7 28 51 OGGI 22° ANNIVERSARIO DELLA FRANA DELLA VAL POLA. RIPUBBLICHIAMO IL 15° CAPITOLO (E POI VERRA' IL 16°) TRATTO DAL LIBRO "EVENTI DI FINE MILLENNIO. Capitolo decimoquinto. LA TERRIBILE CALAMITÀ DEL 1987.. UN PAESE SEPOLTO. VENT'ANNI DOPO (terza

Sul prossimo numero la continuazione

TRAGEDIA. UN PAESE SEPOLTO. L'EMERGENZA CONTINUA

Sono da poco passate le sette e mezza. Cominciano a ronzare i motori degli elicotteri situati nel vicino stadio. Uno dopo l'altro si alzano. Altri arrivano. Si rincorrono le voci: una grande frana in Alta Valle. Di corsa in Prefettura. Arriva, trafelato, il generale Muraro, mi vede e, a valanga, "Morti, ancora. I soldati: tutti salvi!". E poi, mentre Don Carlo e altri su ad Aquilone stanno cercando di valutare l'entità della tragedia - si parla già di una trentina, con parecchi bambini ma anche di sette operai che stavano lavorando al ripristino della strada - mi fa un racconto straordinario, riferendo cosa gli hanno detto i soldati. Dopo una notte insonne, spente le fotoelettriche, i soldati tengono d'occhio quel che appare un versante boscosissimo immobile. Ad un tratto uno di loro richiama l'attenzione degli altri: "gli alberi si muovono!". Vien preso in giro, gli effetti della notte persa. Ma un altro, guarda, e conferma. E mentre tutti prendono atto di quel movimento lentissimo, in discesa, di tutti quegli alberi ad alto fusto all'improvviso in un fiat il movimento lentissimo diventa una scena infernale. Il cielo è oscurato dal polverone. I soldati scappano in su sulla montagna. Piovono sassi di grandi, medie, piccole, minime dimensioni. Volano sopra le testa. A destra, a sinistra. Neppure un sassolino colpisce i soldati, e neppure la chiesa. Nessuno scomoda la parola miracolo ma in tanti ci pensano.

In Prefettura nel giro di un paio d'ore arrivano le foto aeree, i primi dati. I tecnici sono al lavoro. Fin dall'inizio ci si rende conto che l'evento è apocalittico ben oltre le più pessimistiche previsioni.. E' sparito S. Antonio Morignone, la valle è otturata come a suo tempo la Val Poschiavo, la Valchiosa e anche Piuro. I morti sono di Aquilone dove le case sotto alla Statale sono state sbriciolate ad almeno 800 metri di distanza dall'ultimo sassolino della frana per effetto dunque dell'onda d'urto e del successivo risucchio. Il Direttore del Parco dello Stelvio è laconico: "Poteva scendere 10.000 anni fa, poteva scendere fra 10.000 anni. Ha scelto oggi".

Preoccupa la diga che si è formata perché impedisce il naturale deflusso dell'Adda formando quindi un lago destinato ad assumere proporzioni notevoli. Sulla lavagnetta a fogli nello studio del Prefetto i tecnici disegnano uno schema di by-pass. Non si è perso tempo. Facciamo cercare l'ing. Del Felice evocando il caso del Mantaro, Perù - 1974. . Franò una montagna intera, di massa decine di volte superiore alla frana del Coppetto, costituendo uno sbarramento naturale che, nonostante una serie di lavori effettuati per alcuni mesi, fu sfondato dall'acqua con danni per 200 km. E questo nonostante la ridotta portata del fiume (una cinquantina di mc/secondo). L'ing. Eugenio Del Felice di Sondrio, noto esperto del settore, era là e arriva in Prefettura con un'ampia documentazione, anche fotografica, dell'evento, e ne discute con gli esperti.

L'emergenza si è riaperta. Oltre le vittime la nuova tegola per l'Alta Valle, l'inizio della paura per gli abitati a valle del lago per due pericoli: la rottura dell'ostruzione (non ci fu a Poschiavo ove è rimasto il lago, ci fu in Valchiosa con grandi danni in Tirano) e il timore d'un effetto Vaiont qualora la montagna dovesse scaricare ancora altro materiale. E timori anche per l'economia per via dell'isolamento difficile da rompere.

Riunione in Alta Valle con il Ministro, il suo staff, gli amministratori della zona Sindaco Pedrini, anche Presidente della Comunità Montana, in testa. Si delineano le prospettive d'intervento.

Rientro a Sondrio.

La sorpresa.

28 LUGLIO. VIA ZAMBERLETTI

Giovanni Goria costituisce il 45° Governo dalla Liberazione che durerà sino al 13 aprile del 1988. I 29 Ministri, del pentapartito, giurano al Quirinale lo stesso giorno della frana. Si cercano notizie. Il Ministro Zamberletti torna dalla citata riunione operativa in Alta Valle, entra in Prefettura, si siede alla scrivania del Prefetto e chiama Roma. Nella stanza ci saranno almeno 30 persone, chiamo Zamberletti e lo porto, in fondo al corridoio, dove ha insediato il suo ufficio il Prefetto Gomez responsabile al Viminale della Protezione Civile. E' lì che ha la notizia, nel frattempo circolata prima nello staff e poi diffusa dappertutto. Incredibile. Disarmante, peggio, assolutamente deprimente. Mentre infuria la battaglia il generale, l'esperto, come si autodefiniva, "Il Ministro delle disgrazie nazionali" per antonomasia, quello che con il suo operato riconciliava la gente con lo Stato e che a Roma era visto "fuori quota", in un certo senso al di fuori della lotta e delle polemiche politiche, viene mandato a casa e non certo per scarso rendimento. Una mazzata e non solo tra gli addetti ai lavori. La gente protesta per strada, nei bar, ovunque. In prima linea gli Alpini, come lui, gli uomini del Soccorso Alpino e quanti sono abituati all'impegno, talora al rischio, per salvare gli altri. Non ci sono distinzioni politiche, salvo i Verdi per i quali è un bene che Zamberletti non ci sia più. Il mondo è bello perché è vario, certo che pontificare in questo modo da qualche salotto milanese non è lo stesso che commentare in mezzo al fango con le morene squassate lassù dove non arriva l'attività dell'uomo, gli argini superati, e soprattutto molti funerali.

Zamberletti: "obbedisco", e va a Roma a fare le consegne.

LE PROTESTE

Abbiamo detto delle reazioni della gente comune come quelle degli addetti ai lavori.

Partono a firma dell'allora Presidente del BIM, - lo scrivente - una serie di telegrammi.

- A ZAMBERLETTI

Ti siamo tutti enormemente vicini dopo l'enormità della tua esclusione. Cordialità

- AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA COSSIGA

Le trasmetto l'enorme delusione dei Valtellinesi, suppongo anche di Friulani ed Irpini, per l'esclusione di Zamberletti. Distintamente

- AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GORIA

A te felicitazioni e voti augurali, ma Zamberletti doveva esserci ( testo che più eloquente di così non poteva essere…).

- A GIORGIO BOCCA

Suo articolo su Valtellina ha temperato l'amarezza per avventati pareri di troppi. Est esempio di professionalità e capacità. Al Suo rientro in Valle qualsiasi dato, oggettivo, est a Sua disposizione. Distintamente

- A INDRO MONTANELLI

Il grazie per il Suo stupendo fondo dedicato alla Valtellina si unisce al consenso per il suo positivo giudizio sul Ministro Zamberletti ingiustamente escluso dal Governo per il quale gli indiscussi meriti, che i Valtellinesi o i Friulani o gli Irpini -quelli terremotati - meglio che a Roma sono in grado di valutare, evidentemente sono passaporto ininfluente. Distintamente

- A CIRIACO DE MITA, irpino, Segretario nazionale DC

Dalla Valtellina disastrata la rivolta per l'esclusione di Zamberletti. E' questo il tuo rinnovamento?

(De Mita ne combinerà altre due ai Valtellinesi. Da Presidente del Consiglio viene a Edolo a visitare l'impianto idroelettrico dell'ENEL. E' ancora freschissimo il ricordo della calamità e si aspetta la Legge Valtellina. E' a un tiro di schioppo per cui si pensa, anzi si dà per scontato, che almeno una puntata in elicottero la faccia, anche breve. Non la fa. Da segretario DC dà il suo OK per la relazione al convegno che ricorda Ezio Vanoni. Non viene perché malato, ma le bugie hanno le gambe corte: la TV la sera lo mostra in tribuna a vedere la partita della Roma).

STAMPA NAZIONALE: UN CORO

I principali giornali pubblicano questi telegrammi, salvo quelli a Bocca e Montanelli. A sua volta il Presidente della Provincia Marchini rilascia dichiarazioni pesanti: che i quotidiani nazionali raccolgono e pubblicano, aggiungendo anche qualche commento "alpino" di ufficiali presenti in Prefettura. Il concetto di Marchini è reso benissimo dalla sia dichiarazione "Il siluramento è come una nuova frana" che "Il Giorno" sceglierà come titolo dell'articolo. Chiamano da Roma "Le vostre dichiarazioni hanno fatto molto rumore", linguaggio diplomatico per dire che abbiamo colpito nel segno. Qualcuno laggiù cerca anche di rimediare ma l'unica soluzione ritenuta possibile non è in realtà possibile. Parliamo con il numero uno della Protezione Civile Prefetto Pastorelli, se ne va anche lui. Cosa fatta, insomma, capo ha. E per qualche giorno, di fatto, la macchina si arresta.

Venerdì 31 arriva il nuovo Ministro, Remo Gaspari.

GASPARI

Nomina e giuramento il 28 luglio. Il neo-Ministro della Protezione Civile Remo Gaspari venerdì 31 luglio arriva in Valtellina, con i due colleghi ai LL.PP. De Rose e al Turismo Carraro e con il neo-Presidente, dal 10 luglio, della Regione Tabacci,. Vede la situazione dall'alto e poi nel salone di Palazzo Muzio per incontrare Sindaci, amministratori, titolari di uffici. Naturalmente presenti i senatori V. Colombo, Forte, Bissi, gli onorevoli Tarabini, Mazza e Ciabarri e il consiglieri regionali Muffatti e Contini. Gelo. Riunione formale ma pesa nella sala come un macigno la "carognata" dell'esclusione dal Governo di Zamberletti mentre era nel fango a coordinare gli interventi e non nelle stanze romane per tutelare la propria posizione di Governo. Gaspari ringrazia tutti quelli che stanno operando e poi ricorda le sue esperienze personali, primo Ministro ad occuparsene (alluvione di Firenze e terremoto del Belice). Indica la sua linea d'azione partendo dal fatto che il Ministero non dispone che di 240/250 persone per cui il tema è quello della delega agli Enti locali. Linea del tutto diversa da quella del "Rambo di Varese", come da definizione giornalistica di allora. Il gelo aumenta. La riunione si scioglie senza sciogliere la delusione, come la successiva conferenza stampa documenta. Quale sia il clima generale lo indica un episodio, marginale ma significativo. Il Ministro dei LL.PP. scende dalla Prefettura senza che nessuno lo accompagni e ..si trova a piedi. Neppure l'auto per lui e segretario. Tocca proprio a chi scrive, con un guizzo di fantasia, inventare una soluzione presentata come prevista calmando un giustamente arrabbiato neo-Ministro. Il terzo, Carraro, non c'é. E' in Alta Valle dove oltre alle vittime si intravede un futuro fosco. Andata la stagione estiva si prospetta il flop anche per la stagione invernale perché l'unico filo che lega il Bormiese all'Italia passa dai 2621 metri del Gavia, chiuso d'inverno e praticabile d'estate solo da chi abbia confidenza con stradacce di montagna, strapiombi senza protezione e simili caratteristiche (l'ANAS ad ogni buon conto interverrà in protezioni, con allargamenti, con sistemazione del fondo e abbastanza rapidamente).

Il Prefetto dr. Piccolo mi chiede di andare nelle sua residenza, al piano superiore, dove è predisposto un piccolo buffet freddo e in piedi. Me lo chiede perché con il Ministro non c'è nessuno salvo Questore, Comandanti dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Stradale, dei Vigili del Fuoco. Risolto il problema dell'auto del Ministro dei LL.PP. salgo un po' dopo. L'on. Gaspari è vicino al camino, un piatto in mano, e sta mangiando. Gli altri sparpagliati nella sala. Silenzio di tomba. Arrivo e vado al camino. Gli sguardi piombano addosso come tanti dardi lanciati da una maxi-balestra.

"Ciao, sono il Presidente del BIM, quello di cui avrai letto sui giornali le proteste per l'esclusione di Zamberletti…"

"Lo so. Eri Sindaco a Sondrio, no?"

"Si, dal 1975 al 1985"

Arriva con un curriculum di tutto rispetto, e che sarà utile alla Valtellina: nove volte sottosegretario, 15 volte Ministro (Trasporti, Riforma P.A. in tre Governi, Sanità, Rapporti con il Parlamento, Poste in tre Governi, Funzione Pubblica in quattro Governi, Difesa ed ora Protezione Civile cui seguirà il dicastero del Mezzogiorno). Memoria di ferro. Ricorda persino alcune delle occasioni in cui ci siamo incontrati, e istituzionali e nei congressi nazionali DC.

Proseguo. "Le mie, le nostre dichiarazioni riflettevano il pensiero di tutti noi, uno stato d'animo generale. Sarebbe stato lo stesso per chiunque avesse preso il posto di Zamberletti…". Il Prefetto non é ancora rilassato ma non è più sui carboni ardenti. Gli altri escono dal rigore del gelo e persino bisbigliano qualcosa tra loro. Gaspari replica con un commento sulla formazione del Governo. Il colloquio prosegue,

"Da noi ci sarà la massima collaborazione…"

"Questo mi fa piacere…"

"Mancherebbe altro, ne va del nostro futuro. Tieni però conto che in un certo senso sei sotto esame e se farai bene sarai apprezzato". Segue un diplomatico consiglio per superare la visione "ministeriale", o comunque affiancarla con una presenza sul campo. Mi spiega cosa deve fare il Ministro, fra procedure e ricerca di finanziamenti - lo farà benissimo - ma è riluttante sul ruolo "Zamberlettiano". Cambierà idea e lo farà, dopo Vasto, e ne parleremo

Alberto Frizziero - continua

(Ripresa in data 28 luglio 2010, 22° anniversario, da "La Gazzetta di Sondrio. numero 22 del 2007)

Alberto Frizziero
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