09 11 27 (Aggiornamento del 27 XI) IL GOVERNO GOVERNI, LA MAGISTRATURA GIUDICHI, IL PARLAMENTO LEGIFERI. UN INTERVENTO DI CARATTERE STRAORDINARIO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO. HA RAGIONE, NON SI PUO' ANDARE AVANTI COSI'

La dichiarazione del Presidente della Repubblica - Il nostro commento - In definitiva

La dichiarazione del Presidente della Repubblica

"L'interesse del Paese, che deve affrontare seri e complessi problemi di ordine economico e sociale, richiede che si fermi la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investite di distinte responsabilità costituzionali. Va ribadito che nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento, in quanto poggi sulla coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare. E' indispensabile che da tutte le parti venga uno sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche, e che quanti appartengono alla istituzione preposta all'esercizio della giurisdizione, si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione. E spetta al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia".

Il nostro commento

Stamane, in sede e in modo inconsueti, il Presidente della Repubblica è intervenuto con un messaggio che è, in modo straordinario, un monito per tutti. Basta, in definitiva, non si può andare avanti così.

Vale per tutti.

- Berlusconi. E' vero che il bombardamento psicologico sul Presidente del Consiglio è tale da far perdere la pazienza anche a uno come Giobbe, quello che non la perse neppure per i dolori della sua malattia, per la perdita dei figli, per la perdita dei beni. E' anche vero però che di uscite infelici ne ha fatte parecchie, specie nei confronti della Magistratura, non sempre distinguendo "la parte minoritaria che ce l'ha con lui" - per usare espressioni del suo entourage e corrispondendo in questo al pensiero di molti, anzi della maggioranza degli italiani secondo sondaggi neutrali - con la Magistratura nel suo complesso.

- Magistratura. E' vero che tutti devono essere uguali di fronte alla legge ma, versante giudiziario - si ha l'impressione che Berlusconi non sia proprio uguale a tutti gli altri cittadini. E' vero da un lato che si fanno leggi ad personam ma abbiamo l'impressione dall'altro che vi sia anche un movimento giudiziario ad personam se è vera la contabilità giudiziaria che vorrebbe la quota di procedimenti contro di lui arrivata a 103. C'è però un dato di cui tenere conto e ne parliamo al punto successivo.

- La politica. La politica vuole, nel nostro sistema, che chi vince le elezioni governi, anche al riparo da vicende giudiziarie che possono avere un fondamento ma possono anche essere tali da turbare la vita politica, e quindi nuocere alla democrazia. Fino a tempo fa c'era l'immunità parlamentare, come c'è in Europa e in tanti Paesi. Di fatto quella rappresentava un colpo di spugna su tutto, qualora il Parlamento avesse deciso in tal senso. E' stata abolita. Oggi il Governo, qualsiasi Governo, è alla mercé di qualsivoglia 'pentito', magari verodicente ma magari anche prezzolato e convenientemente istruito da qualcuno interessato (anche, e succede, da parte di qualcuno non del momdo politico).

Non è neppure passata una norme che non era 'a tutela della casta', come qualcuno dice a proposito dell'immunità, ma semplicemente spostava i processi a carico delle quattro maggiori cariche dello Stato a mandato istituzionale concluso. In troppe circostanze abbiamo visto atti giudiziari assumere rilevanza politica. Quell'avviso di garanzia notificato a Napoli, in piena riunione con i Grandi del mondo - avviso che se consegnato l'indomani a Roma nulla avrebbe cambiato sul piano giudiziario - in contemporanea con l'uscita della notizia sul Corriere della Sera, non può non essere considerato da chiunque, quale ne sia la fede politica, un atto politico, attentato agli interessi del nostro Paese. Chi ha deciso? Chi ha passato al Corriere la notizia?

- Parlamento. E' ora di procedere. Non è possibile che ogni volta che un Ministro, di quale schieramento non importa, si mette al tavolo per riformare la Giustizia nella migliore delle ipotesi lascia perdere, in altri casi finisce male. Non è possibile che si vada avanti con minoranze attivissime all'interno del corpo giudiziario e con le relative correnti di fatto politicizzate e quindi, CSM docet, con controllori di se stessi.

Nel referendum di 22 anni fa 20.770.334 di italiani pari all'80,20% hanno risposto SI al quesito se considerare la responsabilità civile per i giudici. Si noti, in casi particolari e cioè per colpa grave (grave negligenza, grave imperizia, gravi omissioni) Contrari solo 5.126.21 pari al 19,80% Il Parlamento, dimostrando la sua incapacità di tenere un rapporto istituzionale e costituzionale fra i poteri in perfetto equilibrio ha dato una risposta del tutto rinunciataria e fifona, tale da gettare nel cestino la scelta della stragrande maggioranza degli italiani. In quei casi gravi non risponde l'autore ma lo Stato che semmai poi si rivarrà sul cattivo magistrato nei limiti di un terzo dello stipendio (ne basta e ne avanza con i due terzi che gli restano, un miraggio per la maggior parte dei cittadini!).

In definitiva

In definitiva vorremmo che ci si rendesse conto dello stato d'animo della gente di fronte a tutte queste tematiche. Le guerre, si sa, non hanno mai vincitori. Una volta finite si valuta chi ha perso di meno. Vale per lo scontro in atto.

Occorre far riconquistare alla Magistratura il prestigio che essa aveva e che deve avere.

Occorre anche maggior rispetto, da parte di tutti ma anche nei confronti della classe politica. Non dimentichiamo l'episodio del bacio di Andreotti a Riina. Una balla iperstracolossale che però ha fatto il giro del mondo. Nel processo è sparita in pochi secondi talmente inconsistente oltre che idiota era, ma gli inquirenti avevano privilegiato le dichiarazioni del pentito di turno. Ci si prepara all'entrata di una altro eroe del pentitismo per incastrare Berlusconi? Si valutino bene le conseguenze.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Editoriali