CHE ABBIA RAGIONE BENIGNI IN FATTO DI PAR CONDICIO?
Satira orfana dei politici
Viene il dubbio che Benigni abbia ragione e che la sua non sia stata una battuta fine a se stessa ma magari anche qualcosa di reale. Con la sua consueta verve se n’era uscito con questa affermazione: “Occorre in TV la par-condicio. Prima ce la prendevamo con il Governo. Ora quindi, appunto per par condicio, è giusto prendersela con l’opposizione. A Berlusconi poteva anche non piacere ma sia la satira che trasmissioni-denuncia è naturale che se la prendano, quantomeno prevalentemente, con chi è al potere. C’è da chiedersi come mai autori, conduttori, interpreti non seguano lo stesso filone di prima, solo sostituendo Berlusconi con Prodi, Fini, Bossi, Casini con Fassino, Rutelli, Pecoraro Scanio, eccetera. Il settore politico per la satira non c’é. Orfani.
Satira sul Papa & C. Coraggiosissimi
E allora varianti sul tema. Satira sul Papa, satira sul suo segretario, satira sul Cardinale Ruini. Questi coraggiosissimi conduttori e autori si guardano bene però da fare satira sull’Iman di turno, sul Rabbino Capo o anche meno, su qualche pastore di altre religioni
Satira su Prodi? Ma siamo impazziti? E su…
Questi coraggiosissimi conduttori e autori si guardano bene dal fare satira su Prodi (la paura fa 90. Con lui diciamo “ma siamo impazziti?”), su D’Alema (da Premier aveva querelato per una vignetta Forattini, su Rutelli (non fa audience), su Fassino che pure si presterebbe come figura, anzi controfigura di un personaggio della letteratura mondiale. Riescono persino in modo idiota (proprio nel senso di carenza di materia grigia oltre che di sensibilità) a voler far ridere mimando il malore di Berlusconi. Tanto più idiota un comportamento del genere, da autori di avanspettacolo di serie Z, quanto generale e sentita è stata l’espressione di solidarietà da tutto il mondo politico al di là di ogni divisione. Solidarietà dovuta in uguali circostanze a chiunque. Certo, meno che a qiell’autore e quel conduttore, pur con l’augurio, non meritato, di non trovarsi in situazioni del genere.
Due pesi e due misure, anche sullo scenario mondiale
Domina ovunque il “due pesi due misure”, a cominciare dallo scenario mondiale. Del nazismo e di Hitler si è detto, scritto, filmato tutto il possibile. Giustamente. Del comunismo e di Stalin ben poco. I morti in Siberia evidentemente sono morti di serie B rispetto a quelli degli orribili forni crematori tedeschi. E non ci sono solo i Mostri dell’orrore citati. Pinochet e i generali argentini, giustamente inseriti nel libro nero. Silenzio su altri scacchieri. Cambogia ad esempio ove il comunistissimo Pol Pot è stato autore di uno spaventoso genocidio, di gran lunga il peggiore dalla fine della guerra in poi. (Si legga di Antonio Ghirelli “Tiranni. Da Hitler a Pol Pot: gli uomini che hanno insanguinato il novecent” edito da Mondatori).
E per finire, il caso Epifani
Non ci possono e non ci debbono essere due pesi e due misure. Ma ci sono. Curioso, ad esempio, citare, in ben altro campo, un personaggio come il leader della CGIL Epifani in forte polemica con la FIOM, in particolare i suoi leaders Rinaldini e Cremaschi criticati per la partecipazione alla manifestazione dei COBAS (in cui sfilavano perfino alcuni sottosegretari…). Epifani ha detto che nel Sindacato vige la democrazia e quindi le scelte sono conseguenza del dibattito. Fatte le scelte queste impegnano tutti. In altri termini ha sbagliato la FIOM a scendere in piazza. Un discorso che non fa una grinza. Meglio: che non la farebbe se non ci fosse invece un piccolo particolare. Appena predisposta la Finanziaria, senza por tempo in mezzo Epifani ha solennemente annunciato che la Finanziaria andava bene così. A parte i cambiamenti venuti dopo per cui neppure al Governo andava la prima stesura, e a parte le necessità tattiche di Epifani (posizioni estremiste interne al Sindacato e posizioni degli altri Sindacati) sta comunque un fatto in equivoco. Che ha Finanziaria infatti andasse bene per la CGIL l’ha affermato solennemente il Capo della CGIL. Ma lui non aveva sentito nessuno… Due pesi e due misure.
GdS