DELIBERA DEL CIPE: DEFINITIVI I 148 MILIONI DI EURO PER LA SS 38. OTTO SONO PER LA VARIANTE DI TIRANO

Tanto tuonò che finalmente piovve

Attendevamo la seduta del CIPE di mercoledì 29, ore 11 per la precisione, perché in queste cose bisogna stare sempre con le orecchie dritte in quanto basta una piccola buccia di banana per far scivolar via quel che invece si sta aspettando. Nella fattispecie si aspettava la parola fine al finanziamento del tratto sino a Cosio, già approvato in linea tecnica, già inserito nella Finanziaria ma necessitante, per poter partire, dell’assegnazione in sede di CIPE delle risorse previste.

Era già passato al pre-CIPE, era già stato iscritto nell’odg della seduta del 22 e approvato in una con una serie di cosiddette “grandi opere” ma occorreva l’ultimo “timbro”.

Si potrebbe dire “tanto tuonò che finalmente piovve”.

E’ infatti arrivato.

Anzi, è arrivato con sorpresa in quanto l’eccedenza di poco più di 8 milioni di €uro è stata assegnata alla tangenziale di Tirano, pure passata in pre-CIPE e nella seduta del 22. Si dirà che con gli otto milioni di €uro ci si fanno le cicche ed evidentemente si fa ben poco sul piano operativo. Diverso invece il futuribile (sostantivo che non sta per cosa campata in aria ma testualmente per “futuro possibile”) di questa tangenziale. Con gli otto milioni si è aperto il fascicolo anche se qualche scelta in quel di Tirano può darsi che debba essere fatta.

Il comunicato della Provincia

L’accessibilità alla Valtellina era inserita all’ordine del giorno dell’odierna riunione del Cipe, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, con l’indicazione: “approvazione con assegnazione di risorse”. Il Cipe ha formalmente approvato l’impegno, sancito in una nota verbale, a destinare gli oltre 148 milioni di euro che la Finanziaria 2006 ha stanziato per l’accessibilità alla Valtellina al primo lotto della nuova statale 38 per 140 milioni e alla variante di Tirano per i residui 8,2 milioni di euro. Quello di stamane è stato l’ennesimo atto formale, comunque delicato trattandosi di riunioni di fine legislatura, che la Provincia ha seguito con particolare attenzione potendo contare sul ministro Roberto Maroni e sul sottosegretario Federico Bricolo, colleghi di partito del presidente Fiorello Provera, che hanno partecipato alla riunione, e sul suo consulente Fabio Mangini, pure presente a Roma. Fondamentale è stata anche la presenza del sottosegretario Paolo Uggè e dell’assessore regionale Alessandro Moneta. La novità, attesa dai tiranesi ma non solo, è rappresentata dalla destinazione dei residui rispetto alle necessità del primo lotto della nuova 38 alla realizzazione della tangenziale di Tirano. Un’istanza di cui si era fatto portavoce nelle ultime settimane il sottosegretario Uggè. Il presidente Provera esprime soddisfazione per questo nuovo provvedimento: “Come già detto una settimana fa, siamo rassicurati dal fatto che risorse finanziarie ottenute con grande difficoltà siano state messe al sicuro e siano state definitivamente assegnate alla realizzazione della nuova statale 38. Con la stessa soddisfazione prendiamo atto che circa 8 milioni di euro di residui rispetto allo stanziamento complessivo sono stati destinati alla variante di Tirano, uno dei punti più critici della nostra viabilità che non abbiamo dimenticato neppure per un minuto. Anche oggi si è rivelata fondamentale l’azione politica sinergica svolta dai rappresentanti dei partiti della Casa delle Libertà, senza dimenticare l’impegno istituzionale di Provincia e Regione. Mi fa piacere sottolineare che nei momenti determinanti per il conseguimento di questo risultato storico per la valle tutti hanno svolto appieno il loro compito”. Gli fa eco il sottosegretario Uggè: “Sono molto contento per l’obiettivo che abbiamo raggiunto: quanto avvenuto oggi è la dimostrazione di come il gioco di squadra sia vincente”.

La strada può partire, poi i cantieri

Adesso la strada può partire. Non i cantieri, ma la procedura che poi porterà ad aprire i cantieri in quanto dovrà essere predisposto il progetto esecutivo che evidentemente viene predisposto solo una volta che vi sia la certezza dell’esecuzione dell’opera. Sembrano complicazioni ma sono norme introdotte per evitare sorprese sotto forma di espansioni, talora incontrollate, di costi.

E’ bene dunque chiarire subito perché c?è da fare ancora prima di dar via i lavori. La legge quadro in materia di lavori pubblici (Legge 11 febbraio 1994 n. 109 e s.m.i) all’articolo 16 individua tre momenti per la progettazione: progetto preliminare, progetto definitivo, progetto esecutivo […].

Il preliminare

Il progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle eventuali soluzioni possibili, anche con riferimento ai profili ambientali, e all'utilizzo dei materiali provenienti dalle attività di riuso e riciclaggio, della sua fattibilità amministrativa e tecnica, accertata attraverso le indispensabili indagini di prima approssimazione, dei costi, da determinare in relazione ai benefici previsti, nonché in schemi grafici per l'individuazione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare; il progetto preliminare dovrà inoltre consentire l'avvio della procedura espropriativa.

Il definitivo

Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri, dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni ed approvazioni. Esso consiste in una relazione descrittiva dei criteri utilizzati per le scelte progettuali, nonché delle caratteristiche dei materiali prescelti e dell'inserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale ove previsto; in disegni generali nelle opportune scale descrittivi delle principali caratteristiche delle opere, delle superfici e dei volumi da realizzare, compresi quelli per l'individuazione del tipo di fondazione; negli studi ed indagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura ed alle caratteristiche dell'opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli impianti; in un disciplinare descrittivo degli elementi prestazionali, tecnici ed economici previsti in progetto nonché in un computo metrico estimativo. Gli studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico, sismico, agronomico, biologico, chimico, i rilievi ed i sondaggi, sono condotti fino ad un livello tale da consentire i calcoli preliminari delle strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo metrico estimativo.

L’esecutivo

Il progetto esecutivo, redatto in conformità al progetto definitivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare ed il relativo costo previsto e deve essere sviluppato ad un livello di definizione tale da consentire che ogni elemento sia identificabile in forma, tipologia, qualità, dimensione e prezzo. In particolare il progetto è costituito dall'insieme delle relazioni, dei calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti e degli elaborati grafici nelle scale adeguate, compresi gli eventuali particolari costruttivi, dal capitolato speciale di appalto, prestazionale o descrittivo, dal computo metrico-estimativo e dall'elenco dei prezzi unitari. Esso è redatto sulla base degli studi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali ulteriori studi ed indagini, di dettaglio o di verifica delle ipotesi progettuali, che risultino necessari e sulla base di rilievi planoaltimetrici, di misurazioni e picchettazioni, di rilievi della rete dei servizi del sottosuolo. Il progetto esecutivo deve essere altresì corredato da apposito piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti […].

Quello che conta è che ora si marci a tutta velocità per evitare sorprese. E’ stato chiarito definitivamente quello che avevamo sostenuto, noi a suo tempo fautori documentati delle due corsie (non perché siano meglio di quattro ma perché, come scrivemmo e dicemmo in varie sedi, due reali sono meglio di quattro virtuali) e cioè che l’opera deve essere fatta con il progetto presentato. Si può cambiare, fare la strada “più lunga che larga”, a due corsie. Occorre ripercorrere il percorso fatto per rimettere di nuovo tutti i timbri che servono. Arrivati in fondo al CIPE ci andremmo per la sola approvazione tecnica perché i soldi non verrebbero lasciati certamente lì. Probabilmente entro il 2015/2020 riusciremma a farci rifinanziare il primo lotto…

Piaccia o non piaccia (come a noi questo secondo corno del dilemma) la strada da farsi è quella a quattro corsie. E non è affatto detto che ci si fernii a Cosio… (ma questa è un’altra storia, reale, e ci sarà tempo per parlarne).

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali