Una brutta campagna elettorale

La più brutta campagna elettorale.

Ogni campagna, si sa, ha i suoi momenti di enfasi e quelli di asprezza, ma questa volta si è passato il segno. Il segno, intendiamo, in senso democratico. Che ciascuno si batta per le sue idee, anche pervicacemente, è un segno positivo. Il confronto è lievito di crescita e dibattere vuol dire andare a fondo delle cose ma anche trascinare con sé tanti cittadini, altrimenti disattenti e, almeno in parte, disinformati.

Il confronto.

Il civile confronto.

I due poli di attenzione dei cittadini, prossimi elettori (9 e 10 aprile), soprattutto in quanto teleascoltatori, sono il tutto e il niente, il bianco e il nero, la celebrazione e la maledizione.

SECONDO BERLUSCONI

A sentire l’on. Berlusconi i punti sono due: le trentasei riforme fatte e tutti gli altri provvedimenti presi dal Governo, e quindi un panorama ben ben confortante, e l’ostilità della sinistra, sostanzialmente demonizzata in ogni circostanza.

SECONDO GLI OPPOSITORI

A sentire gli oppositori Berlusconi non ne ha combinata una giusta. Non ha fatto niente in questi cinque anni e se ha fatto qualcosa l’ha fatto nel modo sbagliato. Le colpe di una situazione difficile del Paese sono tutte sue e della sua maggioranza.

SECONDO VERITA’

A non sentire nessuno ma volendo ragionare con la propria testa e sulla scorta di adeguata pezze giustificative salta fuori una terza verità che poi, guarda caso, è proprio, più o meno, la VERITA’, quella maiuscola, quella reale, quelle effettiva.

RAGIONARE CON LA PROPRIA TESTA

Si tratta dunque di ragionare con la propria testa, con l’uso di quell’ingrediente sempre apprezzato che si chiama buon senso comune e magari usando di quel condimento che si chiama rispetto per gli altri, il rispetto che merita anche l’avversario, certo, se esiste la reciprocità. In questa campagna elettorale la reciprocità è, ahimé, di tutt’altra piega.

NEGARE l’EVIDENZA

Si tratta dunque di evitare di negare l’evidenza.

- Da un lato che esistono condizioni di obiettiva difficoltà per tante famiglie italiane.

- Dall’altro che a determinare questo stato di difficoltà c’entrano tanti fattori esterni, primo fra tutti l’energia, visto che in un anno il prezzo del petrolio è cresciuto del 62,5%.

- Da un lato non si può negare l’evidenza e cioè che il Governo e la maggioranza abbiano prodotto. Possono piacere o non piacere ma le riforme ci sono state.

- Dall’altro non si può negare l’evidenza e cioè che il Governo e la maggioranza abbiano avuto anche oggettivi punti di crisi e di difficoltà.

Potremmo continuare per parecchio. Sta il fatto che i meno esasperati concordano che in ogni caso occorre cercare di fare il possibile per uscire da una serie di difficoltà, molte delle quali provenienti da fatti esterni.

LA NOSTRA INCOSCIENZA

Si tratta, - anzi, si tratterebbe - dunque di guardare in faccia la realtà, quella in particolare che viene da fuori. Se guardiamo quella in casa ognuno ha le sue ricette, ognuno i mezzi per neutralizzare gli altri, ognuno la mitragliatrice che spara polemiche a raffica. Guardando oltre confine osiamo dar prova di incoscienza somma auspicando e sollecitando un’intesa ferrea fra quelli che oggi se ne dicono di tutti i colori all’insegna di quel precetto un tempo in voga nel momento del pericolo: “Tutti sulle mura!” Non siamo nel Deserto dei Tartari di Dino Buzzati, in quella Fortezza ove Giovanni Drogo passa il suo tempo nella vana attesa dei Tartari e, con essi, della gloria.

Qui il pericolo giallo, e non solo quello, è già lì che assedia con alcuni avamposti già penetrati nei primi gironi del fortilizio, mentre lo Stato Maggiore, in questo caso con sede a Bruxelles, si ostina in giochini da rompicapo, direttiva dopo direttiva, regolamento dopo regolamento.(nelle prime tre Gazzette Ufficiali delle Comunità Europee del mese di marzo ne abbiamo contati 53).

E pensare, incredibili dictu, che ci sono in giro illustri (?) clinici dell’economia che a fronte dell’assedio forniscono la terapia: “innovazione e ricerca”. Peccato che le truppe assedianti in proposito ci danno fior di punti.

EVITARE I GATTINI CIECHI!

Torniamo a questa brutta campagna elettorale, certamente condizionata dall’assedio sopra descritto ma anche dal tiro a due che si è sviluppato, tiro in senso balistico dell’uno contro l’altro e viceversa e non dei due alla stanga per tirare meglio il carretto e farlo uscire dalle secche.

Cooperano in tanti a far pensare al detto popolare “Attenzione che la gatta frettolosa fa i bambini ciechi”. Non siamo sprovveduti al punto di pensare che con l’esortazione alla “volemose bene” si possano risolvere i problemi. Certe cose non si fanno né per esortazione né per decreto.

Certe cose, specie quelle che oggi servono, si fanno – si dovrebbero fare – per ispirazione di quella disciplina che è la più nobile di tutte se correttamente interpretata e praticata: la politica.

Magari si potrebbero fare copiando. Ci sono tanti momenti di quella scioccamente vituperata Prima Repubblica – posto che la seconda sia mai nata – che potrebbero essere ristudiati, da molti studiati, per copiarli, naturalmente, come facevano i giapponesi, migliorandoli.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali