LIBIA. LA FOLLIA DEI COSTI. SOLO PER I MISSILI E SOLO PER QUALCHE ORA 200 MILIARDI AL VENTO 11 3 20 29
Gli americani, come sempre precisi per le cose che loro interessano, hanno informato la stampa di aver lanciato nelle primissime ore 124 Tomahawk SLCM. Si tratta di un missile della famiglia dei Cruise lanciato dalle navi, sommergibili compresi, capace di recapitare a destinazione, fino a un migliaio di km, un pacco esplodente di una tonnellata. Gli acquirenti possono, volendo, armarlo non con esplosivo convenzionale ma nucleare.
La Raytheon Company e i suoi 72.000 dipendenti saranno più che soddisfatti e probabilmente stanno augurandosi che la manna continui. Se in poche ore solo dalle piattaforme di lancio americane ne sono partiti 124 con questo ritmo, in un periodo caratterizzato da una scarsità di occasioni di usarli, grazie alle vicende libiche saranno assicurate per riempire di nuovo gli arsenali tante commesse e per un bel po', con l'aggiunta poi di quelle inglesi e di eventuali altri Paesi bombaroli. Commesse non da poco anche se si tratta di un missile 'economico' dato che costa 'solo' un milioncino di dollari, più qualche spicciolo per il suo mantenimento. C'è chi ipotizza che il totale sia intorno al milione e mezzo, pari a circa 1,052 milione di €uro. Arrotondiamo pure al milione, quasi due miliardi di vecchie lire per ogni missile partito. In pochissime ore 124. Vuol dire un regalino di 124 tonnellatedi esplosivi per i poveri malcapitati destinati a riceverli sentendo il botto.
I regali però costano. In pochissime ore 120 milioni di €uro, 200 e rotti miliardi di vecchie lire, andati in fumo. Solo per questa voce dunque in pochi giorni saranno centinaia i miliardi buttati al vento. Per tutelare i civili naturalmente (che siano, questi civili, gli azionisti della Raytheon?).
Poi il resto. Gli aerei e apparati relativi, le bombe, le navi, gli uomini.
E le distruzioni? Finito tutto bisognerà anche pagare. La ricostruzione costa (e a chi andranno gli appalti? A noi no di certo, ai francesi probabile).
Follia.
Luca Alessandrini