L’Italia raggiunge per la prima volta nella storia recente l’autosufficienza nella bilancia alimentare

Cibus, il territorio ha fatto squadra. L'expert di cibi e bevande nazionali ha superato in valore le importazioni dall’estero Marchesini: “Con l’emergenza Covid i consumatori hanno raccolto l’appello al sostegno delle filiere corte” E ancora...

SONDRIO – L’Italia raggiunge per la prima volta nella storia recente l’autosufficienza nella bilancia alimentare con le esportazioni di cibi e bevande nazionali che hanno superato in valore le importazioni dall’estero, “sotto la spinta del cambiamento nei consumi e nel commercio determinati dall’emergenza Covid” come sottolinea il presidente della Coldiretti provinciale Silvia Marchesini. Il dato emerge dallo studio della Coldiretti presentato al Salone CIBUS  2021 inaugurato questa settimana con la presenza del presidente nazionale Ettore Prandini e oggi alla sua giornata conclusiva.

Si è trattato della prima edizione del Salone che apre con le esportazioni agroalimentari Made in Italy del primo semestre del 2021 che hanno raggiunto il valore record di 24,81 miliardi con un aumento dell’12% rispetto all’anno precedente e lo storico sorpasso sulle importazioni che sono invece ferme nello stesso periodo a 22,95 miliardi, consolidando la svolta in atto nell’anno del Covid, sulla base dei dati Istat.

“Un cambiamento senza precedenti – precisa Marchesini – realizzato sotto la spinta della “fame” di Made in Italy all’estero, nonostante le difficoltà determinate dalle chiusure della ristorazione in tutto il mondo, ma anche dalla scelta patriottica nei consumi degli italiani che hanno privilegiato la qualità dei prodotti nazionali anche per sostenere l’economia ed il lavoro del Paese: un dato che si riflette anche sul territorio del settentrione lombardo”.

Sulle tavole dei consumatori, nell’anno del Covid, sono cresciuti del +7,6% gli acquisti di prodotti che – spiega Coldiretti - riportano in etichetta un legame con il Belpaese, come la bandiera tricolore, frasi e parole riferite al Made in Italy oppure una delle indicazioni geografiche europee di origine, come Docg, Dop, Doc, Igp e Igt. La spesa patriottica degli italiani, fra latte, salumi, formaggi, salse, prodotti confezionati, uova, pasta, vino, olio, farine, frutta e verdura Made in Italy, ha raggiunto un valore di oltre 8,4 miliardi di euro secondo l’Osservatorio Nielsen Immagino.

All’estero le vendite del Made in Italy sono sostenute soprattutto dai prodotti base della dieta mediterranea come il vino, la frutta e verdura, fresca e trasformata, che l’Italia produce in quantità superiori al fabbisogno interno ma non mancano casi eclatanti di successo tra le new entry come il caviale Made in Italy le cui esportazioni sono addirittura triplicate nell’ultimo anno (+187%) anche se a livello nazionale resta da colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti dalla carne al latte, dai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

In Italia è infatti necessario potenziare la produzione per coprire – spiega la Coldiretti – il deficit del 64% del frumento tenero e del 40% per il frumento duro destinato alla produzione di pasta per il quale si è registrato un calo di autosufficienza in seguito alle massicce importazioni dal Canada. Per quanto riguarda il mais, fondamentale per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, l’Italia – continua la Coldiretti – copre circa la metà (53%) delle proprie necessità. Un trend negativo che riguarda anche la soia – spiega Coldiretti – visto che si produce circa 1/3 (31%) del fabbisogno interno, secondo dati Ismea. In Italia si munge nelle stalle nazionali il 75% del latte consumato (che in Valtellina e Valchiavenna è utilizzato, peraltro, per formaggi di forte impatto identitario) e si produce il 55% del fabbisogno di carne con l’eccezione positiva per la carne di pollo e per le uova per le quali il Paese ha raggiunto l’autosufficienza e non ha bisogno delle importazioni dall’estero.

Con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. Una situazione che ha fatto salire i prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale ai massimi da quasi sette anni trainati dalle quotazioni dei cereali. I timori sugli approvvigionamenti di cibo hanno convinto la stessa Unione Europea a lanciare una consultazione pubblica fra operatori, autorità e cittadini per realizzare un piano finalizzato a conquistare l’autosufficienza in diversi settori chiave. La volatilità dei prezzi infatti non solo penalizza i produttori agricoli, ma mette in difficoltà anche l'industria di trasformazione con l'andamento altalenante delle quotazioni che favorisce anche i fenomeni speculativi a danno dei consumatori e dei produttori.    (3/9/2021)

Coldiretti Sondrio

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C'è ancora da fare. Basta infatti andare all'ipermercato per scoprire prodotti che vengono all'estero, anche da lunghe distanze. Due esempi: 1.  pomodori provenienti dalla Polonia che non ha certo nè vocazione, nè sole più del nostro Mezzogiorno - 2.  confetture (tutti le chiamiamo marmellate ma per legge di marmellate c'è solo quella di arance) di diversi gusti provenienti dal Belgio. Abbiamo tanti produttori, alcuni anche in Valtellina, qualcuno di straeccellenza. Un altro po' di 'patriottismo' e nazionale e valtellinese, è auspicabile (ndr) 

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