ALBERTO QUADRIO CURZIO E FAMIGLIA CRISTIANA. E I VALTELLINESI

Il n. 20 di Famiglia Cristiana riporta un’intervista di di Francesco Anfossi al prof. Alberto Quadrio Curzio, un valtellinese legatissimo alla Valtellina. L’intera intervista meriterebbe di essere riproposta ma non è possibile per cui ne stralciamo due parti, la presentazione dell’intervistato e la sua risposta finale.

ALBERTO QUADRIO CURZIO

Il suo cursus honorum è ricco di titoli e cariche, compresa l’appartenenza all’Accademia dei Lincei. Ma soprattutto Alberto Quadrio Curzio, docente di Economia politica e preside di Scienze politiche all’Università Cattolica di Milano, classe 1937, ha il merito di essere uno dei pochi economisti italiani davvero super partes. Anche per questo il suo nome figurava tra i candidati alla carica di governatore della Banca d’Italia. A presentare il suo ultimo saggio, dedicato agli economisti che hanno fatto l’Italia, da Carlo Cattaneo a Ezio Vanoni, aLuigi Einaudi, c’erano il banchiere Piero Barucci, al Tesoro nel Governo Ciampi e Giulio Tremonti, il ministro dell’Economia di Berlusconi. In prima fila sedeva l’ex commissario europeo Mario Monti. L’attuale premier Romano Prodi lo aveva scelto per far parte di una speciale commissione sulle radici spirituali e culturali dell’Europa. «Le amicizie si basano sulla stima e gli affetti», spiega Quadrio Curzio nel suo studio al quinto piano di un edificio dell’ateneo di largo Gemelli, «ma a questi uomini mi legano anche affinità in campo economico».

I VALTELLINESI

• A Tremonti la legano le radici valtellinesi. Lui è di Sondrio, lei di Tirano. Valtellinesi erano anche Pasquale Saraceno ed Ezio Vanoni. Pare che l’economia da quelle parti sia uno dei prodotti tipici, come la bresaola, le mele o il vino Grumello...

«A quanto pare: forse perché – non lo dico per campanilismo – i valtellinesi sono gente concreta, che ha saputo riscattarsi dalle difficoltà del dopoguerra; la provincia di Sondrio è oggi una delle più floride e sicure d’Italia. Quanto al conterraneo Vanoni, ammirato da Tremonti e da me, fu un grande uomo: sostenne l’incivilimento tributario conseguito con un processo di responsabilità condivisa dei cittadini e dello Stato. Di Tremonti apprezzo l’intelligenza creativa e non conformista, anche quando ci avverte sul pericolo del colosso cinese nell’economia europea e italiana. La Cina globale viola i diritti umani e sociali al suo interno e anche così compete sui mercati. Non è il miglior futuro cui possiamo aspirare».

Fra pochi giorni verrà consegnato il Lions d’Oro, nel cui albo d’onore fra gli insigniti figura anche Alberto Quadrio Curzio. Scorrendo i trenta nomi, di livello perlomeno nazionale, si scopre che non solo l’economia sia da queste parti uno dei prodotti tipici ma soprattutto il talento, figlio della concretezza di cui sopra che significa anche severità d’impegno e, pur nel riserbo montanaro, umanità profonda.

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