Un pianeta usato oltre i limiti naturali
(Maria de falco Marotta) Sono anni che gli scienziati ci avvertono che stiamo troppo sfruttando la terra, che abbiamo portato il pianeta oltre i suoi limiti ordinari. Il consumismo, la cultura di massa, le colture intensive, le colture estensive, intensive ed estensive insieme, la globalizzazione dei consumUn pianeta utilizzato oltre i suoi limiti naturalii, la cultura usa e getta, lo spreco e la superficialità hanno prosciugato la Terra. Non poteva durare. Ed ecco un minuscolo elemento che si presenta come possibilità di sopravvivenza per un pianeta che ospita comunità umane diventate incompatibili e disadattate all’ambiente che le ospita, ai ritmi della natura – fantasioso ma non troppo (Cfr: l’immunologo Maurizio Grandi e la Dott. Erica Poli, Dossier sulla relazione tra inquinamento urbano, alterazione dell’ecosistema e Covid-19 pubblicato su: La Rivista culturale).
Non è Jahvé stavolta a mandare piaghe diluvio ma Madre Natura, dal maschile al femminile, in video che fanno il giro del web e gettano una luce apocalittica sull’epidemia.
Al posto dei profeti biblici, gli epidemiologi che, peraltro da tempo, avevano predetto che procedendo con questi ritmi e modalità di globalizzazione saremmo andati incontro a focolai ripetuti di epidemie potenzialmente pandemiche. Del resto i primi lavori sulla grande famiglia dei Coronavirus risalgono agli anni ’80 del secolo scorso, e, interessante notarlo, molti sono a firma di gruppi di ricerca cinese. Altra considerazione a margine: al di là dello scandalo dei pandemic bonds, il punto è che da anni le compagnie assicurative di mezzo mondo prevedevano che ci saremmo arrivati. E come mai? Male di Metropoli, nuova diagnosi, da rubricare nei manuali.
Il Covid vive endemico in pipistrelli o serpenti, da sempre manicaretti per pochi fortunati di piccole comunità. La stessa storia del kuru per le tribù dove Creutzfeldt Jakob individuò i prioni, resi noti poi all’opinione pubblica con il simpatico nome di morbo della mucca pazza, grazie appunto alla globalizzazione, di cui la Dott.ssa Poli ebbe il piacere di curare in reparto psichiatrico il caso italiano.I pipistrelli o chi per essi non vengono più macellati in qualche radura sperduta, ma su un banco del mercato affollato. E la diffusione è servita. Una mutazione favorita dall’altissimo inquinamento della metropoli cinese ed ecco il passaggio di ospite.
Viaggi intercontinentali, superficialità iniziale alle frontiere e il giro del mondo per il virus è pronto, naturalmente senza bisogno di fare il plan in agenzia e pagare il biglietto.