Tangenziale di Sondrio occasione perduta
L'llustre dimenticata
Una illustre dimenticata: la tangenziale di Sondrio, l'unica in Italia a finite in un passaggio a livello e da lì SS38 almeno sino alla stazione di Poggiridenti-Tresivio-Piateda con caratteristiche di strada urbana. Dall'altro capo la situazione è migliorata con la realizzazione della parallela rispetto alla SS38 al servizio. Balza però evidente a tutti il vuoto fra lo svincolo Sondrio e la rotonda che anni fa sembrava messo almeno in discussione.
Questo è comunque elemento nuovo. Quello vecchissimo riguarda la mancata prosecuzione della tangenziale sino al punto in cui l'intervento sarebbe stato “fisiologico” con solo un'opera di una certa difficoltà, lo svincolo in Fiorenza. Bisogna fare un passo indietro. La Comunità Montana della Valtellina, quella unica irresponsabilmente divisa in quattro, aveva commissionato il progetto della SS38, da Fuentes a S. Lucia di Bormio al prof. Darios. Aveva fatto centro. A parte la parcella, contenuta, conta la qualità della progettazione tanto da destare vivo interesse dell'ANAS. Due le ragioni. La prima era un metter le basi per potere, con gradualità, intervenire su una Statale di pregio. La seconda era contenuta nel pacco portato all'ANAS dall'allora Presidente della C.M. Garbellini. In quel pacco non c'era solo il progetto ma insieme 51 deliberazioni, quelle di tutti i Comuni interessati dal tracciato. Un toccare il cielo con un dito viste le opposizioni, le grane, i ricorsi contro l'ANAS per ogni strada nuova. L'attraversamento della SS36 di Colico è emblematico. Pronto ad inizio anni settanta all'avvio dei lavori, picchetti già posti, dopo 15 anni si stava ancora ragionando e polemizzando. Risultato: non c'erano ancora i piani triennali e l'ANAS racimolò in giro per l'Italia fino all'ultima lira rendendo così possibile a un anno e mezzo dall'incarico (!!! record tuttora imbattuto ma probabilmente imbattibile) il via all'appalto. Tre gli interventi possibili con la somma racimolata.
- Prioritario il Tartano, vera e propria terribile strozzatura senza alternative (salvo da Paniga, ma solo a piedi, al massimo in moto ma solo fino a un certo punto anche in Fiat 500).
- In seconda battuta la Sernio-Mazzo, altra strettoia a Tovo con duplice angolo quasi retto della quale si diceva che prima o poi avrebbe visto entrare dritto in chiesa qualche auto o qualche camion.
- Terza opera prevista la tangenziale di Sondrio. Il progetto prevedeva l'inizio nei pressi della Cacciatora di Castione da cui la strada si alzava in viadotto che superava la ferrovia per poi proseguire fra ferrovia e Adda sino a dove oggi inizia il lungo viadotto realizzato. Facendo i conti progetto da 18 miliardi, ma l'ANAS, dedotto il finanziamento per i due interventi di cui sopra, ne aveva in cassa solo 12. Immediato intervento del Comune di Sondrio che con la C.M. approvarono il progetto ridotto, quello attuale. C'era però l'intesa che nel successivo esercizio l'ANAS avrebbe inserito a bilancio i sei miliardi per tornare sul progetto originario.
1. Primo stop. La C.M. Di Valchiavenna, che del problema stradale non si era minimamente occupata, visti gli interventi in Valtellina chiede soldi, in particolare per le due nuove gallerie sulla SS36. A livello politico viene deciso di dare risposta positiva con l'impegno però di inserire la tangenziale sondriese come opera prioritaria. E in effetti i soldi arrivano. Ci pensa il sen. Tarabini a inserire il finanziamento nel provvedimento per la Val di Stava. Siamo nel 1985.
2. Secondo stop. Non c'è più la C.M. Unica. Polemiche degli ambientalisti, richieste di modifica, chiamata in causa della Regione. Morale: inutile tempo perso per l'avvio dei lavori ma soprattutto per la reintegrazione del tratto sino a Castione allora solo rinviato. La società appaltatrice spinge per un prolungamento ad est, incerto mentre, stanziati i fondi, quello ad ovest era prontissimo da allora.
3. Terzo stop. L'iniziativa della società sembra prevalere. Addirittura siamo a livello di occupazione d'urgenza. In particolare per la parte relativa allo svincolo arrivano picchetti e alla proprietaria, s.ra Bonfadini, la documentazione d'esproprio. Siamo in Fiorenza, all'incrocio con la provinciale per Tresivio. Il futuro viadotto sopra la ferrovia a nord arriva a lambire l'edificio ove si trovava “Il Guscio Verde”, una sorta di erboristeria ante litteram. Non è ancora la volta buona anche perchè misteriosamente ci mette lo zampino qualcuno. In che modo? Polemiche e ritardi hanno fatto passare il tempo. Sono tragicamente arrivati il 18 e il 28 luglio, in campo c'è il Ministro Gaspari che ha il potere decisionale; si pensi alla velocità con cui è stato realizzato il ponte di Caiolo sull'Adda. I soldi ci sono, l'ordinanza praticamente pronta ma arriva la terza botta. La Regione assegna i sei lotti di progettazione con l'obbligo di VIA (Valutazione di impatto ambientale) su tutto il percorso della SS38, Non si sa come finisce lì anche il completamento della tangenziale, Un assurdo perchè non era un'opera nuova ma si trattava solo di arrivare alla Fiorenza concludendo ad est il percorso. Ambientalmente il territorio attraversato è quello che è e nel merito non si capisce la ragione. Un paio d'anni ma intanto si è rientrati nell'ordinarietà. L'ordinanza è stato lo strumento con il quale è stato possibile realizzare la Strada della Rinascita da Grosio a Cepina, costo 600 miliardi circa. Qui sarebbero noccioline al confronto ma alla maggiore difficoltà per i soldi si aggiunge questa sopravvenuta impossibilità di utilizzare l'Ordinanza. Troppo tardi. Con quella da quasi 20 anni non saerebbe rimasto neanche il ricordo del passaggio a livello di Montagna Piano Da allora l'uscita dalla tangenziale sarebbe stata poco dopo la stazione, circa 800 metri di salita, vicino al Guscio Verde.
4. Quarto stop.
C'è poi lo stop atipico. C'è stata una bella lotta per spuntare un risultato che ci avrebbe fatto perdere la scommessa se l'avessimo fatta. Sembrava infatti impossibile e invece si è arrivati a Cosio, fra un annetto o poco più si arriverà d Ardenno e ci sono buone anticipazioni per la tangenziale di Tirano mentre la tangenziale del capoluogo continuerà ad arrivare ad un passaggio a livello per un bel numero di anni, Sempre che qualcuno se ne occupi. La Provincia ridotta a consorzietto non ha più la possibilità di prima quando era stata il motore trainante delle altre opere citate. Il Comune di Sondrio non risulta che sia tornato, come un tempo, ad attivarsi su questo problema (neanche i consiglieri di minoranza). Il Comune di Montagna non è certo in grado da solo a fare qualche passo in avanti, Su questo problema dunque un deserto ma persino un deserto senza oasi. Una tangenziale orfana al quarto stop, questa volta destinato a protrarsi assai nel tempo, 10 anni ma solo se si corre. Prosit.
f.