SS38. Dopo Morbegno e Tirano il buio. Addirittura peggio per le acque

Tangenziale di Tirano. E poi? E poi per la SS38 sarà difficile andare oltre salvo forse poter vedere negli anni venti la tangenziale di Sondrio eliminando così,  probabilmente unico caso in Italia, lo sbocco su un PL, per inciso comandato a pedale. E pensare che si era addirittura agli espropri per lo svicolo in corrispondenza del bivio per Tresivio, sostanzialmente nelle proprietà Bonfacini, in zona attigua a dove c'era il Guscio Verde.

Il quadro: da Fuentes si arriva a Cosio con due corsie. Da lì si by-passerà Morbegno, lavori assegnati, arrivando all'Isola Masino. Circa 17 km di SS38, come ora, e la tangenziale di Sondrio. Una ventina di km di SS38, come ora, e si arriverà alla tangenziale di Tirano che si raccorderà dopo Sernio con la superstrada, a suo tempo vanto della Comunità Montana unica così come il tratto del Tartano e, anche se realizzata dopo e variata, la Mazzo-Grosio. Da Grosio inizia poi la Strada della Rinascita. Difficile pensare che si vada oltre anche perchè il tratto più urgente, la continuazione della tangenziale di Sondrio che arriva sino quasi alla Fiorenza con sbocco nella piana di Chiuro presenta scelte difficili e costi elevati.

Il da farsi per questo decennio
Così fosse, e ci auguriamo invece non sia e che si trovino invece i soldi per fare dell'altro, occorre esaminare sin d'ora quello che serve, fatti i conti dei tempi. Se non ci sono inciampi - facciamo gli scongiuri! - da Madonna sin oltre il Campone si smetterà di respirare polveri sottili e si potrà tornare indietro di un secolo quando le macchine erano poche e i veicoli pesanti nessuno.  Quando? Diciamo alla fine di questo decennio, inizio del prossimo.
Per circa 10 anni, realisticamente non potendosi pensare ad altro, ci sarebbe da apportare quei miglioramenti che limitino i disagi. Ne accenniamo due.
  Innanzitutto via i PL che sboccano sulla SS38, pericolosissimi come recentemente sottolineato dal Prefetto che ha chiamato ad un tavolo i soggetti interessati per la ricerca di soluzioni.
  Poi almeno tratti di complanari sul tipo di quella realizzata a Talamona-Morbegno (iniziativa anche quella della Comunità Montana unica) e a Castione, che però richiederebbe di essere allungata sino a Sondrio. I passi carrai sono tanti, anzi troppi e per giunta diversi, storici, erano al servizio dell'agricoltura. Oggi la gran parte è soggetta a forti flussi di traffico, e quindi sicurezza a repentaglio.

Soldi non ce ne saranno tanti ed anche il peso politico per i prossimi anni, con gli sviluppi istituzionali e la riduzione a un solo parlamentare della rappresentanza, non sarà più quello che si è espresso nell'ultimo decennio.

La guida
Il problema sta nella risposta all'interrogativo su quale può essere il soggetto istituzionale cui fare riferimento, la guida visto che sul futuro pesa un grosso interrogativo. Sondrio e Belluno hanno avuto il noto riconoscimento ma non lo Stato sebbene la Regione è deputata a dare deleghe speciali. Deleghe di materie di sua competenza. Competenza che lo Stato, con la Riforma istituzionale, sta restringendo al massimo. Nella bozza l'intero pacchetto delle materie concorrenti, di quelle per le quali oggi si legifera solo d'intesa fra Stato e Regione verrebbe trasferito a Roma. Le decisioni sulle 'nostre acque', quelle che vorremmo, secondo giustizia ed anche per essere trattati come quelli di 'Oltre Stelvio', gestir, al più quantomeno co-gestire  noi.
Tempi duri. Un esempio da quanto ha deciso il Governo. L'interesse quasi generale era rivolto al jobs act. A noi importava e importa un'altra decisione del CdM, quella che riportiamo di seguito, una impugnativa della legge regionale 35 approvata a fine anno decorso:

L'impugnativa del Governo
“3.Legge Regione Lombardia n. 35 del 30/12/2014, “Disposizioni per l’attuazione della programmazione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell’articolo 9-ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione) – Collegato 2015”, in quanto alcune disposizioni riguardanti il trattamento dei rifiuti urbani E DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE CONTRASTANO CON I PRINCIPI GENERALI PREVISTI DALLA NORMATIVA EUROPEA IN MATERIA DI LIBERA CONCORRENZA, E CON L’ART. 117, PRIMO E SECONDO COMMA, LETTERE E) ED S) DELLA COSTITUZIONE, nonché i principi fondamentali in materia di produzione trasporto e distribuzione di energia, di cui all’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Un’altra disposizione, che limita l’esercizio in forma associata delle funzioni fondamentali da parte delle unioni di comuni, contrasta con i principi di coordinamento della finanza pubblica, in violazione in violazione dell’art. 117, terzo comma, Cost.”.

Chiaro, no?

(La lampada a led nell'immagine realizzata con le fascere è di Floriana Palmieri)

Alberto Frizziero
Editoriali