Province. Elezioni col pallottoliere (e decimali!)

Per eleggere il Presidente della Provincia il Sindaco di Sondrio avrebbe 652,61 voti e 18 schede. Quello di Menarola 1,42 e 7 schede. Una vera 'realtà roman(z)esca'. Dov'é la serietà culturale e istituzionale?

Soppressione Province e Governo Letta, atto terzo.
1° La Corte Costituzionale dà una solenne bocciatura delle norme varate dal Governo Monti e il Governo Letta provvede con un DdL che percorre la via costituzionale eliminando la parola “Provincia/e” -, ormai considerata una moderna lebbra - da ogni articolo e comma della Costituzione
2°  Dopo qualche giorno esce il testo ufficiale  con una relazione, da noi analizzata in profondità che recepisce le osservazioni più incisive degli oppositori ponendo vari punti interrogativi.
3° Nuovo DdL e torna la posizione burocratica che pone al centro le città metropolitane – da anni le sollecitiamo – in un modo che fa piacere a qualche potere forte. Il resto, noi compresi, a rotoli.
Ne diamo due esempi sottolineando come il Ministro che al Consiglio ha proposto questo provvedimento dovrebbe spiegare a tutti i cittadini in che modo ha inventato, o subito, un sistema di elezione dei Presidenti talmente inaudito da non trovare nulla di simile in nessuno dei quasi 200 Paesi che fanno parte dell'ONU.

L'elezione del Presidente della Provincia
L'elezione del Presidente della Provincia, e poi del nuovo soggetto alla fine della procedura di carattere costituzionale, avviene con il sistema di voto ponderato.

Ci si chiede come può il nostro Paese uscire dalla crisi, competere con il resto del mondo quando si inventano regole della più astrusa burosaurietà e che quanto a democrazia risultano ben peggio che il porcellum!

Due esempi.
Il DdL prevede che il Presidente venga nominato dagli altri Sindaci 'con voto ponderato'. Il che significa (!), secondo il testo loegislativo, che “il voto del sindaco con popolazione minore rispetto agli altri comuni ha valore 1; il voto degli altri sindaci è determinato dal risultato della divisione tra il numero della popolazione del comune che si rappresenta e il numero della popolazione del comune con popolazione minore. Il valore è arrotondato alla seconda cifra decimale” Potrebbe esserci qualche piccola variazione il dipendenza della data in cui vi è stata la rilevazione con il che ci sarebbero automatici adeguamenti.

A Palazzo Muzio il Sindaco del capoluogo, a ciò delegato dalla legge, convocherà i suoi 77 colleghi Sindaci (se c'è il commissario partecipa lui) per votare il Presidente della Provincia, fin che resta nella Costituzione. I primi cittadini avranno allora a che fare con l'aritmetica dell'UCAS (il ben noto Ufficio Complicazioni Affari Semplici), incredibile parto dei soliti candidati al Premio Nobel della burocrazia, il “Burosauro d'oro con fronde di quercia e brillanti”.
Per votare infatti avranno infatti a disposizione:

652,61 voti il Sindaco di Sondrio
363,09 la s.ra Sindaco di Morbegno
274,85 il Sindaco di Tirano
222,48 il Sindaco di Chiavenna
122,48 il Sindaco di Bormio
1,42 li avrà il Sindaco di Menarola.

E così via. I due decimali (!?!) non sono una nostra scelta ma lo prescrivono l'art. 8 comma secondo, ultimo passo.
Dovranno allora essere predisposte pezzature di schede elettorali da voti 50, 10, 5, 1, 0,50, da 0,10, da 0,05, da 0,01.
Il Sindaco di Sondrio si troverà a dovere esprimere la sua preferenza su 13 schede da 50, due da 1, una da 0,50, una da 0,10, una da 0,01 (totale 18). Ilo Sindaco di Tirano dovrà avere 5 schede da 50, due da 10, quattro da 1, 1 da 0,5, 3 da 0,1, una da 0,05 (totale 16). Menarola se la caverà meglio: 1 da 1, 4 da 0,1, 2 da 0,01
Realtà romanzesca di antica memoria (x).

Il Consiglio provinciale è costituito dai sindaci dei comuni con più di 15.000 abitanti e dai Presidenti delle Unioni dei Comuni sopra i 10.000. Però si potrà fare diversamente. Resta comunque il punto interrogativo: perchè alcuni sindaci si e altri no?

Ma, si dice, come si potrebbe fare diversamente?
Innanzitutto votare come si é sempre fatto senza considerare i cittadini del minus quam escludendoli quindi dal voto avendo scelto la via di elezioni di secondo grado tipo Comunità Montane, Consorzi ecceterea.
In ogni caso in qualsiasi altro modo purchè non con questo
Giova ricordare in proposito che quando la Regione Lombardia dovette inventare un sistema per la scelta degli organi dirigenti dei Comitati Sanitari di Zona lo fece con il più democratico ed equo dei sistemi. Votarono tutti i consiglieri comunali della zona ciascuno portanto la rappresentanza proporzionale.
La sua lista per il Comune aveva preso 1500 voti e avuti 15 consiglieri? Ognuno ne aveva 100. Democrazia ed equità rispettate...

Resta, come si vede, il problema di fondo, quello dell'incapacità culturale di capire che il ruolo dell'Ente di area vasta non può essere confinato sul settore amministrativo ma risulta indispensabile quello di governo.

Non lo capiscono-
Poi magari sono gli stessi che tuonano contro le cementificazioni, il consumo del suolo, lo scempio paesaggistico, il degrado idrogeologico, i problemi dell'acqua, l'inquinamento, il congestionamento delle vie di comunicazione.
Non capiscono che per il governo del territorio il Comune – é fin banale il dirlo - non basta, né per ambito né per limitazione d'autonomia data la necessità di coerenza in scala superiore. Passare alla Regione d'altronde è trasferire, di fatto, il governo dei problemi alla tecnocrazia interna, lontana dal territorio in un quadro che definire multiforme è ancora poco e in ogni caso un vulnus alla democrazia.

Non capiscono perchè hanno davanti modelli di riferimento lontani dalla realtà e poi, in una, la sollecitazione demagogica di una serie di ambienti e la comoda scappatoia per gettare in pasto nell'arena una riforma, che porterà non al risparmio bensì a costi maggiori, rinviando sine die quelle che servono.
Dimezzare i parlamentari? Abolire il Senato istituendo la invocata a parole Camera delle Regioni? Dovrebbero essere le priorità. Altro che Balotelli! Si dribbla il problema  prospettando un novello Eden quale verrebbe da questa eliminazione delle Province, facendo scivolare indietro nella scala delle priorità quelle che contano. Così come è molto facile attribuire al Presidente della Provincia, e poi dell'Ente di area vasta, una indennità di zero €uro ma mantenendo per loro la più alta retribuzione fra i parlamentari dei vari Stati europei. O mantenendo in settori dello Stato, sia in quelli pubblici che nel privato ma di natura pubblica, compensi iperbolici.

E così, se non vi fosse almeno un sussulto di dignità con consapevole ravvedimento toccherebbe perfino di assistere per la prima volta nella storia delle democrazie occidentali ad una votazione con (!!!) i decimali. E il resto. Un pasticcio di qualche anno. E' vero che quello che da parte nostra si sostiene oggi inevitabilmente diventerà chiaro domani con la forza persuasiva della realtà anche per i sordoparlanti attuali e quindi il ritorno indietro diventerà obbligato ma intanto la gente ne pagherà lo scotto.

Al di là della scala l'esempio valtellinese della Comunità unica è calzante. Si è affrontato il problema istituzionale con la cesoia, messi in un angolo quanti di noi indicavano i rischi e in cattedra quelli che prospettavano l'Eden valtellinese sbriciolandone l'unità. Bastarono sei mesi per sentire i primi pianti di coccodrillo ma ormai i buoi erano fuori della stalla. Lo schema, di fronte ai problemi di carattere istituzionale, non cambia. Muta 'il quantum' non la qualità. Mutano le dimensioni non la griglia delle scelte.
L'indecoroso DdL comunque è sul tavolo. La lotta continua.
a.f.

(x)  La realtà romanzesca era il titolo di una famosissima rubrica che Mino Milani teneva su quel prodigio giornalistico che era “La Domenica del Corriere”. Prodigio per i suoi 2 milioni (!) di copie sui 43 milioni di italiani. C'erano i casi più incredibili sotto mille punti di vista, che suggerirono anche film in argomento. Il più incredibile dei casi di allora non uguaglia questo fantasmagorico parto dei burosauri romani con l'incredibile acquiescenza dell'intera parte politica. Se anche il sistema barbaro escogitato verrà cassato nella discussione parlamentare il grave infatti è l'averlo propostio e addirittura vagliato in Consiglio dei Ministri!

A.F.
Editoriali