REFERENDUM, COME VOTARE

(Vale comunque la pena di leggersi, o rileggersi l'analisi pubblicata sullo scorso numero del nostro giornale )

REFERENDUM, COME VOTARE

Prima cosa presentarsi ai seggi, indipendentemente da come la si pensi in argomento. Per quanto ci riguarda privilegiando la sostanza e non la dialettica abbiamo chiarito i contenuti. Posizione che confermiamo, sia chiaro, distaccati dalle valutazioni politiche.

Domenica e lunedì prossimi chi vuole vota SI per confermare le modifiche alla Costituzione votate dal Parlamento quattro volte come vuole la legge. Chi vuole vota NO per non far entrare in vigore quelle modifiche e tenere quindi la Costituzione nella stesura precedente (quella votata all’inizio del terzo millennio e approvata con soli quattro voti di scarto). Chi vuole infine se ne sta a caso o va a spasso ma in ogni caso non entra a farsi dare la scheda, entrando poi i cabina e infine infilando la scheda nell’urna.

Un lettore che voterà NO ci ha in un certo senso mosso il rimprovero per il nostro editoriale del numero scorso (lo si può leggere ciccando sul titolo nel prolungamento della copertina del presente numero del giornale). Liberi di farlo, ci dice, ma sarebbe stato più logico che ospitassimo anche le ragioni del NO.

Premesso che noi ospitiamo contributi esterni senza fare l’esame politico del sangue a nessuno.in quanto riteniamo che pubblicare opinioni diverse significa stimolare quel dibattito che è il lievito della democrazia, avremmo dunque pubblicato volentieri contributi per il SI, per il NO, per l’andata al mare o ai monti.

Nel merito osserviamo che la stragrande maggioranza della gente non è a conoscenza delle modifiche su cui si tratta di operare la scelta o di conferma o di censura. Segue le posizioni politiche.

Noi non abbiamo seguito questo o quel suggeritore, questo o quell’interprete. Noi abbiamo studiato le modifiche alla Costituzione e analizzato quali sarebbero le conseguenze per una zona come la nostra. Non ne abbiamo trovato di contrarie agli interessi di una zona come la nostra, per di più confinante con una Regione – due Province autonome – a Statuto Speciale.

Se fosse dunque solo per il merito non ci sarebbe neanche da star lì a discutere. Dovrebbe esserci un plebiscito a favore del SI.

In realtà entrano in ballo le considerazioni di tipo politico, di schieramento per cui che ha guardato al peso degli argomenti fa parte di una minuscola minoranza.

Peccato. Poteva essere la volta che, andando al sodo, ci fosse la convergenza di chi la pensa allo stesso modo sui problemi di fondo, indipendentemente dalla collocazione politica. Quanto da noi pubblicato sullo scorso numero, con un’analisi analitica, è del resto illuminante.

GdS

GdS
Editoriali