LA CRISI DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
I titoli tossici protagonisti di spericolate operazioni di finanza creativa, hanno fatto un'altra vittima illustre. Anzi due. Il presidente dell'Abi, ed ex presidente di Banca Mps, Giuseppe Mussari, che si è dimesso, e lo stesso Monte dei Paschi di Siena, le cui quotazioni in Borsa negli ultim i giorni sono state più volte sospese per eccesso di ribasso.
Il protagonista di questa nuova bufera finanziaria ha un nome in codice: Alexandria.
Si tratta di un derivato al centro di un contratto di finanza strutturata tra Mps e la banca giapponese Nomura, che si va ad aggiungere a quello firmato con Deutsche Bank, denominato Santorini.
Queste due esposizioni potrebbero costare a Mps un buco nei conti del bilancio 2012 fino a 700 milioni di euro, che dovrebbe essere tamponato con i soldi dello Stato, ovvero i Monti-bond.
Un'operazione di ristrutturazione del debito da centinaia di milioni tra Mps e la banca giapponese Nomura (arrivata in Europa con l'acquisto della Lehman Brothers) nel 2009.
Responsabili dell'operazione, oltre a Mussari, gli ex Antonio Vigni (direttore generale) e Gianluca Baldessarri (capo della finanza).
Il contratto, da qualche mese al vaglio della Procura di Siena, sarebbe servito a Mps per abbellire il bilancio 2009 scaricando su Nomura le perdite di un derivato basato su rischiosi mutui ipotecari che poi i giapponesi avrebbero riversato sul Monte attraverso un contratto segreto a lungo termine.
Il contratto non sarebbe stato trasmesso dall'allora vertice della banca senese ai revisori dei conti di Kpmg e a Bankitalia.
L'accordo sarebbe rimasto custodito per tre anni nella cassaforte di Vigni.
L'esistenza del derivato è stata confermata da Mps, che adesso vede alla guida il tandem Alessandro Profumo (Presidente) e Fabrizio Viola (Ad).
La bufera potrebbe essere solo all'inizio.
Dal punto di vista finanziario, la toppa dei Monti-Bond dovrebbe tranquillizzare sulla tenuta di Mps.
Ma per l'immagine della banca senese si tratta di un nuovo, durissimo, colpo.
Notoriamente il Monte dei Paschi di Siena rientra nel sistema di potere della sinistra.
Del resto esponenti prima del Pci e poi del Pd si sono succeduti ai vertici, se non della banca, certamente dell'azionista di controllo della banca stessa, cioè della Fondazione Monte dei Paschi.
Tant'è vero che presidente dell'istituto è stato nominato Alessandro Profumo, simpatizzante del Pd.
Gli organi di governo e di controllo di questo ente infatti, unico tra le fondazioni bancarie a rifiutarsi per lunghi anni di scendere sotto il 50% delle azioni dell'Mps, sono da sempre in larga parte composti da membri nominati dagli enti locali della città e della Provincia di Siena a loro volta governati storicamente dal Pd. Inoltre Mussari, presidente dell'Abi, è nell'orbita del Pd e questa sua vicinanza ha agevolato la sua carriera.
Effettivamente è stato il sindaco uscente di Siena, Franco Ceccuzzi, del Pd, a chiedere nei mesi scorsi un cambio della guardia alla testa della banca, come poi è avvenuto con l'arrivo a Siena di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Questo prova l'influenza che gli esponenti del Pd hanno sempre avuto sul Monte dei Paschi di Siena e sul suo azionista di riferimento. Per questo motivo Beppe Grillo ha detto che: "quello che hanno fatto alla banca e` peggio della tangentopoli di Craxi e di Parmalat insieme". Al contrario Pierluigi Bersani afferma che: ''non c'è nessuna responsabilità' del Pd. Il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche''. Certo non si possono fare derivare responsabilità dirette del Pd per i contratti derivati che sono stati sottoscritti dall'Mps o per altre sbagliate scelte gestionali dei vertici della banca senese.
Ma il Pd, anche se non è direttamente responsabile degli illeciti finanziari commessi durante la gestione Mussari, non può neppure chiamarsi completamente fuori da questa vicenda. E così ora, mentre il titolo crolla in Borsa, l'istituto viene salvato in extremis da un prestito governativo di 4 miliardi di euro.
Per l'anno prossimo è previsto un vertice rinnovato, con una ricapitalizzazione da parte di privati e un drastico ridimensionamento del personale. E' proprio vero: per le tasche di noi poveri cittadini Italiani non c'è pace!
Lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena non è solo una vergogna ma un vero e proprio danno per noi cittadini. E guarda caso, questo buco di MPS corrisponde esattamente a quanto prelevato con l'IMU da Monti dalle nostre tasche… Guarda caso!
Ora però un dilemma mi opprime: ho un euro e non so se comprarmi il caffè o 15 azioni del MPS.
Mario Pulimanti