DOSSIER BIM, NONO CAPITOLO " UNITÀ PROVINCIALE "
9. UNITÀ PROVINCIALE
La provincia ha sempre avuto occasione di crescita quando c'è stata l'unità, ha sempre avuto da perdere quando l'unità non c'è stata. Anche in questa occasione si sottolinea che quello che seguirà non sarà affatto un excursus storico fine a se stesso bensì finalizzato al futuro del BIM e più in generale dell'ordinamento complessivo e quindi dell'interesse della nostra gente.
Historia magistra vitae. Alla luce di questo antico precetto le diverse situazioni, con le relative conseguenze, che si sono prodotte in base alle scelte compiute. Potrebbero, dovrebbero, insegnare qualcosa.
9.1 BIM Adda. Andava inventato
Si è visto come si è arrivati al Consorzio e il suo sviluppo. Un autorevole personaggio dell'opposizione, dopo anni ovviamente di polemica con la DC maggioranza assoluta e con i suoi uomini, ebbe a dire e scrivere che se il BIM non ci fosse stato andava inventato. A distanza di più di mezzo secolo dall'inizio i risultati confermano la bontà della scelta solidaristica unitaria. Si è descritta, per sommi capi, l'attività tutta indirizzata al "progresso sociale ed economico" della gente di Valtellina e Valchiavenna. Di seguito due esempi.
9.1.1 BIM Adda. 1000 miliardi risparmiati
Si sa che le buone notizie non fanno notizia, e così ben pochi sanno, per fare il primo esempio - che grazie al BIM furono risparmiati 1000 (diconsi mille) miliardi di £ di pubblico denaro. Fu dopo la calamità quando incaricammo l'ing. Noé, allora Vicepresidente dell'ENEA, e la sua équipe di una consulenza - e che consulenza sia per l'elevato livello tecnico-scientifico che per modestia di costo! - di carattere idrogeologico. Fu evitato, grazie ai loro studi che poi riguardarono un po' tutta la Valle, un maxi-intervento sulla Val Pola dimostrandosi che al posto di 1000 miliardi se ne potevano spendere 120 e anche meno (progetto consegnato in Regione).
Risultato storico, eppure già allora c'era chi sosteneva che il BIM era un Ente inutile, semplice esattore…
9.1.2 BIM Adda. Eliminazione degli elettrodotti
Si sa che le buone notizie non fanno notizia, e così ben pochi sanno per fare il secondo esempio che l'intervento del BIM, sempre grazie all'ing. Noè, aveva portato l'ENEL in pochi mesi a deliberare in Consiglio di Amministrazione la cosiddetta "razionalizzazione della rete di trasporto dell'energia prodotta in Valtellina". Un intervento che parzialmente e da poco è stato compiuto nel Tiranese mentre tra breve dovrebbe essere integrato. Un quarto di secolo dopo. Noi eravamo arrivati in poco più di tre mesi al risultato e a far adottare al Consiglio di Amministrazione dell'Enel una dettagliatissima e corposa delibera (11 giugno 1992, punto 10 dell'odg, "Razionalizzazione dei sistemi elettrici interessanti la rete di trasmissione della Valtellina: costituzione Consorzio elettrico della Valtellina" pagg. a verbale da 124 a 153) che si concludeva con il mandato al consigliere dott. Umberto Dragone "di proseguire le trattative". Sei gli importanti allegati, in tabelle e cartine, per indicare i 1201,5 km di linee da smantellare liberando 24,5 kmq di territorio con i nuovi percorsi di S. Fiorano, recentemente realizzato (non proprio ambientalmente bene…), e verso Tavazzano, in tre tappe: soluzioni iniziale, intermedia, finale. Per valutazioni confidenziali dell'ing. Noé siamo in condizioni di poter dire che la cosa aveva molte possibilità di esser portata a termine anche per le esigenze di interconnessione con la rete svizzera. Passi avanti infatti nei mesi successivi erano stati fatti pur nella necessaria descrizione che il delicato problema del consorzio tra i produttori imponeva.
Risultato storico, eppure già allora c'era chi sosteneva che il BIM era un Ente inutile, semplice esattore… A chi chiedesse come mai il risultato non c'è stato duole rispondere che, concluso noi il mandato, nessuno delle Istituzioni o delle forze economiche, politiche, sociali della provincia ritenne dopo di occuparsi di un problema importantissimo, nonostante reiterate sollecitazioni in varie sedi quale memento di quel risultato. Nessuno poteva dire di ignorare il problema in quanto riportato alle pagg. 55 e 56 della mia relazione all'assemblea di fine mandato, 15.5.1993, copiosamente distribuita in provincia oltre che ai membri dell'assemblea, a Comuni ed Enti, alle forze economiche, politiche, sociali, culturali, ambientalisti compresi).
Al di là di questo esito posticipato, sta comunque il fatto che l'unità pagava.
9.2 La vicenda Comunità Montane
Un peso determinante, e in più occasioni negativo, nelle vicende della provincia di Sondrio è stato rappresentato nell'ultimo trentennio, ed oltre, dalle Comunità Montane, soprattutto dal loro continuo rimescolamento istituzionale con una normativa schizofrenica che non ha mai tenuto conto del fatto che in primo luogo le Istituzioni hanno bisogno di stabilità ordinamentale. Vediamo alcuni passaggi.
9.2.1 CC.MM. CM unica, obiettivo mancato
Con l'entrata in vigore della legge 1102/1971 e della conseguente legge regionale per l'istituzione delle Comunità Montane occorreva la pronuncia dei Comuni in quanto le scelte dovevano essere fatte a Milano "d'intesa" con i Comuni stessi. Dopo una prima fase, come ricordato, di pronuncia per la C.M. unica, e la stasi decisionale della non favorevole Regione, la riapertura del problema in Valchiavenna portò alla secessione e quindi, subito, alla decisione regionale delle due CC.MM.
Il problema del riparto dei fondi BIM fu subito pragmaticamente risolto come ricordato, ma la mancata coincidenza territoriale fra i due Enti aprì il varco a serissimi problemi quale ad esempio le pesantissime giacenze in Banca d'Italia, fino a quasi 12 miliardi (di allora e con i tassi d'inflazione che sappiamo e quindi con relativa perdita di valore!!!. La soluzione più avanti. )
L'unità avrebbe pagato. La mancanza di unità la si è pagata.
9.2.2 CC.MM. SABM. Caduta verticale
Collegato all'obiettivo mancato della C.M. unica il problema della bonifica montana. La soppressione in Regione dei consorzi di bonifica, e quindi per noi della SABM, ruppe anche qui l'unità. A parte il disastroso calo dei finanziamenti (per l'anno 1976 a fronte di 93 domande di Comuni e Consorzi per 4512,2 milioni il finanziamento 1976 fu per 267,3 milioni) c'era l'aspetto metodologico. Parola d'ordine il rimboschimento ed invito a utilizzare 257 milioni per rimboschimenti seguendo la via percorsa dall'Oltrepò pavese ignorando che le due situazioni erano agli antipodi con i nostri boschi in forte espansione…Addirittura in merito erano rilevanti le differenze anche con la CM di Valchiavenna. Ci volle parecchio per far capire agli uffici regionali le nostra specificità e comunque la stasi o quasi dei finanziamenti persistette.
L'unità avrebbe pagato. La mancanza di unità la si è pagata.
9.2.3 CC.MM. C.M. di Valtellina
Caduta l'ipotesi di C.M. unica, la cui assemblea sarebbe stata il Parlamentino di Valle in un momento nel quale la Provincia aveva ridottissime competenze e un bilancio rigidissimo, la C.M. di Valtellina fu banco di prova di innovazione politico-amministrativa e di recupero del concetto di unità. Non poteva esserci più l'unità della provincia ma quasi. La Valtellina aveva pur sempre un territorio di 2635,09 kmq sul totale provinciale di 321,19, una popolazione fra sei e sette volte quella della Valchiavenna pari a quella di Sondrio, 65 Comuni rispetto ai 13 dei quali il secondo, Samolaco, di poco più di 2.000 abitanti. C'era la possibilità di pensare in grande, cosa che fu fatta. S'è già ricordato il Piano, valido, concreto, quanto di meglio allora fatto in Italia. Si sono già indicati grossi problemi portati avanti, e poi, ahimé, stoppati dalla deleteria e non mai abbastanza deprecata successiva divisione in quattro. Appare opportuno richiamare alcune esperienze personali, da Presidente, non certo per autocitazione ma per sottolineare cosa si intende per valore dell'unità:
9.2.3 a) L'interruzione della ferrovia per Milano. Grande frana ad Olginate, sede ferroviaria portata via, conseguenze pesantissime. Riunione d'urgenza a Lecco con tutta la dirigenza delle FF.SS., le Istituzioni, le forze economiche e sociali. Chi scrive prende la parola "a nome di tutti i Sindaci valtellinesi e delle forze economiche e sociali, "ieri da me convocati in Comune di Sondrio e ritrovatisi tutti unanimi in questo documento". Si chiede in definitiva alcuni collegamenti diretti via Ponte S. Pietro - Usmate evitando il trasbordo chiesto dai pendolari lecchesi ma penalizzante per i nostri viaggiatori. L'ing. Sottile Capo del Compartimento esclude categoricamente questa ipotesi per mancanza di materiale rotabile e impossibilità di averne da altri Compartimenti. Replico che al materiale ci pensiamo noi, dicano cosa vogliono. Il commento è eloquente, quasi uno sfottò "Altri Compartimenti non ci danno neppure una vettura ma se ci pensate voi…". Il dirigente Movimento chiede un bloccato di otto elementi. Usciamo. E' giovedì pomeriggio. Chiamo Roma. Venerdì mattina tutti i nostri parlamentari, al di là del colore politico pur in tempi di forti polemiche, vanno dal Ministro Signorile. Lunedì mattina arrivano a Milano un bloccato di 8 elementi e uno di tre. Trasecolano. L'ing. Rizzotti, futuro direttore generale delle FF.SS. viene in Comune a Sondrio, si concordano i dettagli, non solo, ma viene impostato un programma di collaborazione che darà i suoi frutti. Le nostre richieste accolte al 100%. L'unità…
9.2.3 b) In Regione. La Regione si appresta a sfornare la legge di attuazione della innovativa legge 10, cosiddetta "Bucalossi", e convoca, nel mito corrente della partecipazione (che è inversamente produttiva rispetto al numero dei partecipanti…), i 1546 Sindaci lombardi, 600 dei quali, fra cui quelli delle principali città, sono in sala. Presentano la proposta. Seguono alcune domandine da parte di chi vede per la prima volta un documento alquanto ostico ai più che non hanno dimestichezza con l'urbanistica. Si alza il Sindaco di Sondrio e Presidente della C.M. di Valtellina che dice di "parlare non a titolo personale ma a nome dei 65 Sindaci valtellinesi". Il giorno prima infatti, ottenuto in precedenza di sfroso il testo della PdL, avevo convocato i Sindaci in Comune di Sondrio sottolineando le criticità - fra cui, una per tutte, l'abominevole considerazione degli architetti autori della proposta che gli oneri di urbanizzazione in montagna dovessero essere superiori anche a quelli di Milano perché in montagna le opere costano di più…!!! - e concludendo con l'approvazione unanime, anche politicamente concordata, di un documento analiticamente descrittivo delle cose fuori posto e con una parte dettagliatamente propositiva.
L'opposizione dei metropolitani architetti consulenti della Regione si manifesta durissima ma la reazione dei 600 Sindaci è plebiscitaria; il documento valtellinese è fatto proprio da tutti. L'assessore Sonzogni ritira la proposta della Giunta. Ne uscirà qualche settimana dopo un'altra, che diventerà legge, tutta fondata sulla proposta valtellinese.
Si potrebbero produrre altri esempi sintomatici. Quello che conta è il messaggio che viene dal passato e si proietta nel futuro: l'unità paga.
9.2.4 CC.MM. Il disastro della divisione
Come già ricordato si va alla divisione in quattro della C.M. di Valtellina. Ci sarà un vantaggio per i problemini di zona ma resteranno irrisolti i problemi di quadro valtellinese. Il Piano Territoriale - formalmente "urbanistico" -, che non è un Piano Regolatore più grande, come più o meno quelli di quasi tutte le CC.MM. italiane piccole come sono, affonda. Quello che per legge aveva poteri cogenti, ridimensionati poi dalla L. 142/1990, affonda nei cassetti di qualche anonimo funzionario regionale. Le conseguenze si vedono oggi, a cominciare dal capannonificio lungo la Statale 38 e le 85 aree produttive in più rispetto alle 13 previste in quel piano. Si bloccano importanti problemi come ricordato e si compie un vero e proprio delitto contro la buona amministrazione: il parcheggio dei soldi in Banca d'Italia invece di trasformarli in opere e interventi. Parcheggio addirittura, introdotta dallo Stato la Tesoreria unica, a tasso zero. Si arrivò a fine esercizio 1989 - ma durante l'anno anche a parecchio di più persino oltre 13 miliardi - alla iperbolica cifra di 11.845.364.797 £, in valore monetario di quasi 19 anni fa e ci fu necessario un forte sforzo di fantasia, trovato questo macigno, per rimuoverlo aprendo i rubinetti per le realizzazioni.
Si è voluto rompere l'unità non ascoltando quei pochi che illustravano i potenziali pericoli? Da potenziali sono diventati reali. Se ne accorse in fretta anche qualche sostenitore della divisione che con onestà intellettuale fece quasi subito autocritica ma le cose non potevano ormai cambiare. Divisione in quattro, cinque con la Valchiavenna peraltro molto defilata e abbastanza chiusa su se stessa e sui microproblemi di zona, ha voluto anche dire assenza di un soggetto abilitato ad occuparsi dei problemi generali della provincia "p" minuscola. La Provincia, "P" maiuscola, aveva limitate competenze e bilancio rigido, altro soggetto in grado di provvedere non c'era. Un esempio: per due volte la tangenziale di Tirano comparve nei Piani triennali ANAS ma mancò l'interlocutore e la locale C.M. non poté esserlo come invece a suo tempo lo era stata la Comunità Montana unica di Valtellina con quel suo record di un anno e mezzo in tutto dall'incarico al prof. Darios e agli appalti del Tartano e della Sernio-Mazzo. E questo in tante altre cose. Basti pensare alla telenovela del raddoppio del ponte sul Masino impelagatosi per anni. Il ponte in Val Gerola . intesa C.M. unica - ANAS, era stato fulmineo…
La mancanza di unità la si è pagata.
9.3 Altre situazioni
La casistica prosegue per i risultati avutisi e con l'unità e con la mancanza di unità. Detto, a margine, del turismo nel quale per decenni vi è stata impostazione unica con l'EPT, poi con l'APT e infine con Provincia e articolazioni varie attuali, emblematico è il caso di due Consorzi di servizio.
9.3.1 Il Consorzio Trasporti, e successiva STPS.
L'impegno corale a fronte di difficoltà rilevantissime dopo che la FAV prima e l'INT poi avevano gettato la spugna del trasporto su gomma aveva portato ad una soluzione al top in Italia, al punto da costituire modello prima per la innovativa legislazione regionale e poi per quella nazionale e per scelte organizzative e per il raggiunto contenimento dei costi. L'unità ha pagato.
9.3.2 Il Consorzio Rifiuti e successiva STPS.
L'impegno corale a fronte di difficoltà dopo una prima fase in cui si era fatta carico del problema, ma ovviamente solo in modo parziale, l'ASM del Comune di Sondrio con la discarica di Chiuro, utilizzata al massimo, ha gradualmente avuto ragione dei problemi approdando a soluzioni complessivamente soddisfacenti. Ha pagato l'unità.
9.3.3 La questione Trafori.
La Società Trafori dello Stelvio e dello Spluga, soci Enti pubblici, capofila il BIM Adda, e privati (le nostre banche, Fiat, Italcementi ecc.) nel periodo in cui le Alpi piemontesi venivano tranquillamente traforate stava cercando di aprire una strada diretta per il Centro-Europa. Con la scelta svizzera di privilegiare il San Bernardino, scontata essendo tutto nel loro territorio, lo Spluga era condannato. I suoi sostenitori non si dettero per vinti passando dalla ipotesi-strada alla ipotesi-ferrovia nonostante che i dati parlassero da soli. Un'impresa colossale, al di fuori del realismo agli oltre 40 km di tunnel alpino di doppio binario dovendosi aggiungere al minimo una cinquantina di tracciato ex novo lungo il Lario, il proseguimento ulteriore e poi il tratto svizzero.
9.3.3 a) Lo Stelvio. Sarebbe stato il momento di puntare sullo Stelvio, una galleria a canna semplice che nell'ultimo progetto predisposto prevedeva poco più di sette km con imbocco a Madonna dei Monti (l'ultima galleria della Strada della Rinascita in uscita a Santa Lucia è di oltre 8 km). Il compianto consigliere regionale Aldo Oberti, Presidente della Società, era riuscito a convincere il potentissimo J. Strauss, "signore" della Baviera e poi della Repubblica Federale, a un cui cenno si sarebbero senz'altro adeguati gli oppositori della Val Venosta. Non facile impresa ma impossibile con una provincia divisa. Ogni iniziativa per lo Stelvio vedeva una replica in favore dello Spluga. Si aggiungano le resistenze di chi temeva fiumi di veicoli pesanti (di fatto escludibili da una clausola tariffaria di concessione), degli ambientalisti, di chi voleva prima la SS 38 non arrivando a capire che se fosse partito lo Stelvio la 38 sarebbe stata consequenziale. Torino e l'intero Piemonte compatti sui loro trafori. Milano e Lombardia tiepidi, provincia di Sondrio divisa. Il tunnel non s'è fatto, magari qualcuno anche contento. La mancanza di unità la si è pagata.
9.3.3 b) Il Mortirolo. Esemplare la questione Mortirolo. Il Ministro dei LL.PP. l'on. Prandini inserisce nel Piano ANAS un finanziamento specifico, "fuori sacco", per il traforo del Mortirolo. Viene addirittura pubblicato su "Il Sole 24 Ore" il bando per il pre-foro. Se parte è fatta. E se arriva il Mortirolo lo Stelvio è la logica conseguenza. Fra l'altro il progetto ultimo della Società dei Trafori è fortemente innovativo in quanto è misto con possibilità di uso alternativo auto e treni. Prevede la posa dei binari, a scartamento metrico, con eliminazione del costo maggiore, con necessità solo dei due raccordi con la stazione di Tirano della Retica e con la stazione di Edolo delle attuali Ferrovie Nord. Si schierano a favore in pochi con la zona di Tirano. Si obietta che quei soldi devono andare alla 38 e non serve a niente spiegare che è impossibile. Cambia il governo, il Traforo a quel punto, di fatto, interessa solo alla Valcamonica e non par vero al successore ai LL.PP. prendere quei soldi già stanziati e utilizzarli altrimenti. Un capolavoro.
Magari qualcuno sarà anche contento ma sta il fatto che la mancanza di unità la si è pagata.
9.4 Il valore dell'unità
S'è visto dove ha contato positivamente il valore dell'unità e dove ha contato negativamente il disvalore della non unità.
Ci sono altri momenti grandemente significativi. Un solo accenno - le cose parlano da sole - alla Legge Valtellina o, recentemente, alla questione della Statale 38.
E' il momento di tradurre quanto scritto sin d'ora in indicazioni conclusive, in parte soggettive, in attesa che altri ne producano, immaginiamo sia possibile, di migliori.
- Capitoli pubblicati:
1) Premessa www.gazzettadisondrio.it/17686-dossier_bim__il_primo_capitolo___premessa...
2) Genesi www.gazzettadisondrio.it/17844-dossier_bim__il_secondo_capitolo___genesi...
3) I parte BIM essenziale strumento di tutela www.gazzettadisondrio.it/18095-dossier_bim__il_terzo_capitolo____bim__es...
3) II parte BIM essenziale strumento di tutela http://www.gazzettadisondrio.it/18349-dossier_bim__il_terzo_capitolo____...
4) La situazione in Italia e in Lombardia http://www.gazzettadisondrio.it/18422-dossier_bim__il_quarto_capitolo___...
5) I parte Canoni, sovracanoni, rivieraschi, rivieraschi BIM. Natura, titolarità, risorse
http://www.gazzettadisondrio.it/18684-dossier_bim__il_quinto_capitolo__p...
5) II parte Canoni, sovracanoni, rivieraschi, rivieraschi BIM. Natura, titolarità, risorse
(testo attuale)
http://www.gazzettadisondrio.it/18789-dossier_bim__il_quinto_capitolo__s...
6) Riparto Fondi BIM
http://www.gazzettadisondrio.it/19004-dossier_bim__sesto_capitolo__ripar...
7) La Corte Costituzionale
http://www.gazzettadisondrio.it/19164-dossier_bim__settimo_capitolo__la_...
8) Parcellizzazione negativa. Monito per il futuro
http://www.gazzettadisondrio.it/19306-dossier_bim__ottavo_capitolo___par...
9) Unità provinciale
- Capitoli da pubblicare:
10) I parte Tentativi di futuro
10) II parte Tentativi di futuro
11) Le ipotesi di cambiamento
12) Chiosa
APPENDICE: Titoli I II III IV V VI
INDICE (sintesi)