PGT Sondrio - 2 OVE SI CHIARISCE LA PRIMA RAGIONE DELL'ATTRIBUTO A QUESTO PIANO DEL TERMINE "ARCHEOLOGIA URBANISTICA"

PGT da archeologia urbanistica? E perché?

Primo punctum dolens, non di carattere politico ma di contenuti, quello della partecipazione. La legge parla chiaro: "Art. 5. Il governo del territorio si caratterizza per:

a) la pubblicità e la trasparenza delle attività che conducono alla formazione degli strumenti;

b) la partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni;

c) la possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati

Partecipazione significa coinvolgimento

Non è partecipazione il chiamare la gente a cose fatte. Quella è informazione. Partecipazione significa coinvolgimento, fermo restando che in ogni caso le decisione finale spetta a chi ne ha il diritto-dovere delegatogli dagli elettori. Coinvolgere non significa abdicare alle proprie responsabilità, così come sarebbe da escludersi la ricerca ad ogni costo dell'unanimità.

Partecipazione formale

La partecipazione può essere formale o sostanziale. E' formale quando sono rispettate le norme, nonché "la pubblicità e la trasparenza delle attività che conducono alla formazione degli strumenti". Basta in tal caso qualche convocazione di categorie, ordini professionali e simili, qualche seduta 'convenzionale' di commissione consiliare e a quel punto si può dire di avere rispettato la legge e null'altro.

Partecipazione sostanziale.

Se si crede al valore della partecipazione, oltre che sul piano politico nel quale non entriamo, ma alle prospettive che essa può offrire agli aspetti formali ha da essere aggiunto il coinvolgimento della gente. Gente chi? Ci sono tre categorie (semplici curiosi a parte):

a) I portatori di interessi politici generali

b) I portatori di interessi legittimi

c) I portatori di valori comunitari

Esplicitiamo:

a) Omettiamo la prima non volendo entrare nel certame politico.

b) Per quanto riguarda la seconda ci sono proprietari di suoli in genere con la speranza che i provvedimenti urbanistici consentano un plusvalore fondiario (che può essere 'tradizionale' o 'diffuso' (questo secondo 'il principio dell'indifferenza della proprietà rispetto alle destinazioni urbanistiche', da noi a suo tempo introdotto e applicato nella pianificazione e nella gestione). Ci sono anche proprietari di suoli o immobili interessati a valutare se la localizzazione di servisi puntuali, o qualche modifica lineare (mobilità ad esempio) può determinare variazioni di mercato sia plusvalore che minusvalore.

c) C'è infine chi è radicato nella comunità, per la sua storia, per i valori che esprime, per le potenzialità che potrebbero esserci, per le prospettive intraviste.

Ci fermiamo a questa categoria, sicuramente una minoranza ma minoranza consapevole in grado di fornire la merce spesso più rara, ovvero le idee. Addetti ai lavori certo ma non necessariamente solo persone titolate per curriculum professionale o amministrativo possono venire in un dibattito contributi da chi magari non ha titoli di studio ma esperienza consolidata tale da migliorare scelte possibili.

Contributi in una discussione preliminare, fucina di idee per l'impostazione, contributi nella definizione degli obiettivi, contributi utili alle scelte operative. Qui l'alt perché a questo punto la sfera politica diviene dominante rispetto a quella culturale.

Archeologia urbanistica: primo perché

Primo elemento che porta alla definizione di archeologia urbanistica per il PGT di Sondrio è la scelta riduttiva, quella del primo tipo di partecipazione. Seguiranno contesto e obiettivi.

Scelta.

Che tale sia lo dimostra la dichiarazione a verbale della conferenza preliminare VAS PGT del 20.3.2009 dell'assessore Colombera che così conclude la conferenza "il processo partecipativo sta molto a cuore dell'Amministrazione". Per la verità a tale data sarebbe già tardi ma, secondo la saggezza popolare, meglio tardi che mai. L'assessore non si sarà smentito nel proseguio. Da pensare quindi che sia stato invece smentito, vale a dire che sia stato deciso di non dar corso a quanto dichiarato dall'assessore.

Siamo ora alla presentazione in Consiglio e alle spalle c'è solo partecipazione formale al punto che se i cittadini hanno avuto la possibilità di conoscere cosa bolle in pentola c'è stato bisogno che una cosa di questo genere la facessero i gruppi consiliari di opposizione nella sala della Banca Popolare venerdì 19 scorso.

40 anni fa: più avanti

40 anni fa, all'inizio del 1970, veniva adottato dal Consiglio Comunale il primo Piano Regolatore Generale, redatto dall'Eura e con significative relazioni introduttive del prof. Frey e del prof. Caloia. Con scelta responsabile - si era da poco in regime 765 e una pianificazione, che dimostrò i suoi effetti positivi - era indispensabile - si arrivò al voto appena prima delle elezioni, Scelta pagata con la perdita di tre seggi (da 20 a 17). Siamo 40 anni fa ma già allora il Sindaco Venosta in prima persona con Sirtori, Duico e qualcuno di noi, aveva chiamato la gente, aveva spiegato, aveva condiviso alcune osservazioni critiche impegnandosi a considerarle nella fase successiva delle osservazioni. Venosta aveva fatto allora, quando non usava nel modo più assoluta, una scelta partecipata. Non come si dovrebbe fare oggi ma comunque un balzo metodologico, di contenuto, politico sicuramente rilevante.

40 anni fa l'Amministrazione Comunale, sotto questo profilo, era più avanti dell'Amministrazione Comunale nel 2010.

33 anni fa: più avanti. Il PP del Centro Storico

33 anni fa, e precisamente nel marzo del 1977 l'Amministrazione da me guidata, con responsabilità diretta, nei 10 anni mai delegata, del Territorio (urbanistica, edilizia, ambiente), chiamava la cittadinanza a discutere una bozza, apertissima, di Piano particolareggiato del Centro Storico. Colleghi di Giunta e progettisti erano rimasti perplessi - eufemismo - alla mia dichiarazione di portare la primissima bozza all'attenzione dei cittadini. Si noti le assai maggiori difficoltà nella presentazione di un piano attuativo, poi quello del Centro Storico!, rispetto allo strumento urbanistico generale. Avevo però precisato che la mia scelta era da 'centralismo democratico', ovvero che qualsiasi argomento venisse portato non si tornava indietro.

I motivi erano tre:

- uno di carattere politico. Oggi si proclama la partecipazione. Io non la proclamavo ma, con i colleghi di Giunta ma anche di Consiglio, la praticavo.

- uno di carattere culturale. Oltre una quindicina di anni prima avevo avuto l'idea, e con alcuni amici realizzato, una iniziativa culturale in un momento in cui l'unica cosa che c'era a Sondrio in fatto di cultura era la Biblioteca Cuvica. Avevamo dato i natali al CID con Circolo Culturale, Centro Arti Figurative e Circolo Musicale la cui attuale stagione concertistica è la cinquantesima. Avevo il polso sul fermento culturale in città, sulle potenzialità, su tante persone, e non solo giovani, che avevano qualcosa da dire, che avevano idee da esprimere e da offrire alla città. Lo stesso Consiglio Comunale, culturalmente sollecitato, aveva dato e stava dando il meglio della politica con attività di alto livello e notevole spessore, in tutti i campi, nonostante mancasse una maggioranza politica, contando io solo sul voto dei miei colleghi consiglieri DC, 16 su 40. Nessun accordo sotto banco, tutto alla luce del sole.

. uno di carattere etico. Poteva essere diverso il comportamento per il Piano del Centro Storico? Il problema era da far tremare i polsi. C'era però un problema di livello superiore. Tutti i cittadini dovevano stare nelle stesse condizioni. Non volevo, e gli 8 colleghi di Giunta e gli altri 31 di Consiglio in questo mi seguirono, tutti, che qualcuno informato si approfittasse a scapito di qualcuno che l'informazione non l'aveva. Si interveniva sull'edificato. Si doveva stare attenti a non scardinare il mercato, a non pregiudicare i valori fondiari, a non cadere in qualche, sia pure involontario, favoritismo. Per gli addetti ai lavori aggiungo che mia scelta era stata anche quella di inserire, con le cautele del caso, la 167, successivamente eliminata dopo il nuovo indirizzo venuto a seguito di sentenze in giro per l'Italia.

33 anni fa: più avanti. Quale partecipazione

- Quattro incontri. L'otto marzo la presentazione della bozza preliminare alla popolazione. L'unici l'incontro con le forze sociali e gli operatori economici. Il 15 l'incontro con le forze politiche della città.

Il 18 dibattito con la popolazione.

- La Mostra. Dal 5 marzo a Villa Quadrio la Mostra degli elaborati e i documenti raccolti in modo che ogni cittadino, intervenendo al dibattito del 18, avesse tutti gli elementi conoscitivi e di giudizio. Dal giornale di cui avanti: "Gli elaborati esposti non riguardano un piano definito e già concluso, ma si riferiscono a una bozza, cioè a una serie di indicazioni e di possibilità da verificare, confermare o negare con obiettività"

- Il volume sulla storia. Una pubblicazione 'colta', autore Giovanni Bettini con Uccero, dava conto dell'evoluzione del Centro Storico nei secoli.

- Il giornale. A tutti i residenti venne recapitato un giornale, con copie disponibili per tutti i cittadini. Una serie di testi, tutti comprensibili anche a chi avesse soltanto la licenza di Scuola elementare.

La nostra filosofia

- Quello che può essere considerato l'editoriale così concludeva: "LA VIA DELLA PARTECIPAZIONE COME METODO PER AMMINISTRARE CORRETTAMENTE L'URBANISTICA COSTITUISCE L'UNICA RISPOSTA ATTENDIBILE E CREDIBILE SE NON SI VUOLE CHE IL DESTINO DELLA CITTA' SI IDENTIFICHI CON IL DESTINO E IL PRIVILEGIO DI POCHI,

- Ad abundantiam, per ribadire il concetto, a mia firma scrivevo: "CIO' CHE VIENE PRESENTATO NON VA VISTO PERTANTO COME UNO STRUMENTO GIA' PREDISPOSTO PER L'APPROVAZIONE SIC ET SIMPLICITER (SAREBBE ALLORA LA FASE PARTECIPATIVA NIENT'ALTRO CHE UNA SORTA DI PARATA TEATRALE O QUANTOMENO UNA INIZIATIVA CON CARATTERISTICHE PURAMENTE INFORMATIVE".

Com'è finita

Com'è finita? Bene. Anzi benissimo. Ci sono state proteste, anche se non molte, di chi avrebbe voluto demolizioni e ricostruzioni. Gli stessi oggi ammettono che è stato giusto così.

Non c'è stata una causa promossa dai cittadini. Potevano essercene visto che il grado di definizione era tale che c'erano regole anche di estremo dettaglio. Ci sono state osservazioni, alcune accolte e altre no ma nel complesso non abbiamo lasciato sul campo morti e feriti, men che meno l'interesse pubblico. L'unico neo la decisione dei Beni Ambientali di Milano, da noi subita ma con le proteste del caso, di non consentire l'intervento che avrebbe portato i Giardini Sassi a congiungersi con l'Angelo Custode, scelta giudicata da un personaggio dell'urbanistica italiana "assolutamente idiota". Quale il segreto di questo esito che ha consentito di consegnare a chi viene dopo di noi, ai nostri figli, ai nostri nipoti un Centro Storico conservato, con il recupero razionale e culturalmente valido di ciò che poteva e doveva essere recuperato, senza nel suo interno interventi di riassetto o, peggio, di sviluppo?

Certo, perché non dirlo?, amministratori determinati, culturalmente attrezzati, uniti sui contenuti indipendentemente dalle diversità politiche che, in questo caso, sono state lievito di crescita. Il secondo fattore, collegato al primo, la partecipazione, reale, attiva, consapevole.

Ecco, e uno, il perché della 'archeologia'

Abbiamo usato di due esempi ma potrei aggiungerne, almeno per il decennio di Sindaco e responsabile diretto del settore, una serie di altri, e non solo con riferimento alla nostra invenzione dei PIO.

Esempi volti a dimostrare - sempre tenendoci distanti dalle valutazioni di natura politica - come l'assenza di partecipazione dei cittadini nell'iter del PGT di Sondrio retroceda il metodo seguito a prima del PRG del 1970.

Archeologia urbanistica.


Seguiranno le altre pezze giustificative della valutazione archeologica ma anche di quello che abbiamo chiamato "analfabetismo urbanistico" (senza riferimento ai tecnici e senza caratterizzazione politica naturalmente).

Come da primo articolo i temi prossimi:

Il primo tema è quello della partecipazione. Formale e sostanziale. Culturale e politica. Gli errori.

Il secondo riguarda gli obiettivi. Abbiamo perso due splendide, rilevanti, occasioni.

Il terzo il contesto e i suoi effetti.

Il quarto l'interrogativo sul futuro della città. All'interno: del centro storico, in pericolo.

Il quinto il lavoro per il nuovo PGT, quello, partendo oggi, che superi e sostituisca l'attuale in discussione. Non è recuperabile se non per scelte operative minimali perché non è recuperabile l'assenza di una strategia adeguata.

Alberto Frizziero - 2, segue

Alberto Frizziero - 2, segue
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