio, delle sue tradizioni e della categoria degli agricoltori; molte scelte agricole sono figlie di quella capacità di anticipare gli eventi e non farsi travolgere. Ha contribuito alla crescita della qualità dei vini garantendo costante assistenza tecnica ed enologica, aumentandone così il valore economico e infondendo speranza in un momento di transizione.
Baiocchi ha speso la sua vita in e per la Valtellina. Direttore e custode della Fojanini, per lui la settimana lavorativa si prolungava anche ai fine settimana, riceveva e ascoltava chiunque avesse bisogno  a tutte le ore del giorno, aveva una risposta a qualsiasi problematica.
In eredità ci lascia una struttura, un’ organizzazione, dei servizi che ancora respirano nelle sue idee.
La provincia di Sondrio ha un debito di riconoscenza (Sottoscriviamo - ndr) nei confronti di quel “Duttur” venuto da lontano che tanto ha dato e soprattutto tanto ha amato queste valli.

Martino Salvetti

Enogastronomia