Lutto nazionale. E poi il futuro, come a Fusine, Torre e Sondalo
Il lutto nazionale con una encomiabile, commovente, partecipazione al dolore di quella gente che, come i valtellinesi nel 1987, in un evento durissimo sotto ogni punto di vista, dimostra una grandissima dignità. Poi il completamento delle operazioni di emergenza. Poi il futuro. La prima cosa che conta guardando avanti è la casa. Troppe volte però la casa è arrivata dopo anni. In Valtellina no. Il 18 e 28 luglio 1987 eccettuata la frana di Piuro però localizzata, mai la storia aveva registrato simile tragedia.
Il 3 agosto grazie alla Regione si riuniva a Roma l'apposito consesso che stanziava i fondi. L'IACP si metteva al lavoro con tutte le collaborazioni del caso, in particolare quelle per i servizi. I Sindaci localizzavano gli interventi e procuravano le aree. Il 23 dicembre, quattro mesi e 20 giorni dopo la decisione del finanziamento e in tre mesi di lavoro, a Fusine e Torre (e dopo qualche settimana Sondalo), in un clima splendido ancorchè freddissimo ma con tanto calore umano il mattino del 23 dicembre venivano consegnate le chiavi alla gente che già al pomeriggio era al lavoro per sistemare le proprie cose.
Al tempo, rapidissimo, va unita la qualità dell'intervento di cui rende testimonianza il tempo trascorso. Dopo 28 anni, 8 mesi e quattro giorni chiunque può verificarla. E non è finita. La rapidità dell'intervento avrebbe potuto anche giustificare un aggravio di costi. Nossignori. L'intervento, comprese le sistemazioni esterne, è costato alla collettività addirittura meno dei prezzi di mercato allora correnti.
E' passato molto tempo. Vedendo in questi anni dopo eventi dolorosi la gente finire in container restandoci anni abbiamo cercato di portare all'attenzione romana quanto realizzato in Valtellina. “Non per farci dire bravi”, dicevamo nella trasmissione in diretta di Gad Lerner dal Teatro Sociale di Sondrio, ma per avere un esempio cui rifarsi evitando i container o le roulottes e risparmiando soldi.
Che sia la volta buona?
a.f.