UN ATTO DI CARITA' DELLA SFERA TEOLOGICA COME LA REVOCA DELLA SCOMUNICA AI LEFEBVRIANI DIVENTA OCCASIONE DI SCONTRI GRAZIE AL 'PARAVESCOVO' EX ANGLICANO PER IL QUALE LA SHOAH E L'11 SETTEMBRE SONO BALLE COLOSSALI

Per il 'paravescovo' Lefebvriano l'Olocausto (!!!) è una balla - Richard Williamson, 'paravescovo', ex anglicano antipapista - La sua filosofia - Chi dialoga e chi no - Morale

Per il 'paravescovo' Lefebvriano l'Olocausto è una balla

Monsignor Richard Williamson, fra 37 giorni 69enne e quindi si suppone non ancora affetto da arteriosclerosi, è riuscito nell'intento di provocare un pandemonio e di far trasformare dai mass media internazionali un atto di carità e di ecumenismo, attinente poi la sfera teologica, del Papa in un atto antisemita. Per lui non è vero che sei milioni di ebrei siano finiti nelle camere a gas. Lì non è morto nessuno. Quelli che sono morti nei campi di concentramento sono in tutto 200/300 mila.

Lui risiede in Argentina, nel Paese dove si rifugiarono nel 1945 molti nazisti. Evidentemente si è trovato in 'felice' compagnia traendone alimento per le sue piroettanti deduzioni e per le conseguenti deliranti affermazioni. Bene ovviamente hanno fatto tutti coloro che hanno preso l'unica posizione, cui naturalmente ci associamo, razionale di condanna, anzi peggio, di questo modo di dire e di fare. Esemplare quella del Presidente della Camera dei Deputati Fini "Le teorie negazioniste sono sempre infami, ma lo sono ancor di più se sostenute da chi ha l'incarico religioso ".

Detto questo obiettività vuole, scomodo che sia, che si approfondisca e distingua.

Richard Williamson, 'paravescovo', ex anglicano antipapista

Innanzitutto chi è costui.

Costui è il classico inglese, in particolare londinese, quello del complesso di superiorità ("nebbia sulla Manica, il continente è isolato").

Costui, studi al Winchester College, laurea in Letteratura a Cambridge, è nato e cresciuto anglicano e si sa che da quelle parti il Papa non appare dal 1534 in poi molto popolare… E' vero che a 32 anni ha voltato pagina convertendosi al cattolicesimo. Consacrato prete quattro anni dopo, proprio il giorno di San Pietro e Paolo, se ne è andato a insegnare in seminario nel nord degli USA, a Winona nello Stato del Minnesota, diventandone anche direttore. L'antipapismo doveva però averlo ancora nei cromosomi visto che nel 1988 non gli è parso vero di strappare con Roma seguendo Lefebvre.

La sua filosofia

In una intervista di Bruno Volpe il supponente, a dir poco, 'paravescovo' inglese - non più scomunicato ma sempre sospeso 'a divinis', è molto chiaro ed esplicito: "La liturgia è espressione del dogma. E quella del dopo-Concilio è una liturgia in salsa russa, una specie di torta avvelenata. Poi vi sono altri aspetti del Vaticano II che non ci convincono, come l'ecumenismo, la collegialità, il modernismo, il dialogo interreligioso. Il fumo di Satana che entrava nella Chiesa del quale parlò Paolo VI, per noi era tutto ciò. Ma non solo. Restiamo all'attualità. Mi domando e chiedo: è lecito che gli ebrei vogliano insegnarci a pregare, come è accaduto nel caso della preghiera del Venerdì Santo fatta modificare al Papa proprio recentemente nel rito tridentino? Gli ebrei non conoscono Cristo, non credono in Lui, e debbono dirci come essere cristiani? Il dialogo interreligioso è stato un altro danno del Vaticano II…".

'Paravescovo' e non Vescovo

Vescovo? L'abbiamo definito 'paravescovo' in quanto Vescovo lo ha fatto, insieme ad altri tre scismatici del 1988, Lefebvre in polemica con il Vaticano e senza averne il mandato, meritandosi pertanto la scomunica.

Per la Chiesa Cattolica Vescovo non é.

Persino la sua stessa comunità, la 'Fraternità Sacerdotale San Pio X', attraverso Mons. Bernard Fellah, Superiore dei lefebvriani, oltre a chiedere scusa ha preso seccamente le distanze obbligandolo al silenzio, peraltro rispettato nel suo blog. Lui che ha beneficiato di un atto di carità del Papa e ne ha subito abusato dando spazio a chi coglie ogni occasione di prendersela con il Pontefice, con la Chiesa Cattolica e via dicendo.

Obiettività vuole che si dica però anche dell'altro.

Chi dialoga e chi no

Se da una parte arriva un intelligente messaggio di dialogo dall'autorevole Presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici non così è per altri. Il dr. Pacifici: "Credo che da una parte vada compresa l'incredulità di fronte a queste esternazioni che non sono nuove a questo vescovo però nello stesso tempo dobbiamo poter guardare avanti. Credo che il dialogo con la Chiesa sia, oggi più che mai, necessario. Stiamo vivendo momenti complicati e tesi, ma è necessario condividere con la Chiesa valori e iniziative comuni per favorire un clima disteso nel Paese" Ci sono infatti anche altri che assumono posizioni oltranziste. Non certamente paragonabili al delirio dell'ex anglicano, ma sempre negative agli effetti di un costruttivo rapporto. Il rabbino David Rosen, che pure si occupa del dialogo tra ebrei e cattolici, ha tacciato la revoca della scomunica a Williamson come "un passo che contamina l'intera Chiesa, se quest'ultima non esige dal vescovo la ritrattazione di ciò che ha detto sulla Shoah". Va umilmente osservato che nel tempo nessuno si è mai sognato di addebitare all'intero mondo ebreo certe affermazioni, anche apocalittiche, di religiosi oltranzisti in Israele… Si dice "ma la Chiesa ha revocato la scomunica" come se ci fosse un nesso diretto. Questo è un deformare la realtà perché la scomunica, e ora la revoca, attengono alla sfera teologica e non certamente alle posizioni mondane di questo o quell'esponente.

E così non appare contributo al dialogo - in questo caso ben al di là della Chiesa cattolica - il boicottaggio da parte del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi della cerimonia ufficiale in memoria dell'Olocausto svoltasi al Bundestag presenti tutte le maggiori cariche istituzionali del Paese. Questi atteggiamenti portano acqua al mulino che si vuole e si deve combattere, quello dell'antisemitismo.

Morale

Morale: da esecrare e da isolare posizioni come quelle dell'ex anglicano che non solo pensa all'Olocausto come una colossale balla o che gli ebrei vorrebbero insediare il regno dell'anticristo a Gerusalemme. Per lui, ciliegina sulla torta, colossale balla è anche l'11 settembre in quanto si sarebbe trattato di un 'autoattentato' pianificato dagli stessi americani. Ma per valutare il tizio ricorderemo ancora che nel seminario argentino "Nostra Signora coredentrice" di La Reja trova il tempo di occuparsi perfino del terrorista Unabomber sostenendo che sì è un criminale - Deo gratias! - ma conserva una dose di cattolicità in quel suo odio per la tecnologia. Roba da chiodi, di quei chiodi che servirono a crocifiggere qualcuno dal quale questo ex anglicano pare non avere imparato proprio niente, in particolare il precetto dell'amore.

Però "Est modus in rebus".

Vale infatti la pena di qualche pensierino sulla situazione. Il dialogo fra Chiese ristagna, anche se magari che in questi giorni a successore di Alessio II come Patriarca della Chiesa ortodossa sia stato scelto il Metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad, fautore del dialogo, appare elemento in prospettiva di positiva novità. Difficile il rapporto con le altre Chiese cristiane del Nord Europa, periodicamente teso quello con gli ebrei, di fatto inesistente quello con l'Islam (al di là della buona volontà di qualche persona l'assenza di una organizzazione gerarchica impedisce discorsi ed intese). Questo il quadro, che però non è statico. Se nell'Occidente la cristianizzazione avanza non minore è il calo, talvolta anche preoccupante, dello spirito religioso e quindi della pratica religiosa, ovunque. Non è invece così nel mondo islamico nel quale alla riduzione pure presente dei praticanti si accompagna lo status degli altri. Non praticanti ma comunque 'credenti', come ci diceva un intellettuale tunisino di fronte alla moschea di Kairouan, quarta città santa dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme, Patrimonio UNESCO dell'Umanità. Situazione ben diversa dall'Occidente e anche dall'Italia dove nell'arco ampio dei non praticanti non si trovano molti 'credenti' a fianco della maggioranza che oggi è di agnostici, di una parte di anticlericali e di qualche ateo dichiarato.

C'è un problema di valori, come si dice da molte parti. Fra i valori, guarda caso, ci sono anche quelli religiosi.

A ognuno la sua risposta.

GdS

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