Terza puntata. COMUNITA' MONTANE SI O NO. COMUNE MANDAMENTALE UNICO SI O NO.

Nei due perecedenti articoli abbiamo sviscerato la situazione nelle sue linee fondamentali. Ogni decisione che riguarda l'ordinamento non può essere assunta se non dopo i dovuti approfondimenti sulla base del rapporto costi/benefici, in senso lato ovviamente e non solo ragioneristico.

Preoccupano alcune posizioni, illustrate dalla stampa, che si riferiscono sostanzialmente ad un solo lato della medaglia. Il fare un Comune unico nella e della Valmalenco pur essendo la situazione sotto questo profilo più appropriata in provincia, quasi fisiologica, richiede una serie di scelte, anche di carattere operativo, da richiedere fino ad un intero mandato, se basta. Non é così se per il momento restano i cinque Comuni, apportando all'Unione già esistente un ampliamento della sua sfera di attività tale da assorbire tutta la sfera di attività ordinaria lasciando un semplice presidio negli altri Municipi, eventualmente selettivo. Ogni prospettiva deve comunque prevedere la concentrazione dello Stato Civile in Chiesa, cosa che presuppone un intervento legislativo a cui non si capisce perché nessuno pensi.

Tant'é.

In Valchiavenna l'idea dell'unico Comune fa fremere tanti. Tempo fa abbiamo ricordato l'altissimo numero di frazioni e contrade esistenti in Valle. Al Comune unico che accende tante speranze si andrà a chiedere, senza avere, quello che oggi neppure ciascuno dei 13 Comuni della Mera, o del Liri, riescono a dare tanto più che qualche Comune attuale non potrà avere domani neppure un consigliere che rappresenti la sua popolazione.

Nel Tiranese qualcuno accarezza l'idea ventilando anche ilm rientro nella sua naturale sede del Comune di Sondalo, a suo tempo traslocato in Alta Valle, avendone solo svantaggi, sostanzialmente per ragione ospedaliera prevaricante le volontà valtellinesi.

Nel Morbegnese é addirittura un amministratore di lungo corso, a suo tempo responsanile della elaborazione dello Statuto della Provincia, Del Nero a ventilare il Comune unico.

Tutti gli aspiranti alle concentrazioni hanno fatto i conti deei soldi che entrerebbero - e di quelli che dovrebbero uscire? - nonché del numero degli abitanti che i nuovi Enti avrebbero.

A tempo insistiamo nell'invito di andare a vedere la situazione francese dove notoriamente la pubblica amministrazione funziona egregiamente, specie a livello locale. Là i comuni sono quattro volte e mezzo rispetto a quelli italiani che da noi sono 'solo' 8086. Forse sarebbe il caso di farci un pensierino e di vedere cosa modificare, cosa innovare in casa nostra, adeguandosi poi alle diversificate situazioni locali.

Chiave di volta resta però il territorio e da qui dovrebbe partire la ricostruzione secono un modello ordinamentale tipo staff and line.

Queste discussioni sul 'Comune unico' dovrebbero tuttavia avere un punto di riferimento nelle Comunità Montane. Sapere cioé se tenerle o meno. Nel primo caso come cambiarle, nel secondo caso chi sono gli eredi ai quali destinare non il patrimonio che non c'é ma le obbligazioni passive, come mutui o personale. Da qui passare poi al piano superiore fino ad arrivare alla Provincia non intesa come l'attuale Ente di Palazzo Muzioma in un assetto che sfruttui la novità della qualifica di "Provincia Montana". E poi il BIM, ma questo alla prossima e quartaq puntata.

Alberto Frizziero - 3 - continua

Le due precedenti puntate:

Sondrio 7 XI ABOLIAMO LE COMUNITA' MONTANE? 2012.X.30.61

Prima puntata. La situazione delle nostre cinque e le prospettive

http://www.gazzettadisondrio.it/38451-sondrio_7_xi_aboliamo_le_comunita_...

COMUNITA' MONTANE, UNIONE DI COMUNI E IL RESTO 2012.XI.10.60

Seconda puntata. Il quadro legislativo di riferimento. Sondrio in posizione diversa

http://www.gazzettadisondrio.it/38525-comunita__montane__unione_di_comun...

Editoriali